venerdì 30 novembre 2012

RENZI “FIGLIO DI PISTOIA”, TEORIA E TECNICA DEL POTERE IN PALAZZO BALÌ


Le regole del gioco, il Regolamento Urbanistico e le Primarie del Pd Bianchi e Rossi, Neri e Bianchi La storia si ripete Intervento di Giampaolo Pagliai

PISTOIA. Per fortuna Pistoia non è sempre una città marginale.
Ieri quando all’inizio del tg delle ore 20 Mentana, commentando il misfatto del giorno riguardante le primarie del Pd e cioè l’iniziativa della fondazione Big Bang di pubblicare l’invito rivolto a tutti ad iscriversi per via telematica in modo da poter partecipare al voto di domenica 2 dicembre, ha mostrato la pianta del centro storico di Pistoia e il palazzo del Baly (via Cavour, 37), allora ho sentito l’orgoglio della pistoiesità.

Chi ha più di 70 anni ricorderà il rito dei sensali, che proprio sul Canto del Baly nei giorni di mercato con strette di mano scenografiche, prolungate, e convalidate con un testimone con l’imposizione della mano stipulavano le regole contrattuali per la vendita soprattutto di vacche, vitelle e buoi.
Altri tempi, altri uomini, quella stretta di mano valeva più di un contratto notarile: le regole non si potevano più cambiare.
Orbene la divisione, prima in Toscana e poi dovunque, fra Bianchi e Neri, nacque proprio lì, in via Panciatici per lo scontro interno alle famiglie nobili pistoiesi, motivato dalla nomina dello spedalingo del Ceppo (il moderno amministratore delle Asl).
Nel palazzo del Baly abitavano i Panciatici, gente ricca e di potere, banchieri amici dei Medici che quando venivano a Pistoia alloggiavano proprio in quel palazzo. Anche negli ultimi quarant’anni il potere vero è stato gestito più da quel palazzo che dal palazzo di Giano: non c’è presidente di banca o fondazione bancaria che non abbia avuto il suo studio proprio lì.
La storia si ripete, oggi il forte scontro interno al Pd scoppiato a livello nazionale è nato proprio dentro quel palazzo, sede legale della Fondazione Big Bang.
A Pistoia la gran parte della nomenclatura del Pd e contorni sta dalla parte di Bersani, però il 57% degli elettori ha votato per Renzi, e chi sa che succederebbe se si potessero cambiare le regole del gioco.
A questo proposito devo riconoscere all’ex consigliere comunale Roberto Bartoli una grande coerenza che non mostrano di avere la gran parte dei sostenitori di Bersani: “le regole del gioco non si possono cambiare tra il primo e il secondo tempo”.
Che questo lo sostengano i ventuno consiglieri comunali di “sinistra” che il venti febbraio 2012 in Consiglio Comunale a Pistoia votarono una mozione tesa a stravolgere le regole, decise all’unanimità qualche mese prima, che dovevano regolare le procedure di voto sul, poi abortito, progetto di Regolamento Urbanistico, è sconcertante.
Mi rivolgo ora a quei ventuno “democraticissimi” consiglieri comunali: perché a febbraio le regole del gioco si potevano cambiare a partita già iniziata mentre a novembre dello stesso anno non si possono più cambiare?
Mi rispondano i ventuno paladini della sciagurata mozione Mazzieri, Mazzotta, Bartoli.
Comunque domenica mi auguro vinca il migliore.
Giampaolo Pagliai
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[Venerdì 30 novembre 2012 - © Quarrata/news 2012]

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