Contattato il Quirinale sull’iter delle
richieste presentate a Roma – Presto anche un esposto alla Corte dei Conti
SAN MARCELLO-MONTAGNA. Tutto si può, fuorché pensare che il Comitato recupero
ammanco in Comunità Montana dorma o si adagi sugli allori.
Ed eccolo di nuovo rifarsi vivo dinanzi
all’apparente inerzia della Procura della Repubblica che, a distanza di mesi
dalla consegna della relazione-Eller non ha ancora mosso foglia.
Certo gli uffici giudiziari staranno
facendo del loro meglio: ma alla gente della Montagna che ha dovuto non solo
rinunciare alla Comunità, ma sentirsi anche derisa per essere stata riccamente
derubata per anni, è difficile spiegare che deve stare buona e calma quando da
quasi due anni tutto resta immobile e sembra che chiarezza non debba essere
fatta e non giungere mai.
Ed ecco che i vertici del Comitato dei
1.500 cittadini inquieti si sono rimessi in movimento e hanno contattato
il Quirinale – a cui tempo fa avevano portato le loro lagnanze – per sapere a
che punto è la loro pratica.
E una risposta c’è stata: il Quirinale
ha detto di avere scritto a Pistoia. A chi di preciso, forse, non è possibile
saperlo, ma immaginarlo certo sì.
Sarà la lettera del Quirinale a dare
una mossa alla lentezza con cui si sta svolgendo l’operazione ammanco? La gente
del Comitato – Graziella Cimeli, la vivace e tenacissima portavoce, in prima
fila – si augura di sì.
E proprio per non lasciare niente di
intentato, la gente che chiede giustizia ha pensato di presentare anche una denuncia
alla Corte dei Conti.
Per l’esattezza una denuncia in tal
senso è già stata presentata anche dai Sindaci della Montagna e dalla Provincia
stessa; e gli amministratori sono stati ricevuti dal Procuratore della Corte
dei Conti. Ma quanta più forza avrà la richiesta avanzata e suffragata non solo
dai rappresentanti del popolo, ma da una nutritissima schiera di popolo stesso,
1.500 cittadini derubati che, con questa loro mossa, avanzano, nei confronti
della Corte dei Conti, un qualcosa assomiglia assai a una class action?
È questo quanto si legge nel comunicato
diffuso alla stampa nel pomeriggio di oggi e che potete leggere qui sotto:
A nome del Comitato promotore “Recupero
Ammanco Comunità Montana”, comunico che in data 23 Novembre c.m. un componente
del Comitato ha direttamente interpellato l’Ufficio Affari Interni del
Quirinale per conoscere lo stato di avanzamento della nostra richiesta, portata
da una delegazione del Comitato direttamente a Roma il 22 Ottobre 2012.
Come il blog Quarrata/news e la
stampa locale hanno riportato in evidenza, sono state avanzate, supportate da
1.500 firme di cittadini della Montagna, precise richieste in ordine allo
scandalo venuto a conoscenza a far data dal Marzo 2011 in Comunità Montana.
È stato risposto dall’ufficio Affari
Interni del Quirinale che la pratica è attiva e che sono stati richiesti a più
soggetti (Comuni, Provincia, Magistratura?) “elementi di chiarimento” che una
volta arrivati, dovranno essere valutati.
Lasciamo a ciascuno la valutazione, in
positivo od in negativo, di quanto riferito.
Il Comitato è comunque abbastanza
propenso a credere che, ove ciò fosse vero, qualcosa dovrà pur accadere…
Nel frattempo viene concordato di
inviare alla Corte dei Conti un ulteriore esposto per i danni annessi e
connessi alla eventuale attività criminogena, in ambito contabile,
eventualmente posta in essere da una o più persone in concorso.
Il Comitato desidera rassicurare tutti
i cittadini che l’attenzione è vigile e costante sull’accaduto e nessuna nuova
creatura politica in gestazione – dal Comunone alla Unione dei Comuni – farà
cessare l’obbiettivo unico per il quale il Comitato è nato ed ancora operante:
la ricerca dei colpevoli, anche politici, che “non potevano” non sapere.
Il presente comunicato desidera
rassicurare i Cittadini della Montagna che il Comitato promotore “Recupero
Ammanco Comunità Montana” non ha esaurito il suo compito.
Lo farà quando “le cose” saranno
chiarite.
Distinti saluti.
P. il Comitato promotore
“Recupero Ammanco Comunità Montana”
Graziella Cimeli
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[Martedì 27 novembre 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
Brava, Graziella !!!
