PISTOIA. Ancora troppe parole e sempre troppe parole. Prima dei politici e poi di tutti gli altri in fila.
Il rapido e silenzioso precipitare della situazione dell’azienda pistoiese ne è la dimostrazione più lampante e decifrabile sotto ogni punto di vista.
Come al solito a farne le spese saranno i lavoratori, che servono solo come merce di scambio.
Non lo diciamo noi: lo ha detto per decenni – se non per secoli – la stessa sinistra.
È facile fare i profeti. E i profeti sono sempre odiosi.
Soprattutto lo sono per i politici che, se presi di mira e scoperti dalla battuta di Bartoli (Il re è nudo! – vedi), si irritano sùbito perché le loro auguste poltrone traballano e perdono stabilità. Il loro back non si sente più al sicuro.
Guardiamo, invece, in faccia la realtà.
E ringraziamo le scelte del partito che guida Pistoia da sempre: portandola, ovviamente, per troppe parole, verso un buco nero.
Statualista e retrogrado, quel partito ha bloccato qualsiasi altra prospettiva di sviluppo – e lo si vede a cominciare dalla pianificazione edilizia –, perché fisso all’idea bolscevica della grande industria del controllo umano.
Peccato che quel Pd non si sia accorto che il muro di Berlino è caduto. E, pare, già da qualche anno…
e.b. blogger
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[Mercoledì 26 ottobre 2011 – © Quarrata/news 2011]
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