Antonio alla fontana di Buren
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Lascia la moglie Lucia e i figli Iacopo
e Agnese – Giornalista e studioso di filosofia era il responsabile dell’ufficio
stampa del Consiglio Comunale di Pistoia
PISTOIA. Antonio Nardi ci ha lasciato.
Lo ha fatto alla maniera sua, in punta
di piedi, stamattina, verso le 9:30.
Era ricoverato a Vicenza per una
complicata e impegnativa operazione al cuore. Era stato operato mercoledì
scorso: alcune complicazioni e non si era più risevegliato.
Lo avevo visto, con Umberto Semplici, venerdì
9 novembre.
Eravamo andati a cena insieme perché –
mi disse – si sarebbe ricoverato il martedì successivo.
Scherzavamo. E la serata fu
apparentemente serena e anche divertita.
Al ritorno, dopo la rotonda della
Vergine, Antonio chiese a Umberto di lasciarci lì, dinanzi alla Misericordia:
avremmo attraversato da quella parte per tornare su via Fiorentina.
Cominciò a piovere leggero leggero.
Camminavamo e lui mi raccontava
particolari fondamentali della sua vita. Tra questi anche come aveva conosciuto
la moglie Lucia.
Era – come si dice – una conversazione
a voce bassa, con l’idea della sospensione del tempo e dello spazio. Con una
inquietudine addosso, pur se quasi impercettibile.
Quando arrivammo in via Pistoiese, alla
macchina, mi disse così: «Quando scriverai di me, prendi le notizie dal mio
blog. E metti la foto che mi hai fatto tu qualche settimana fa a Quarrata alla
fontana di Buren: a me piaceva. Ma metti quella in cui sono in maniche di
camicia. La preferisco. Voglio così».
Lo rimproverai, ma lui insisté: «Fa’ come
ti dico!».
Volevo che salisse e lo avrei
riaccompagnato dinanzi a casa, ma lui non volle.
Se ne andò a testa bassa e così io lo
ricordo per l’ultimo viaggio prima di questa sua partenza per sempre.
Prendevamo spesso il caffè insieme, in
centro. Camminavamo e parlavamo della vita e della morte, di Dio – in cui lui
credeva fermamente e un po’ meno io.
Parlavamo anche della sofferenza degli
animali e della loro anima. Lui li amava ed era certo che avessero un’anima.
Ora, con questo breve ricordo, pago la
promessa e piango un amico con cui ho attraversato, piano piano, gli ultimi
venticinque anni.
Mi unisco al dolore della moglie Lucia,
del figlio Iacopo, che ha avuto il coraggio dignitosissimo di darmi la notizia,
e della figlia Agnese.
Con loro e con Antonio avevo passato
una bellissima giornata di settembre al mare.
Altro non so dire. Nient’altro.
Edoardo Bianchini
ANTONIO NARDI DI SÉ
Non vi tedierò raccontandovi una vita
che io stesso dovrei prima ricapitolarmi.
Sono sposato, ho due figli. Sono
giornalista pubblicista dal 1979. Ho fatto esperienza alla Nazione come
collaboratore. All’epoca intervistai personaggi della levatura dei fratelli
Taviani, di Giovanni Michelucci, di Gianni Baget Bozzo.
Per 30 anni ho lavorato all’Ufficio
Stampa del Comune di Pistoia, prima come addetto stampa e, in seguito, come
responsabile dell’Unità Operativa “Stampa e Comunicazione” dal 1996 e
dell’Unità Operativa “Stampa e Informazione” dal 2005, dove sono tuttora.
Nella prima parte della mia esperienza,
quando mi occupavo anche di editing editoriale, ho avuto modo di conoscere
architetti come Giovanni Michelucci, Leonardo Ricci, Giovan Battista Bassi,
Giancarlo De Carlo, Bruno Zevi, Francesco Gurrieri.
Su Ricci, per incarico
dell’amministrazione, curai una monografia. Su Michelucci un numero unico. Di
Bassi alcuni cataloghi. Parallelamente ho continuato a coltivare le materie
universitarie in cui mi ero laureato.
Ho scritto diversi saggi per riviste
universitarie italiane e francesi. Mi sono occupato di Cartesio, Galileo,
Mersenne, Torricelli, Jean Bernoulli, Millet Dechales. Nel 1990 tenni una
conferenza all’Università Paris-Sorbonne, Amphithéâtre Guizot, poi pubblicata
in “Les études philosophiques” (janvier-juin 1994, PUF, Paris) con il titolo
“Théorème de Torricelli ou théorème de Mersenne”.
