di Alberto Niccolai [*]
Alberto Niccolai |
Ci sono persone buone,
meno buone, simpatiche, meno simpatiche, gioviali o più riservate che
attraversano la nostra vita riempiendone i giorni. E ci sono persone particolari,
non banali, che la rendono più ricca e stimolante.
Fra queste speciali
presenze va annoverato Antonio Nardi, che ci ha lasciati all’improvviso, in
maniera inattesa, senza consentire ai più di rappresentargli adeguatamente la
stima e la considerazione dovuta e meritata.
Antonio era al
servizio del nostro Comune dall’11 febbraio 1974. Venne assunto, a seguito di
concorso, come segretario amministrativo. All’epoca era sindaco Francesco Toni.
Fu assegnato all’Ufficio
rapporti con i gruppi consiliari, per poi passare all’Ufficio stampa nel
dicembre 1978, come addetto stampa, poi come responsabile dell’Unità operativa
Stampa e comunicazione. Negli ultimi anni è stato la voce del Consiglio
comunale e la sua silenziosa e preziosa presenza in fondo a quest’aula si
traduceva in sintesi sempre complete e sempre puntuali, senza protagonismi e
passando positivamente quasi inosservata la sua opera, giacché nessuno aveva alcunché
da eccepire in ordine ai contenuti dei suoi comunicati.
Una
professionalità abbinata a (o forse generata da) una grande curiosità
intellettuale, che gli ha permesso contestualmente alla sua attività lavorativa
di avere una parallela vita di soddisfazioni e riconoscimenti specie nelle
materie su cui aveva svolto i propri studi universitari. Suoi numerosi saggi in
italiano ed in francese, che considerava la sua seconda lingua madre, con
pubblicazioni in riviste prestigiose di settore, quali il «Giornale critico
della filosofia italiana”; «Nuncius/Rivista dell’istituto e Museo di Storia
della Scienza di Firenze»; «Annali dell’istituto di Filosofia dell’Università
di Firenze»; «Notizie da Palazzo Albani»; «Archives internationales d’histoire
des science». Ma ha anche curato, su incarico dell’amministrazione comunale,
una monografia su Leonardo Ricci, un numero unico su Giovanni Michelucci e
alcuni cataloghi di Giovan Battista Bassi, a dimostrazione della poliedricità
dei suoi interessi.
Antonio Nardi |
Iscritto dal
1979 all’albo dei giornalisti pubblicisti ha altresì collaborato con la
Nazione, contraddistinguendosi per una serie di interviste a personaggi di
grande spessore, fra cui i fratelli Taviani, Gianni Baget Bozzo e lo stesso
Giovanni Michelucci.
Persona schiva e
di grande cultura, era capace di fermare il tempo ogni qualvolta si
intratteneva a parlare con qualcuno. La calma e pacatezza con cui rappresentava
le proprie idee costituiva un misuratore di quanto l’affanno e i ritmi della
vita fossero e siano in contrasto con la nostra stessa essenza, che è fatta – o
dovrebbe esserlo – di riflessione, di meditazione, di misura. Spesso le cose
utilmente inutili sottraggono il tempo al pensiero e dobbiamo riconquistarci
quotidianamente la serenità d’animo e la quiete necessaria per essere seri nel
dire e nel fare: questo pareva volerci comunicare Antonio in ogni occasione di
incontro e di scambio di opinioni.
L’interrogativo che
compare su Waterloo, il non luogo in cui poteva mettere in scena se stesso e
gli altri, è emblematico: «La vita non è fatta di vittorie e di sconfitte, ma solo di sconfitte? Può
darsi. Ha influito il fatto che in vita mia ho vinto solo una mortadella ad una
fiera e sono vegetariano vegano? Può darsi».
Con la modestia
che lo contraddistingueva, egli non si rappresentava come un vincente;
preferiva essere convincente. E ci riusciva.
Pochi giorni
prima l’operazione che gli è stata fatale abbiamo parlato sotto le logge del
comune delle cose che più ci dividevano, ovvero il cibo e la religione.
Sapeva che la
chiamata a Vicenza avrebbe potuto rappresentare il suo capolinea; pareva temere
l’operazione quasi più della morte. E con la pacatezza e ironia di sempre mi
espresse le ragioni per cui aveva chiesto di essere cremato. La sua descrizione
fu piuttosto macabra e al contempo scherzosa; a tono, gli replicai che
giustappunto era “costretto” a superare anche questo scoglio, dovendo attendere
quantomeno che riaprisse il forno crematorio a Pistoia. E coi tempi dell’amministrazione…
Il suo sorriso
fu completo, meno timido del solito, quasi a voler esorcizzare il pericolo
incombente. E’ l’ultima immagine che ho di lui e del suo curioso cappello che
lo riparava dalle sconfitte della vita.
Ci mancherai,
Antonio, ma non ci mancheranno le tue parole.
[*] – Presidente
del Consiglio Comunale di Pistoia. Discorso pronunciato in aula oggi 30 novembre
2012.
Cliccare sull’immagine
per ingrandirla.
[Venerdì 30
novembre 2012 - © Quarrata/news 2012]
Nessun commento:
Posta un commento
MODERAZIONE DEI COMMENTI
Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.