mercoledì 21 novembre 2012

PRIMARIE DEL CENTROSINISTRA. GROSSO GUAIO A PISTOIATOWN


di Luigi Scardigli

PISTOIA. Tra le dieci province della Toscana – o tra quelle che resteranno dopo l’accorpamento – Pistoia è sicuramente quella ad origine più controllata delle altre. Lo dimostra, insindacabilmente, il dispotismo rosso (a cui ho sempre contribuito, da Lido-Lido in poi) che regna sulla città degli ortovivaisti dal secondo dopo guerra: prima era il Pci, poi, cambiando nome, ma non certo uomini, fino all’ultimo rampollo, Samuele Bertinelli, figlio, legittimassimo, di tutti quelli che l’hanno preceduto.

Domenica, 25 novembre, il centrosinistra italiano – che con la sinistra storica non ha davvero nulla da spartire, nel bene e nel male – andrà alle urne per scegliere il candidato che rappresenterà l’ariete da contrapporre al centro destra (che con la destra storica non ha davvero nulla da spartire, nel bene e nel male). E sabato, il giorno prima, a mezzogiorno, al Dopolavoro Ferrovieri, luogo culto del sindacalismo più acceso – che con quello attuale non ha davvero nulla da spartire – Matteo Renzi, il nuovo che avanza, verrà a legittimarsi nella terra di Bersani, quella del seggio di Ponte alle Tavole.
I seguaci pistoiesi del rampollo fiorentino fremono: l’occasione per sdoganarsi da una sinistra ormai al limite della presentabilità, è grande, tanto che l’evento sarà preceduto, venerdì sera, da una festa propiziatoria in musica, al Melos. In via degli Orafi, del resto, da qualche settimana, a confermare euforie incontrollabili, c’è addirittura un seggio volante (al posto del negozio di fotografie targato Berti, ma gestito da donna Enza) attorno al quale, dal pomeriggio fino a sera, bivaccano, in cerca di consensi e sottoscrizioni, un nugolo di bravi ragazzi e ragazze, la maggior parte dei quali davvero animato da spirito di rinnovamento (rinnovamento che però sono costretti a dividere con Sabrina Sergio Gori, ex-Sindaca di Quarrata e ora Assessore al bilancio di San Marcello che ha, come idee, quelle di una Dc da anni 60, vecchia quanto un mammut ma riciclata in Pd, basta tenere le mani in pasta – n.d.r.).
Per simpatia endemica e per dovere professionale, ho seguito i primi incontri carbonari dei seguaci di Renzi. La cosa che mi ha sbalordito, negativamente, è stata la miopia, mista a presunzione (due termini nefasti, ma nell’occasione con un’accezione benevola), con la quale questo corpo sociale, che si è andato via via ingrossando, ha deciso di affrontare le Primarie: forza, coraggio, vinceremo.
Quando mi sono permesso il lusso di chiedere, ai numerosi presenti, come si comporteranno alle Nazionali della prossima primavera, qualora il candidato del centrosinistra non fosse Matteo Renzi, ho ricevuto poche risposte, nebulose e contraddittorie e molti silenzi. La stessa identica cosa, posso tranquillamente immaginare, e dunque concludere, sarebbe capitata se anche i seguaci di Bersani, Vendola e  Puppato si fossero esposti tanto, prima del voto, così, del resto, come è successo per le primarie di Pistoia.
Domanda politicamente corretta, la mia, giornalisticamente inevitabile: perché la città di Bartoli o della Turco non sarebbe stata la stessa di Bertinelli, così come il Paese in mano a Renzi non somiglierebbe a quello di Bersani, vero?
È bene dunque che sia Renzi a rappresentare il centrosinistra e con lui tutti i proclami di una pulizia etnica e clientelare che sarebbe dovuta iniziare molti anni fa e promossa, su scala nazionale, proprio dalla sinistra?
Sarà meglio invece che ci si affidi al buon vecchio Bersani, per avere la certezza di non cedere il Paese al centro-destra del dopo Berlusconi? O è arrivato il momento di spiazzare tutto e tutti e confidare nella filosofia pugliese del buon Vendola per rompere del tutto con un passato sterilmente maschilista e maschista e non dover sottostare alla logica bancaria della rinascita tecnica?
E la Puppato, anche lei ha diritto di sognare?
Mi viene in mente Nanni Moretti e i suoi dubbi amletici circa la sua eventuale partecipazione alla festa alla quale è stato invitato: mi noteranno più se non vado o se vado e resto tutta la sera seduto in disparte?

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[Mercoledì 21 novembre 2012 - © Quarrata/news 2012]

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