mercoledì 12 ottobre 2011

UNA GIUSTIZIA TERZOMONDISTA




PISTOIA. Un’occhiata alla cronaca, e la disperazione ti strizza il quore: sì, proprio con la Q, date le condizioni culturali di questo nostro mondo di veline, di escort e di somari presuntuosi in libertà, che pisciano ai muri del centro di Pistoia, salgono sui pozzi della Sala, scrivono sui monumenti, sfrecciano a 200 all’ora con i loro motociclettoni e investono la gente o si ammazzano, ballano tutta una notte e rappresentano bene il degrado di una civiltà che – secondo l’assessore Lucchesi – non c’è, non c’è mai stato, non ci sarà mai.
Ma non allontaniamoci troppo.
Leggete cosa succede a Mamma Ebe e ai suoi pasticci. Cambia un giudice e il processo si riavvia per finire, forse, in prescrizione.
Rileggete cosa può accadere all’inceneritore di Montale per le diossine del 2007 – opportunamente nascoste perché sfuggite dal camino di via Tobagi in piena campagna elettorale, durante il ballottaggio quarratino Sergio-Gori/Niccolai.
E datevi una risposta; ma franca e senza sotterfugi.
Non è, questa, una giustizia terzomondista?
Vi immaginate se morisse il chirurgo durante un’operazione al cervello o al quore e l’équipe medica richiudesse il paziente perché… tutto deve ricominciare da capo?

È possibile andare avanti così nel terzo millennio dei santi, dei navigatori e dei poeti? O non sarà il caso di riformare la giustizia, ma davvero e una volta per tutte?

e.b. blogger
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[Mercoledì 12 ottobre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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