PISTOIA. È istruttivo al massimo rileggersi questo servizio di Tiziana Gori, apparso sul Tirreno del giorno 11 ottobre.
È perfino educativo in senso civile, a guardar bene le contrapposizioni di chi (Mari, da una parte) rileva illegittimità nell’azione del Consorzio Ombrone e del suo magnanimo commissario Bargellini, e di chi (Bargellini, dall’altra) tira dritto per la sua strada e lo fa con una buona dose di sprezzo come se fosse il detentore autocratico dell’unica verità.
D’altronde, visti da vicino – direbbe il buon Primo Levi dei racconti – i due personaggi si accasano perfettamente in questa loro tipologia: dire e non dire, come ha fatto Mari, rientra in una vecchia abitudine democristiana da stop and go di qualche decennio fa; parlare, sull’altro versante, di meritocrazia, fa molto Bargellini di quando (a quanto si sentiva dire) simpatizzava per i repubblicani, da sempre, come sappiamo, su uno scalino al di sopra dei comuni mortali, più o meno visti solo come dei rompicoglioni senza senso né sale in zucca.
Rileggiamo il pezzo:
Consorzio Ombrone
Fa discutere il premio al direttore
Dodicimila euro. Bargellini:
«Se li merita». La Provincia eccepisce
Una variazione di bilancio che prevede un’integrazione allo stipendio del direttore di 12mila euro lordi per mansioni aggiuntive svolte ad interim in virtù del trasferimento di un dipendente in un’altra regione. Un’operazione che, in tempi di magra come questi, può suscitare perplessità. Ma il commissario pro tempore del Consorzio Ombrone Paolo Bargellini mette subito le mani avanti. «Negli ultimi tempi il direttore Lorenzo Cecchi De’ Rossi ha dovuto far fronte, oltre che ai suoi abituali compiti, anche a quello di responsabile ad interim dell’Area gestione del territorio, in seguito al trasferimento in Lombardia dell’ingegner Stefano Burchielli. Non abbiamo più il responsabile dell’ufficio tecnico, e non assumiamo certo il primo ingegnere idraulico che bussa. Come commissario avevo il potere di delegare al direttore questo compito, in attesa di trovare il sostituto di Burchielli, e l’ho fatto».
Il 18 luglio è pervenuto in Provincia il decreto con cui Bargellini comunicava l’avvenuta variazione di bilancio. La Provincia ha dato il proprio visto positivo, chiedendo però dei chiarimenti e la trasmissione all’ente della copia dell’accordo tra il Consorzio e il dirigente. La nota del commissario è stata inviata il 10 agosto. La Provincia ha verificato che il contratto nazionale di lavoro effettivamente permette “la possibilità di integrare la misura dell’indennità di funzione da corrispondere al direttore se gli vengono assegnate specifiche e particolari responsabilità”. Ma rileva “che le ulteriori funzioni sopravvenute non risultano conformi al contenuto dell’articolo 27”. Questo perché “risultano già comprese nei compiti del direttore, come delineati dall’articolo 48 dello Statuto”.
Riguardo al ruolo ricoperto ad interim, la Provincia aggiunge: “Trattandosi di mansioni solo temporaneamente assegnate, l’aumento economico in questione non potrà costituire voce fissa del salario accessorio. In ogni caso – conclude l’ente – tra le funzioni attribuite ad interim, non potranno essere comprese quelle il cui disimpegno richiede anche l’abilitazione all’esercizio della professione d’ingegnere”.
Si è trattato, spiega l’assessore Mauro Mari, solo di un parere di legittimità, non potendo la Provincia, in questa particolare circostanza, esprimere valutazioni di merito. «Il visto della Provincia sulla variazione di bilancio – fa notare – è stato positivo. Sugli atti contabili del Consorzio Ombrone eseguiamo solo un controllo di legittimità. Entriamo nel merito quando si tratta di soldi della Provincia con cui il Consorzio esegue dei lavori».
«Nel corpo della nostra delibera – prosegue Mari – c’è un richiamo alla norma di legge. Abbiamo suggerito al Consorzio la rispondenza alle normative, e cioè che il direttore assumesse gli ulteriori compiti per cui è prevista e consentita l’integrazione. Come il Consorzio spende i soldi degli associati – chiosa chiudendo la conversazione Mari – è un fatto che riguarda il Consorzio».
Secca la considerazione in replica di Bargellini. «La Provincia doveva solo accertare la legittimità formale dell’operazione. Cosa che peraltro ha fatto».
Vogliamo, aggiunge Bargellini, in questo paese riconoscere la meritocrazia? «Il direttore del Consorzio, per la quantità e la qualità del lavoro svolto, e i compiti aggiuntivi temporaneamente assegnati, ha diritto a quell’integrativo».
Ecco. Mari non vuole prendersi responsabilità circa le obiezioni di legittimità (Come il Consorzio spende i soldi degli associati – chiosa chiudendo la conversazione Mari – è un fatto che riguarda il Consorzio); Bargellini non vuole fare marcia indietro, investito, come sembra sentirsi, di un compito istituzionale che vola al di sopra delle opinioni dei comuni mortali, perché deve fare giustizia con una prebenda per un meritevole.
Intanto – e questo solo a puro titolo informativo ed esemplificativo per il Commissario Ombrone – invece di menare il can per l’aia, Bargellini potrebbe fare una cosa santa e farla con la massima diligenza e cura, come gli si richiede: estendere, ma veramente di fatto e a tutti i cittadini e non solo a una sola parte, l’arruolamento nelle liste del suo Consorzio. E diciamo suo per il semplice fatto che, con questo motu proprio a favore del direttore, e stanti le osservazioni di legittimità della Provincia, sembra che il commissario Bargellini ne abbia disposto come di cosa propria.
Sappia, a questo proposito, Bargellini, che a Quarrata nelle stesse vie ci sono, ad esempio, arruolati e non arruolati a distanza di una porta o di un uscio soltanto: e se non ci crede, che se lo vada a vedere di persona. Non spetta a noi dirgli e dargli gli elenchi, ma solo segnalare il problema – anche se Bargellini non ama né la stampa né i giornalisti, che grattano troppo le croste e che litigano troppo con tutti (non è vero, Paolo?).
In secondo luogo accettino, sia Mari che Bargellini, di prendersi delle sane bacchettate sulle nocche, come usava un tempo da parte delle fasciste – e non ciggielline –, ma efficienti maestre elementari.
Non ne hanno, nessuno dei due, né la voglia né il carattere, perché si sentono comunque superiori a tutto e a tutti. Basta vedere come si atteggiano e come vengono tratteggiati da Tiziana Gori.
Ma è il loro dovere di amministratori pubblici: di gente, cioè, che spende i quattrini altrui.
e.b. blogger
P.S. – Per quanto possa essere irritante… « Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure».
[Cost., art. 21]
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[Giovedì 13 ottobre 2011 – © Quarrata/news 2011]
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