di Edoardo Bianchini
Effetto Renzi: la stupefacente analisi
del voto di Bruni e Niccolai, colonne del conservatorismo della sinistra
pistoiese
PISTOIA. E chi se lo aspettava, diciamolo chiaramente, lo
sfondamento renziano a Pistoia? Pistoia, la roccaforte della conservazione, la nei
secoli fedele del bolscevismo più tradizionalista e retrivo, è stata
travolta dal ciclone Matteo.
Ma la cosa più interessante sono e
restano i commenti dei ‘vertici della tradizione’, che ancora continuano a fare
la genuflessioncella d’occasione al potere di una nomenklatura ritenuta
più importante per loro: si è trattato di un voto di opinione e l’elettorato di
centrodestra si stacca dal Berlusca e passa altrove.
Poveri, piccoli provinciali!
Non c’è, del resto, da meravigliarsi di
questa débâcle del conservatorismo nostrale: aggettivo che andava
bene sulla Sala quando anch’io ero ragazzo per fagioli e piselli in vendita sui
banchi delle verdure, ma che ancor oggi è appropriato alla modestia intellettuale
e politica della realtà pistoiese.
A questo livello, a Pistoia, siamo
rimasti, più o meno, grazie ai nomi che nessuno fa (si preferisce parlare di gotha,
magari), ma a cui tutti alludono: i vari Chiti, Scarpetti & C. che hanno
imperversato e continueranno a imperversare in lungo e i largo se gli elettori
non si romperanno, finalmente, di svolgere solo il ruolo di lecchini & lacchè
loro richiesto e quasi imposto, in nome di leggende metropolitane come… la
Breda, per esempio.
A difendere il vecchio, con la
prosopopea del ‘diritto di prelazione’, ecco, oggi, due figure di vecchi: da
una parte Paolo Bruni, che da un disfacimento renziano ha tutto da temere, a
partire, a quanto si dice, dalla potenziale e ventilata sua candidatura alla
Camera; e dall’altra un signorino piccolo-borghese di periferia, Marco Niccolai,
che, a rigor di logica, rappresenterebbe tutto il Pd della provincia, ma che in
realtà, pur giovane, ha trovato, all’interno del Pd, un suo comodo angolo e quella
mamma buona e comprensiva sul cui seno riposare tranquillo e beato specie ora che
ha vinto il suo “concorsino pubblico” presso il Comune di Calenzano, un posto
al caldo che gli permette di dedicarsi in pieno alla filosofia del potere – per ora per un anno e poi vedremo…?
Contestato, qualche tempo fa, anche dai
giovani e da certa parte del Pd per aver rinnovato il direttivo
provinciale come un pontefice romano, motu proprio e senza consultare la
base, questo intellettuale collodiano freschissimo di studi giuridici, che
comunque viene da una mentalità retrograda da anni della guerra fredda (pensate
che finge di non riconoscere Quarrata/news, ma sembra che lo legga
comodamente seduto dal suo posto di battaglia a Calenzano…) oggi si presenta
così su La Nazione: «Soddisfatto per l’affluenza,
ringraziando i volontari, il segretario provinciale Pd, Marco Niccolai parla di
“forte voto di opinione”. “Adesso – dice – ci dovrà essere una riflessione complessiva. Le spiegazioni
per il voto toscano possono essere molte”. C’è già chi parla di voto di
contestazione alla “casta rossa”. “Non credo si tratti di questo – risponde Niccolai –. Piuttosto,
con un Pdl in disfacimento, l’elettorato di centrodestra sta diventando più
mobile”». Non c’è che dire: è una lettura formidabile, una chiara e penetrante
analisi in attesa che il partito gli dica cosa dire.
Non meglio Bruni: «La vittoria di Renzi
andrà interpretata con calma. È comunque vero che la grande partecipazione ha giocato
a suo favore e la Toscana, d’altronde, è la sua terra. La partecipazione è
stata altissima. Adesso – continua Bruni – ci
aspetta un’altra settimana di lavoro che affrontiamo con spirito costruttivo e
grande serenità». Bruni è riconoscibilissimo – e
perfino tenero – nel suo ecumenismo catto-post-conciliare da buon
pievano di campagna.
