martedì 18 ottobre 2011

LA BREDA E LE ASSENNATE PAROLE DI SCARPETTI


PISTOIA. Fra le lettere dei lettori, stamattina Il Tirreno pubblica un sagace intervento dell’on. Scarpetti, che dà sani consigli all’Ad di Finmeccanica:

Finmeccanica
Orsi invece della cessione
pensi a un piano di rilancio


L’Ad di Finmeccanica anziché minacciare la cessione di AnsaldoBreda farebbe bene nell’interesse del Paese a proporre un piano di rilancio del ferroviario attraverso un progetto industriale che faccia tornare questo settore competitivo come lo è stato nel passato, producendo ricchezza ed occupazione. Sono inaccettabili le dichiarazioni di Orsi circa le ipotesi di dismissioni di AnsaldoBreda che oltre a smentire clamorosamente le costanti rassicurazioni date a più riprese dai vertici di Finmeccanica stessa, gettano alle ortiche un patrimonio industriale non solo di Pistoia ma dell’intero Paese con gravi conseguenze per il tessuto economico e sociale della nostra città e della Regione. Tutto ciò chiama in causa non solo Finmeccanica, ma anche il suo azionista di riferimento e cioè il Governo che non può chiamarsi fuori dalle responsabilità di una politica industriale che gli compete, ma sulla quale è completamente assente mentre si stanno perdendo pezzi sempre più importanti del nostro sistema industriale.
On. Lido Scarpetti

Scarpetti ha perfettamente ragione in tutto e per tutto: proprio come coloro che dicono cose scontate e banali, specie se si ripensa alla politica dei governi di centrosinistra i quali, per la verità, non hanno molto contribuito alla rinascita del Paese e della sua economia industriale, rilanciando il ferroviario.
Se mai Scarpetti – lo sapete che noi siamo testoni e continuiamo a sbattere nel solito punto come le poco intelligenti tartarughe – potrebbe cercare di spiegarci come e perché su 400 dipendenti della Breda di Pistoia (vedi), un’ottantina siano costituiti da dirigenti e quadri. Se non erriamo anche lui, temporibus illis, faceva parte del popolo dei privilegiati. O sbagliamo? Nel qual caso chiediamo umilmente perdono.
Intanto ci è venuto da rileggere, anche, le dichiarazioni della presidente Fratoni, la quale, dal suo blog, il 29 luglio scorso (vedi), scriveva che la politica dei trasporti su rotaia (come scrive oggi Scarpetti) doveva essere privilegiata: «Ne sono una conferma – sottolineava – i grandi investimenti che paesi come gli Stati Uniti e la Cina stanno realizzando proprio nel settore dell’alta velocità. Un settore in continua espansione e nel quale, se ben ricordo, AnsaldoBreda deteneva fino a pochi anni fa il quarto posto a livello mondiale per la produzione di materiale».
Peccato che Fratoni, presa com’è da mille impegni – non ultimo quello di epurare il proprio Cremlino dall’Idv – non sembri essere molto capace di leggere il presente d’Italia, Paese in cui ogni linea ad alta velocità vede nascere una guerriglia campagnola feroce come quella urbana di questi giorni a Roma; e ogni tentativo di investimento in fonti energetiche naturali (leggi: eolico) vede cinquecentomila opposizioni di ambientalisti, che, francescanamente, non vogliono che si deturpino le nostre belle colline, ma che, assai molto meno francescanamente, d’inverno si scaldano, si muovono in auto, usano l’energia elettrica quanto basta, e i computer, i condizionatori e le neotecnologie a tutti i livelli.
Forse Scarpetti, dal canto suo, non riesce a capire che, dopo infiniti piani di rilancio, un’azienda – nel liberismo che è carissimo anche al suo incoerente Pd, statualista qui, liberista in borsa – ha forse il dovere di prendere delle decisioni di vero risanamento.
Decisioni che dispiaceranno al Pd, e specie al suo, e specie al suo di Pistoia, perché, come abbiamo sempre detto e continuiamo a ripetere, se la Breda gli sfugge di mano, quel Pd pistoiese – tanto per usare un’espressione ad hocsi in-Brana davvero.
Nel frattempo, oltre a dare sani consigli ad Orsi, perché Scarpetti, con i suoi compagni pistoiesi, toscani e nazionali, non si dà una vera mossa per azzerare i privilegi di una casta politica che – a vedere dalle pensioni e dalle regalìe che ogni giorno si mantiene, se non si accresce – del popolo dei lavoratori non fa altro che strafegarsene?
Comincino a dimezzare anche il numero dei parlamentari.

È un pensiero troppo difficile da afferrare, onorevole?
e.b. blogger
P.S. – Lavoratori e sindacati non sono d’accordo…?

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 18 ottobre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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