martedì 27 novembre 2012

COMUNITÀ MONTANA. IL COMITATO RECUPERO AMMANCO NON DORME


Contattato il Quirinale sull’iter delle richieste presentate a Roma – Presto anche un esposto alla Corte dei Conti

SAN MARCELLO-MONTAGNA. Tutto si può, fuorché pensare che il Comitato recupero ammanco in Comunità Montana dorma o si adagi sugli allori.
Ed eccolo di nuovo rifarsi vivo dinanzi all’apparente inerzia della Procura della Repubblica che, a distanza di mesi dalla consegna della relazione-Eller non ha ancora mosso foglia.

Certo gli uffici giudiziari staranno facendo del loro meglio: ma alla gente della Montagna che ha dovuto non solo rinunciare alla Comunità, ma sentirsi anche derisa per essere stata riccamente derubata per anni, è difficile spiegare che deve stare buona e calma quando da quasi due anni tutto resta immobile e sembra che chiarezza non debba essere fatta e non giungere mai.
Ed ecco che i vertici del Comitato dei 1.500 cittadini inquieti si sono rimessi in movimento e hanno contattato il Quirinale – a cui tempo fa avevano portato le loro lagnanze – per sapere a che punto è la loro pratica.
E una risposta c’è stata: il Quirinale ha detto di avere scritto a Pistoia. A chi di preciso, forse, non è possibile saperlo, ma immaginarlo certo sì.
Sarà la lettera del Quirinale a dare una mossa alla lentezza con cui si sta svolgendo l’operazione ammanco? La gente del Comitato – Graziella Cimeli, la vivace e tenacissima portavoce, in prima fila – si augura di sì.
E proprio per non lasciare niente di intentato, la gente che chiede giustizia ha pensato di presentare anche una denuncia alla Corte dei Conti.
Per l’esattezza una denuncia in tal senso è già stata presentata anche dai Sindaci della Montagna e dalla Provincia stessa; e gli amministratori sono stati ricevuti dal Procuratore della Corte dei Conti. Ma quanta più forza avrà la richiesta avanzata e suffragata non solo dai rappresentanti del popolo, ma da una nutritissima schiera di popolo stesso, 1.500 cittadini derubati che, con questa loro mossa, avanzano, nei confronti della Corte dei Conti, un qualcosa assomiglia assai a una class action?
È questo quanto si legge nel comunicato diffuso alla stampa nel pomeriggio di oggi e che potete leggere qui sotto:

A nome del Comitato promotore “Recupero Ammanco Comunità Montana”, comunico che in data 23 Novembre c.m. un componente del Comitato ha direttamente interpellato l’Ufficio Affari Interni del Quirinale per conoscere lo stato di avanzamento della nostra richiesta, portata da una delegazione del Comitato direttamente a Roma il 22 Ottobre 2012.
Come il blog Quarrata/news e la stampa locale hanno riportato in evidenza, sono state avanzate, supportate da 1.500 firme di cittadini della Montagna, precise richieste in ordine allo scandalo venuto a conoscenza a far data dal Marzo 2011 in Comunità Montana.
È stato risposto dall’ufficio Affari Interni del Quirinale che la pratica è attiva e che sono stati richiesti a più soggetti (Comuni, Provincia, Magistratura?) “elementi di chiarimento” che una volta arrivati, dovranno essere valutati.
Lasciamo a ciascuno la valutazione, in positivo od in negativo, di quanto riferito.
Il Comitato è comunque abbastanza propenso a credere che, ove ciò fosse vero, qualcosa dovrà pur accadere…
Nel frattempo viene concordato di inviare alla Corte dei Conti un ulteriore esposto per i danni annessi e connessi alla eventuale attività criminogena, in ambito contabile, eventualmente posta in essere da una o più persone in concorso.
Il Comitato desidera rassicurare tutti i cittadini che l’attenzione è vigile e costante sull’accaduto e nessuna nuova creatura politica in gestazione – dal Comunone alla Unione dei Comuni – farà cessare l’obbiettivo unico per il quale il Comitato è nato ed ancora operante: la ricerca dei colpevoli, anche politici, che “non potevano” non sapere.
Il presente comunicato desidera rassicurare i Cittadini della Montagna che il Comitato promotore “Recupero Ammanco Comunità Montana” non ha esaurito il suo compito.
Lo farà quando “le cose” saranno chiarite.
Distinti saluti.
P. il Comitato promotore
“Recupero Ammanco Comunità Montana”
Graziella Cimeli
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 27 novembre 2012 - © Quarrata/news 2012]

4 commenti:

  1. Cara Graziella, il tuo comportamento è encomiabile, ma ...
    secondo me sarà più facile che il biblico cammello passi dalla cruna dell'ago che i soldi rubati vengano restituiti.