Nel frattempo, mentre questi campioni
della conservazione ripigliano fiato, la storia va e il Pd, se Dio vuole, si
sfalda. Anche grazie a loro, ovviamente.
Un Pd-sinistra che, in questo ventennio
di Seconda Repubblica, non è certo stato più bravo del Berlusca nel raddrizzare
il timone di questa bar[c]a alla deriva.
Sennò il cavaliere alle ultime
politiche avrebbe mai preso la sua inutile maggioranza bulgara?
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 26 novembre 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
Al netto del populismo renziano, non è che il potente apparato piddino pistoiese (e toscano) farebbe bene a fare quella che un tempo - da quelle parti - si chiamava "autocritica"?
RispondiEliminaEh... mi par proprio che sarebbe l'ora.
EliminaIL GRILLO PARLANTE mi scrive e io pubblico:
RispondiEliminaRitengo che l’affermazione di Renzi nelle cosiddette “Regioni Rosse” – troppo a lungo rimaste in mano di cariate e autoreferenziate cariatidi – possa costituire l’input per addivenire a quei cambiamenti che l’elettore comune chiede ai santoni della politica.
La campana a martello suonata dal sindaco di Firenze – checché ne dica la cerchia inamovibile del Pci-Pds-Pd toscano e pistoiese – anticipa la rottamazione di tutta quella serie di capataz che in tanti anni di ottusa determinazione hanno disastrato Montecatini Terme, la Valdinievole, la Montagna pistoiese e la stessa Pistoia.
Concludendo: hanno vinto il Bersani innovatore il Renzi rottamatore mentre, in Pistoia e provincia, hanno perso quei “bersaniani dell’ultima ora” che – tra silenzi, omertà e manifestazioni di conclamato appoggio al segretario nazionale – vogliono continuare a riscuotere le sostanziose prebende collegate alle cariche che rivestono. A noi la speranza che la vittoria di Bersani o di Renzi nel ballottaggio possa davvero portare alla rottamazione di tante dequalificate figure del Pd toscano e pistoiese.
Il Grillo Parlante
Però aggiungo anche una riga a mia misura. Spero che Renzi si levi di torno anche certe cariate cariatidi che – approfittando del vento che muta – hanno fatto il salto del fosso dalla sua parte.
E per non fare nomi, cito l’ex-Sindaca di Quarrata, ora Assessora a San Marcello.
Quarrata, lei, l’ha messa in ginocchio: che novità ha da dare al mondo se non quella di liberarlo dalla sua ingombrante incapacità politico-amministrativa?
e.b. blogger
...e io che ormai temevo che solo con i moti di piazza (bombe molotov, spari, tragedie insomma) sarebbe stato possibile far intendere a chi intendere non vuole o non sa, mi ricredo felicemente non tanto per il risultato di Matteo Renzi di cui non posso dire ( se non che sa usare la comunicazione e il suo aspetto fisico di taglia giusta, "né troppo ganzo né troppo fagiano" per raccontare un'Italia come potrebbe essere ) ma per la capacità di molti italiani di cogliere al volo l'opportunità di esprimere il loro sentimento o risentimento...è vero non si torna indietro, qualche pietra si è disincastrata, il piedistallo di un certo modo di intendere il potere politico scricchiola, ne sono felice! forse è proprio vero che il vento non si ferma con le mani e che i potentati cittadini e limitrofi per quanto grandi abbiano le mani prima si arrendono all'evidenza e meglio è :)
RispondiEliminaIl vento sembra cambiare. Ma pistoia è una città fortificata. E bene, non dimenticatèlo: c'ha pure le mura medievali. Ci vuole un celere ricambio generazionale per sperare di vedere sparire i massòni che s'intendono raggruppati a schiacciare la coscienza delle persone. Queste, sono lì, prone e ubbidienti a consegnare la loro preferenza in cambio di qualche prebenda. Ed ecco che le vicende come la questione AIAS/APR, Cip & Ciop, Comunità Montana e/o "Untouchables" si formano, naturalmente, non c'è dubbio, senza fatica alcuna. La gramigna è un'erba infestante.....sarà lunga e faticosa da estirpare.
RispondiEliminaMDB