di EDOARDO BIANCHINI
PISTOIA. Tra pochissimi minuti (ore 11:30) Paolo Bargellini – prima Presidente,
poi Commissario del Consorzio disciolto e riformato Ombrone-Bisenzio – parlerà,
a quanto si dice, nella sede pistoiese del suo istituto, in via Traversa della
Vergine 81 a Pistoia.
Della conferenza stampa ce ne informano
Tiziana Gori e Beatrice Faragli dal Tirreno, il quotidiano che, almeno
per ora, sembra stare dalla parte dei pistoiesi: c’è da intendersi, se mai,
quali pistoiesi; se, cioè, quelli che la Nazione ha chiamato ‘gattopardi
dei consorzi’ (vedi
qui), oppure la gente che immancabilmente ogni anno – e anche sotto le
vacanze di Natale – finisce, nella piana quarratina, maledettamente sott’acqua.
È comunque straordinario – anche se non
desta particolare meraviglia – dover assistere alla scalmana di
Bargellini, che frulla, in questi giorni, come un elettrone intorno al nucleo,
e che, con un’opera concertata e coordinata da truppe cammellate, sta
raccattando o ha raccattato – dicono – deleghe su deleghe, in una sorta di vero
e proprio aggiotaggio. Certo: lo fanno tutti e lo fanno anche a Firenze, ma l’impegno
bargelliniano (che obiettivamente si sente più a rischio, se non altro per una quantità
degli elettori inferiore all’altra area concorrente) risulta più visibile; il
che sembrerebbe mostrare la gran voglia di interessarsi della cosa pubblica e
del bene comune targato PT, pur se i dati delle opere non fatte e di quelle sub
iudice sembrano smentire, nei fatti, il lavorio e le capacità di chi,
finora, e non per un semplice periodo di interregno veloce, ha avuto in mano le
sorti dell’acqua in casa della gente della Bassa Quarratina.
Lo so perfettamente: non sono affatto tenero
con Bargellini. Ma anche perché non intendo esserlo: né come giornalista
(funzione che Bargellini non rispetta a dovere o altrimenti non avrebbe
invitato alla sua autodifesa-contrattacco solo i giornali strutturati e/o forse
solo quelli chiaramente favorevoli a lui e alla sua politica), né come potenziale
elettore del Consorzio. E pur avendo spiegato perché, qui lo ripeto: chiamato a
darmi ragione di come spendeva anche i miei soldi con il suo
Consorzio, Bargellini mi ha mandato a fandòmo con un bel silenzio
assoluto che testimonia la sua anima profonda di buon amministratore. Non venga
fuori con chiacchiere: ci sono le richieste in posta elettronica certificata e
ciò fa fede della sua sincera trasparenza democratica.
Se a questo si aggiunge che nel programma-Manetti
c’è una lista infinita di cose tutte da fare e finora mai fatte, sono ancora
più convinto che Bargellini non possa rappresentare non solo la novità dell’impegno,
ma addirittura sia la garanzia matematica dell’ancien régime, checché ne
dica il provincialismo campanilistico pistoiese, vera ostrica attaccata al suo
scoglio, come direbbe Verga.
Sarebbe opportuno che stamattina – anzi
tra pochissimi minuti – qualche collega, che andrà alla conferenza stampa, gli
chiedesse di spiegare al popolo, le cui sorti Bargellini vuole tutelare a ogni
costo, come mai la sua gestione è costata il doppio rispetto a quella di altri
Consorzi toscani; o che fine abbiano fatto – è una domanda che ci è stata
suggerita da una vocetta carbonara – quei tre automezzi enormi (dal
costo suggerito di un milione di euro) mai utilizzati, sembra, perché nessuno
del personale del Consorzio Ombrone-Bisenzio aveva una patente adatta alla
guida.
Il resto di ciò che Bargellini dirà,
scusate, ma non può che essere una sorta di geremiade che ha solo il
sapore di un Cicero pro domo sua…
[Questo intervento è pubblicato come
espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]
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[Venerdì 29 novembre 2013 | 10:31 - © Quarrata/news]
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