di Luigi
Scardigli
AGLIANA. È bello, Ascanio Celestini. È bello immaginarselo quando si
leggono i suoi libri, quando lo si vede al cinema, quando intavola conferenze
stampa, quando canta e suona. Quando recita, soprattutto. Per lui, il teatro,
non è un mezzo, ma il mezzo; il mezzo di quello che ha da dire, da dare, da
sanguinare, da denunciare e approfitta dei palcoscenici che gli vengono offerti
per raccontare l’ultima, con quel suo tono sommesso, che induce a scambiarlo e
confonderlo con un padre francescano.
Ascanio Celstini invece è incazzato a bestia, ma ha saputo
trasformare la sua adrenalina in calce e sorrisi ed è persino riuscito a tirare
su allegramente palazzi: certo, pieni zeppi di follia, ma pur sempre
agglomerati urbani.
L’ultimo, in ordine di tempo, si chiama Discorsi alla nazione e il sito sul quale appoggerà i suoi
pochissimi ferri del mestiere sarà il Moderno di Agliana, dove sabato prossimo,
1 dicembre, alle ore 21, il giullare di
Morena spiegherà, ma senza toni magistrali, quanto sia imperfetta, falsa e
malata questa democrazia, sempre più apparente, sempre meno reale.
Non credo che ci sia altro da aggiungere, a questa
presentazione: sabato andrò ad ascoltarlo, ad osservarlo, a ribadire la sua
bellezza, ad imparare come si sta su un palco senza poco o nulla e poi,
considerato che intervistarlo è un dovere al quale Ascanio esige di essere
sottoposto, vi racconterò cosa non avevo ancora saputo di importante.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Mercoledì 28 novembre 2012 - © Quarrata/news 2012]
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