di Luigi
Scardigli
Laureata alla Cesare Alfieri dirige l’International
Center Southern Europe di Firenze – Una settimana di manifestazioni dedicate al
centenario della liberazione e dell’indipendenza del Paese – Apertura ufficiale
domani alle 11 in Sala Maggiore
PISTOIA. «Dopo 20 anni passati al buio, a nascondere le nostre
tradizioni, è arrivato il tempo che la nostra integrazione si impossessi anche
della nostra cultura, che è meravigliosa».
Lo dice Aferdite Shani, 28enne di Scutari, Albania, e lo dice
a nome degli 11 mila suoi conterranei che popolano la nostra provincia. Lo dice
sotto la Galleria Nazionale, a Pistoia, mentre alcuni suoi connazionali stanno
allestendo gli stand culturali e gastronomici che oggi e domani saranno a
disposizione di tutti quelli che ne vorranno sapere di più, di questa comunità,
troppo spesso approssimativamente etichettata e irreparabilmente bocciata.
L’occasione, del resto, è ghiottissima perché in Albania e tra
tutti gli albanesi sparsi per il mondo, si festeggia il centenario della
Liberazione e dell’Indipendenza. È festa anche per Aferdite, che vive a Pistoia
da 14 anni.
«Sono arrivata in Italia nel 1988: due anni prima, su un
barcone, sbarcarono i miei genitori; io rimasi con mio fratello più piccolo in
compagnia della nonna; poi, finalmente, la famiglia si poté ricomporre. È stata
dura, ma credo di avercela fatta ed ora sono qui a dare in dono la mia grande
ricchezza, che è esattamente il doppio della vostra: due culture, due
tradizioni, due lingue; in me si sono sciolte e fuse, vorrei potervi ricambiare
con la stessa moneta».
È laureata in Scienze Politiche, Aferdite, dopo aver
studiato un anno a Parigi e per un po’ di tempo a New York. Ora lavora a
Firenze, dove ha aperto un’agenzia, la Icse (International Center Southern
Europe) e da quattro anni convive con il suo compagno, Artur, anche lui di
Scutari, ma conosciuto qui, a Pistoia. Parla, con disinvoltura cinque lingue,
Aferdite; l’italiano in modo impeccabile e sorride quando le chiedo cosa ne
pensi di questo razzismo strisciante che troppo spesso accompagna i commenti
sulle comunità albanesi.
«I primi tempi mi offendevo e mi arrabbiavo ed ero sempre
sul piede di guerra per difendere la nostra meravigliosa civiltà. Con il tempo
ho imparato che le classificazione per etnie, colori e ubicazioni geografiche
sono il seme, malato e pericolosissimo, dell’ignoranza, un virus che si può
combattere solo con l’informazione e la pazienza di saper aspettare che gli
altri sappiano».
Questa settimana dedicata all’Indipendenza albanese non si
consumerà soltanto con il mercatino alla Galleria Nazionale: la festa, che si
aprirà ufficialmente domani, alle 11, con una conferenza stampa in Sala
Maggiore, si snoderà poi attraverso altri appuntamenti, tutti mirati ad una
maggiore conoscenza dell’universo albanese. Si inizia nel pomeriggio, alle ore
14, con la festa in piazza del Duomo, alla quale parteciperà anche il Sindaco,
Samuele Bertinelli, che taglierà virtualmente il nastro, ci auguriamo, di
questa indispensabile e ricca osmosi culturale, aprendo le danze intonate dalla
musica proposta dall’Orkestra di Scutari, che accompagnerà la passeggiata di
studiosi ed intellettuali albanesi che si confonderanno con i bambini intenti a
sorridere agli aquiloni, ai palloncini e alle fiabe e cartoni che gli
organizzatori si preoccuperanno di proporre nella duplice versione
italo-albanese.
Il percorso sarà costellato dalle fotografie di Pietro
Marubi, del suo atelier, così prezioso che l’Unesco lo ha promosso a rango di
patrimonio collettivo. La settimana di feste e riflessioni si chiuderà domenica
2 dicembre, con lo spettacolo cabarettistico che sarà proposto al piccolo
teatro Bolognini, a partire dalle 15,30; sul palcoscenico Besnik Cinari, Zyliha
Miloti e Paulin Preka, tre inconfondibili nomi del cabaret albanese, a cui si
aggiungerà poi, per la gioia dei giovanissimi, Klajdi Selimi, uno dei ballerini
più apprezzati del cast di Amici.
La conoscono tutti, Aferdite: è una garanzia di
comunicazione, una certezza di serietà, un’àncora di tenerezza. Lo sanno bene i
suoi conterranei albanesi.
faremmo bene a conoscerla meglio anche noi italiani,
Aferdite: può insegnarci molte cose, a iniziare dalla tolleranza, requisito
riservato a pochi eletti.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Sabato 24 novembre 2012 - © Quarrata/news 2012]
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