di Luigi
Scardigli
MONSUMMANO. ’Na matassa mbrugliata, in un napoletano tutto sommato comprensibile, sta per un casino incredibile. Ed è su questa
falsa riga che Eduardo Scarpetta scrisse una delle sue tante opere teatrali che
Hilde Maria Renzi, un vecchia compagna di palcoscenico del gotha partenopeo, ha
voluto riportare in scena. Lo farà venerdì prossimo (ore 21; prevendita a
partire dal giorno precedente), al teatro Yves Montand di Monsummano Terme,
fuori abbonamento, con un cast forbito e numeroso che non farà altro che
accrescere la confusione, babelica, che regna sulla rappresentazione.
Sul palco, in ordine alfabetico, si succederanno, in una
sequenza di fraintendimenti e raggiri classicissimi della commedia napoletana,
Alessandro Abbatiello, Angelo e Maria Rosa Amorizzo, Severino Cesare, Mario
Cutolo, Lucrezia D’Abruzzo, Stefano Di Donato, Pietro Iannotta, Ilenia Icolari,
Mimmo Oropallo, Vincenzo Pascarella, Mario Piscitelli, Luciana Riccardi, Ida
Romaniello, Lara Santonastaso e Annamaria Spagnuolo, un susseguirsi di incidenti probatori che ruotano attorno
ad un matrimonio che è bene che si faccia, ma che è meglio che non si sappia,
creati, ad arte scenica, dall’Associazione Culturale HilMarè, di Sant’Agata de’
Goti, località in provincia di Benevento e che a Monsummano vanta una
nutritissima e felice comunità di vecchi e nuovi trapiantati e che aspettano,
naturalmente a gloria, di poter riassaporare umori, colori e sapori di una
terra, la loro, abbandonata, ma non certo dimenticata, per cause di forza maggiore.
P.S. – Perché, per chi non lo sapesse, Monsummano, una
ventina di anni fa, era stata ribattezzata Monsunnapoli.
Buon divertimento – assicurato.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Mercoledì 21 novembre 2012 - © Quarrata/news 2012]
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