RispondiEliminaCara Graziella, il tuo comportamento è encomiabile, ma ...
RispondiEliminasecondo me sarà più facile che il biblico cammello passi dalla cruna dell'ago che i soldi rubati vengano restituiti.
Con le dovute proporzioni è come il mio pacco che doveva arrivare a Bologna..
Dalla tracciatura risulta che è regolarmente partito dall'Ufficio Postale ed è arrivato a Pistoia Recapito Pratese alle ore17,22 del 29 ottobre 2102 e lì è rimasto.
Dopo aver fatto reclamo le Poste Italiane ne fanno ricerca e dopo qualche giorno mi dicono telefonicamente che non lo hanno trovano e di conseguenza è stato perso.
Ma, … un pacco di 20x20x20 cm. tracciato con il codice a barre si perde??? o si ruba???
La nostra Nazione Italia deve essere rifatta completamente a partire dalla più alta carica (e se dal buongiorno si vede il mattino) come si può avere fiducia a uno che da parlamentare europeo si è fatto ripetutamente restituire 800 euro per 90 euro spesi (la famosa storia dei voli a Bruxelles e ancora visibile su You Tube). http://www.youtube.com/watch?v=8L-e5Cvm-wQ
Canis canem non est
Aggiungo, poco fa mi è arrivata questa e- mail. Ve la giro, a riprova di quello che ho scritto sopra :
RispondiElimina-Come libera cittadina, esercitando il diritto democratico di esprimere il mio pensiero vorrei sottoporre a tutti i cittadini il vergognoso comportamento dei nostri parlamentari che hanno spostato la data del voto dal 6 al 13 aprile con lo scopo prioritario di assicurare la pensione, (e che pensione!! sono tanti tanti soldi) ai loro colleghi (complici) della
1° legislatura. la pratica è di per sé poco etica, ma in un momento come questo, in cui si chiedono al paese sacrifici quasi insostenibili, in cui il lavoro è un'illusione e le acciaierie chiudono i battenti, è addirittura insultante.
vorrei esprimere il mio sconcerto nei confronti del Presidente Napolitano, che da maggiore carica istituzionale del nostro stato non è intervenuto contro questo sopruso nei confronti dei cittadini.
si taglia tutto, servizi, pensione, sanità ma la casta non rinuncia a nessuno dei suoi privilegi.
Lettera firmata
e ancora aggiungo :
RispondiElimina- ROMA – Novanta onorevoli in più, da eleggere alle prossime politiche, per tagliare… gli onorevoli. E’ questa l’ultima, bulimica, idea di un Parlamento ingordo che con questa norma inserita in un apposito disegno di legge potrebbe far lievitare il numero degli onorevoli oltre quota 1000.
E’ quello che prevede un disegno di legge appena approvato dalla commissione Affari costituzionali del Senato, in un iter insolitamente rapido. Cosa c’è di meglio, per decidere come tagliare i parlamentari e i costi della politica, annosissima questione, se non imbarcare altri 90 onorevoli “ad hoc”? Sì perché, spiega Sergio Rizzo sul Corriere della Sera, i “magnifici 90″ farebbero parte di una apposita commissione Costituente chiamata a intervenire sulla seconda parte della Costituzione:
Ne dovrebbero far parte novanta persone, che non potrebbero ricoprire altri incarichi elettivi, come quello di parlamentare o consigliere regionale. Con il risultato inevitabile di far crescere, sia pure per un solo anno (tanto dovrebbe durare l’incarico) il numero delle poltrone. A loro saranno affidati interventi come il taglio dei parlamentari, l’abolizione del bicameralismo perfetto, i poteri del presidente della Repubblica… Il tutto mentre nei cassetti di Palazzo Madama giacciono proposte di legge a bizzeffe sugli stessi argomenti. Sulla riduzione del numero dei parlamentari si era perfino raggiunto un accordo fra tutti i partiti: 508 deputati e 254 senatori. Poi la cosa è sfumata.
Questa commissione Costituente avrà infatti un costo che dovrà essere coperto, in parti uguali, dalla Camera e dal Senato. E lo stipendio dei Novanta? «Il trattamento economico dei membri della commissione Costituente è pari a quello dei membri della Camera dei deputati, ivi comprese le indennità accessorie», hanno proposto Luciana Sbarbati e il suo collega Giampiero D’Alia. Il conto? Una ventina di milioni in un anno. Per fare una riforma che, come ha ricordato Pardi, secondo l’articolo 138 della Costituzione è invece compito del Parlamento. Un po’ caruccio di questi tempi, no?