In Francia avevo già pubblicato
“Descartes presque galiléen: 18 février 1643” (Revue d’histoire des sciences,
1, 1986, PUF).
In Italia sono usciti diversi saggi su
“Giornale critico della filosofia italiana”, “Nuncius/Rivista dell’Istituto e
Museo di Storia della Scienza di Firenze”, “Annali dell’Istituto di Filosofia
dell’Università di Firenze”, “Notizie da Palazzo Albani” (Università di
Urbino). Uno studio piuttosto impegnativo è comparso su “Archives
internationales d’histoire des sciences”, 142, 1999, Istituto della
Enciclopedia Italiana.
Sono vegetariano vegano per motivi non
salutisti ma etici in quanto sono
animalista.
[Da Waterloo.
Cette bataille était-elle Waterloo? Il blog
di Antonio Nardi – vedi]
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Mercoledì 21 novembre 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
Ricevo da Lorenzo Paudice:
RispondiEliminaGentilissimo Bianchini,
con profondo dolore ho appreso stamani dal Suo blog la notizia della dipartita del caro amico Antonio Nardi. Se possibile vorrei pubblicare il seguente commento al Suo bell'articolo commemorativo:
«Bellissimo ricordo di una persona stupenda. Buon viaggio Antonio...in attesa di riprendere le nostre belle e lunghe chiacchierate sulla religione e sulla logica formale!!!
Lorenzo Paudice»
Io ci ho provato ma non me lo prende.
Inoltre se ne ha modo La pregherei di far pervenire ai familiari di Antonio (che non ho il piacere di conoscere) le più sentite condoglianze a nome mio e di mio padre Massimo.
Grazie mille, cordiali saluti
Lorenzo Paudice
Anche a me, quando sarà, piacerebbe essere ricordato - da un amico - con questa sensibilità. Grazie, caro blogger.
RispondiEliminaE una preghiera al buon Dio (quello così buono che accoglie perfino noi, iscritti all'Ordine) che certo il nostro Antonio ha già iniziato a vedere.
Da qualche parte. Lassù dove i "vertici" non han bisogno di portavoce perchè son così intelligenti da affidare questo compito, portare la voce, a noi. Mortali.
E anche Antonio se n'è andato... Sappiamo dei suoi severi problemi fisici da cui, da qualche anno, era gravato. Siamo stati a lungo amici poi, da qualche tempo, per decisione sua, e non mia, non ci parlavamo, ed io, anche dopo attenta collazione dei miei possibili errori nei suoi confronti non sono mai riuscito a trovare niente di cui pentirmi, quindi non ho mai saputo il perché del suo atteggiamento: glielo avevo francamente chiesto tempo fa, ma lui.. duro...niente...nessuna risposta! Non ho insistito, sebbene lo seguissi sempre nei suoi lavori e nel suo blog. Non aveva certo un carattere facile Antonio, sempre forse un po' sospettoso, un po' troppo polemico, ma gli volevo lo stesso bene...un carissimo..."rompicoglioni"! Mi piaceva la sua solida preparazione culturale, filosofica in particolare, la sua non banale conoscenza di vari "mondi", specialmente quello latino antico e quello francese. I nostri colloqui su vari argomenti, e anche le nostre discussioni, restano per me qualcosa di difficilmente dimenticabile. Abbiamo inoltre collaborato professionalmente e felicemente in tantissime occasioni. Spirito di autentico e bravo giornalista, scriveva veramente bene ed era, per carattere, sempre pronto ad andare al di là delle "verità ufficiali" malgrado avesse per lavoro un impegno "istituzionale". E anche per questo l' "uomo di potere" di turno (con "sodali" annessi, spesso zelanti nel mostrarsi "più realisti del re") , se l'era spesso "legata al dito"! Aveva, al fondo, un grosso amore per Pistoia, tanto da non potersene staccare, e questo, non gli ha professionalmente certo giovato. Ma quello che mi rimarrà sempre in mente è la sua autentica, profonda sensibilità e sincera e integrale "com-passione" per ogni sofferenza di qualsiasi essere vivente. Quindi un vero credente e anche un vero convinto e conseguente animalista. Ma ora smetto, mi dispiace per questo suo prematuro ed estremo "viaggio" ma, pur non tacendone i "chiaroscuri" (che un po' tutti noi, a nostro modo, abbiamo...), sinceramente ben lo ricordo e ciò , penso che, a questo punto, "basti", sia a me...che a lui...
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