domenica 25 novembre 2012

ELIO: «SONO FERMO ALL’ETÀ D’ORO, GLI ANNI ’70 IRRIPETIBILI E IRRIPETUTI»


di Luigi Scardigli

QUARRATA. Elio, quello delle Storie tese, suscita, automaticamente, il buonumore, quello inglese, sottile, mai sguaiato, eppure forte, deciso, ma elegante.
Pensavo e pensavamo in molti, ieri sera, spettatori de Il barbiere di Siviglia, uno degli appuntamenti di questa stagione teatrale del Nazionale di Quarrata, che la mano del polivalente musicista sull’opera di Gioacchino Rossini fosse una di quelle alla sua maniera, ironica oltre ogni ragionevole fedeltà librettistica. E invece…

L’obiezione, badate bene, non è certo relativa alla tassonomia dell’interpretazione, ma alla scarsa volatilità della rilettura, dissacrata, ma non abbastanza, dall’acconciatura di Elio e dal suo slang, un mix di dialettalismo meridionale condito da quei meravigliosi nonsenso. Che non son bastati a divertire un pubblico delle grandi occasioni – la sala era piena – accorso non certo per i richiami operistici, quanto per la dissacrante vena devastatrice del mattatore dalle sopracciglia incredibili, portavoce di uno dei gruppi musicali e satirici più preparati in circolazione.
«Abbiamo in cantiere una nuova incisione – mi ha raccontato Elio prima dello spettacolo, parlando al plurale in veste di componente delle Storie tese –, ma non abbiamo ancora le idee chiarissime e poi, oltre a una minore disponibilità economica circa qualsiasi tipo di investimento, anche e soprattutto musicale, non ha alcun senso che si sforni qualcosa che non ci convinca del tutto».
Parlando di musica con Elio scatta, automaticamente, l’interesse e la curiosità di sapere come si trovi dietro quel tavolo di giurato a X Factor.
«La televisione è una macchina indispensabile per restare sulla cresta dell’onda e poi è una fonte di benessere notevole: quello che guadagno in tv non riuscirei mai ad intascarlo nemmeno sfornando un Cd ogni sei mesi. E poi non credere che sia tutto così brutto e artefatto come a volte appare: ho avuto modo di ascoltare giovani con idee bislacche ma stravaganti e ho anche avuto la voglia e la forza di promuoverli. Certo, l’irascibilità di alcune mie colleghe di giuria è sovente irritante, ma nella merda ci siamo ormai tutti dentro fino al collo; occorre muoversi con discrezione in modo tale da riuscire a fare qualcosa che non emani un odore nauseabondo».

Domattina [stamattina – n.d.r.] è tempo di Primarie…

«E andrò a votare, come ho sempre fatto. Non credo che abbia alcun senso manifestare il proprio disamore restando a casa, però non chiedermi a chi darò la mia preferenza: uno perché non ho ancora deciso e secondo, perché se anche lo sapessi, non te lo direi».

Torniamo alla musica, che è meglio.

«Io sono fermo all’età d’oro, quegli anni ’70 irripetibili e irripetuti. Ascolto di tutto, ma non sono ancora riuscito a scovare qualcosa che rappresenti una novità: tutto quello che riesco a sentire viaggia su tracce musicali già ascoltate e incise in quel meraviglioso decennio, dei Beatles, Rolling Stones, Jimi Hendrix, Earth Wind and Fire, Pink Floyd, Genesis e via discorrendo: dopo, nulla è stato così importante e innovativo».

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Foto di Luigi Scardigli.
[Domenica 25 novembre 2012 - © Quarrata/news 2012]

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