sabato 24 novembre 2012

FESTE ALBANESI. AFERDITE SHANI, UN’ÀNCORA DI SERIETÀ E TENEREZZA


di Luigi Scardigli

Laureata alla Cesare Alfieri dirige l’International Center Southern Europe di Firenze – Una settimana di manifestazioni dedicate al centenario della liberazione e dell’indipendenza del Paese – Apertura ufficiale domani alle 11 in Sala Maggiore

PISTOIA. «Dopo 20 anni passati al buio, a nascondere le nostre tradizioni, è arrivato il tempo che la nostra integrazione si impossessi anche della nostra cultura, che è meravigliosa».
Lo dice Aferdite Shani, 28enne di Scutari, Albania, e lo dice a nome degli 11 mila suoi conterranei che popolano la nostra provincia. Lo dice sotto la Galleria Nazionale, a Pistoia, mentre alcuni suoi connazionali stanno allestendo gli stand culturali e gastronomici che oggi e domani saranno a disposizione di tutti quelli che ne vorranno sapere di più, di questa comunità, troppo spesso approssimativamente etichettata e irreparabilmente bocciata.

L’occasione, del resto, è ghiottissima perché in Albania e tra tutti gli albanesi sparsi per il mondo, si festeggia il centenario della Liberazione e dell’Indipendenza. È festa anche per Aferdite, che vive a Pistoia da 14 anni.
«Sono arrivata in Italia nel 1988: due anni prima, su un barcone, sbarcarono i miei genitori; io rimasi con mio fratello più piccolo in compagnia della nonna; poi, finalmente, la famiglia si poté ricomporre. È stata dura, ma credo di avercela fatta ed ora sono qui a dare in dono la mia grande ricchezza, che è esattamente il doppio della vostra: due culture, due tradizioni, due lingue; in me si sono sciolte e fuse, vorrei potervi ricambiare con la stessa moneta».
È laureata in Scienze Politiche, Aferdite, dopo aver studiato un anno a Parigi e per un po’ di tempo a New York. Ora lavora a Firenze, dove ha aperto un’agenzia, la Icse (International Center Southern Europe) e da quattro anni convive con il suo compagno, Artur, anche lui di Scutari, ma conosciuto qui, a Pistoia. Parla, con disinvoltura cinque lingue, Aferdite; l’italiano in modo impeccabile e sorride quando le chiedo cosa ne pensi di questo razzismo strisciante che troppo spesso accompagna i commenti sulle comunità albanesi.
«I primi tempi mi offendevo e mi arrabbiavo ed ero sempre sul piede di guerra per difendere la nostra meravigliosa civiltà. Con il tempo ho imparato che le classificazione per etnie, colori e ubicazioni geografiche sono il seme, malato e pericolosissimo, dell’ignoranza, un virus che si può combattere solo con l’informazione e la pazienza di saper aspettare che gli altri sappiano».
Questa settimana dedicata all’Indipendenza albanese non si consumerà soltanto con il mercatino alla Galleria Nazionale: la festa, che si aprirà ufficialmente domani, alle 11, con una conferenza stampa in Sala Maggiore, si snoderà poi attraverso altri appuntamenti, tutti mirati ad una maggiore conoscenza dell’universo albanese. Si inizia nel pomeriggio, alle ore 14, con la festa in piazza del Duomo, alla quale parteciperà anche il Sindaco, Samuele Bertinelli, che taglierà virtualmente il nastro, ci auguriamo, di questa indispensabile e ricca osmosi culturale, aprendo le danze intonate dalla musica proposta dall’Orkestra di Scutari, che accompagnerà la passeggiata di studiosi ed intellettuali albanesi che si confonderanno con i bambini intenti a sorridere agli aquiloni, ai palloncini e alle fiabe e cartoni che gli organizzatori si preoccuperanno di proporre nella duplice versione italo-albanese.
Il percorso sarà costellato dalle fotografie di Pietro Marubi, del suo atelier, così prezioso che l’Unesco lo ha promosso a rango di patrimonio collettivo. La settimana di feste e riflessioni si chiuderà domenica 2 dicembre, con lo spettacolo cabarettistico che sarà proposto al piccolo teatro Bolognini, a partire dalle 15,30; sul palcoscenico Besnik Cinari, Zyliha Miloti e Paulin Preka, tre inconfondibili nomi del cabaret albanese, a cui si aggiungerà poi, per la gioia dei giovanissimi, Klajdi Selimi, uno dei ballerini più apprezzati del cast di Amici.
La conoscono tutti, Aferdite: è una garanzia di comunicazione, una certezza di serietà, un’àncora di tenerezza. Lo sanno bene i suoi conterranei albanesi.
faremmo bene a conoscerla meglio anche noi italiani, Aferdite: può insegnarci molte cose, a iniziare dalla tolleranza, requisito riservato a pochi eletti.

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Foto di Luigi Scardigli.
[Sabato 24 novembre 2012 - © Quarrata/news 2012]

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