    Con le dovute proporzioni è come il mio pacco che doveva arrivare a Bologna..

    Dalla tracciatura risulta che è regolarmente partito dall'Ufficio Postale ed è arrivato a Pistoia Recapito Pratese alle ore17,22 del 29 ottobre 2102 e lì è rimasto.
    Dopo aver fatto reclamo le Poste Italiane ne fanno ricerca e dopo qualche giorno mi dicono telefonicamente che non lo hanno trovano e di conseguenza è stato perso.

    Ma, … un pacco di 20x20x20 cm. tracciato con il codice a barre si perde??? o si ruba???

    La nostra Nazione Italia deve essere rifatta completamente a partire dalla più alta carica (e se dal buongiorno si vede il mattino) come si può avere fiducia a uno che da parlamentare europeo si è fatto ripetutamente restituire 800 euro per 90 euro spesi (la famosa storia dei voli a Bruxelles e ancora visibile su You Tube). http://www.youtube.com/watch?v=8L-e5Cvm-wQ

    Canis canem non est

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  2. Aggiungo, poco fa mi è arrivata questa e- mail. Ve la giro, a riprova di quello che ho scritto sopra :
    -Come libera cittadina, esercitando il diritto democratico di esprimere il mio pensiero vorrei sottoporre a tutti i cittadini il vergognoso comportamento dei nostri parlamentari che hanno spostato la data del voto dal 6 al 13 aprile con lo scopo prioritario di assicurare la pensione, (e che pensione!! sono tanti tanti soldi) ai loro colleghi (complici) della
    1° legislatura. la pratica è di per sé poco etica, ma in un momento come questo, in cui si chiedono al paese sacrifici quasi insostenibili, in cui il lavoro è un'illusione e le acciaierie chiudono i battenti, è addirittura insultante.
    vorrei esprimere il mio sconcerto nei confronti del Presidente Napolitano, che da maggiore carica istituzionale del nostro stato non è intervenuto contro questo sopruso nei confronti dei cittadini.
    si taglia tutto, servizi, pensione, sanità ma la casta non rinuncia a nessuno dei suoi privilegi.
    Lettera firmata

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  3. e ancora aggiungo :
    - ROMA – Novanta onorevoli in più, da eleggere alle prossime politiche, per tagliare… gli onorevoli. E’ questa l’ultima, bulimica, idea di un Parlamento ingordo che con questa norma inserita in un apposito disegno di legge potrebbe far lievitare il numero degli onorevoli oltre quota 1000.
    E’ quello che prevede un disegno di legge appena approvato dalla commissione Affari costituzionali del Senato, in un iter insolitamente rapido. Cosa c’è di meglio, per decidere come tagliare i parlamentari e i costi della politica, annosissima questione, se non imbarcare altri 90 onorevoli “ad hoc”? Sì perché, spiega Sergio Rizzo sul Corriere della Sera, i “magnifici 90″ farebbero parte di una apposita commissione Costituente chiamata a intervenire sulla seconda parte della Costituzione:
    Ne dovrebbero far parte novanta persone, che non potrebbero ricoprire altri incarichi elettivi, come quello di parlamentare o consigliere regionale. Con il risultato inevitabile di far crescere, sia pure per un solo anno (tanto dovrebbe durare l’incarico) il numero delle poltrone. A loro saranno affidati interventi come il taglio dei parlamentari, l’abolizione del bicameralismo perfetto, i poteri del presidente della Repubblica… Il tutto mentre nei cassetti di Palazzo Madama giacciono proposte di legge a bizzeffe sugli stessi argomenti. Sulla riduzione del numero dei parlamentari si era perfino raggiunto un accordo fra tutti i partiti: 508 deputati e 254 senatori. Poi la cosa è sfumata.
    Questa commissione Costituente avrà infatti un costo che dovrà essere coperto, in parti uguali, dalla Camera e dal Senato. E lo stipendio dei Novanta? «Il trattamento economico dei membri della commissione Costituente è pari a quello dei membri della Camera dei deputati, ivi comprese le indennità accessorie», hanno proposto Luciana Sbarbati e il suo collega Giampiero D’Alia. Il conto? Una ventina di milioni in un anno. Per fare una riforma che, come ha ricordato Pardi, secondo l’articolo 138 della Costituzione è invece compito del Parlamento. Un po’ caruccio di questi tempi, no?

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