martedì 25 ottobre 2011

VICOLO DELL’ACCIAIO. STORIE DI GENTE DI FABBRICA DA COMMESSE PLANETARIE E MORTE






Non ho ancora letto Vicolo dell’acciaio, che sarà presentato domani, alle 18,30, alla presenza dell’autore, Cosimo Argentina, presso la libreria Lo Spazio in via dell’Ospizio; e forse non lo farò, anche se impegnarmi a farlo, scrivendo, suscita fascino e curiosità.
Proverò a parlarne lo stesso confidando nella nota riassuntiva del libro (edito da Fandango, 2011) perché mi affascina, e presto scriverò il perché, questa storia – parrebbe assai delicata –, di una via di Taranto popolata, quasi esclusivamente, da gente impiegata all’Ilva, fabbrica di commesse planetarie e morte, che proprio come quella che ha lavorato e lavora alla Breda, vive con la spada di Damocle del mesotelioma che le oscilla sul capo.
Vicolo dell’acciaio – leggo sempre nella nota – arriva dopo il successo di pubblico e critica consegnato all’autore con il suo primo romanzo, Maschio adulto solitario, che ha definitivamente catapultato Argentina nel gotha degli autori easy, che sono quelli che parlano di amore e morte fondendo e confondendo i due piani, incastrati inseparabilmente ormai dal Rinascimento fiorentino.
Sarebbe oltremodo interessante, e aggiungo doveroso, se alla presentazione del libro, domani pomeriggio, fossero presenti, oltre che i soliti impagabili curiosi affezionati ad uno dei posti più accoglienti della città, Lo Spazio, appunto, anche, che so, alti dirigenti Breda e sindacalisti della fabbrica stessa, in uno scontro titanico, ma civilissimo, tra i possibili agganci, di commesse e morte, che uniscono, rinascimentalmente, l’Ilva e la Breda.

l.s.
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[Martedì 25 ottobre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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