Maggioranze e opposizioni nelle
istituzioni della Seconda Repubblica
PISTOIA. Chissà se l’Assessore Tina Nuti conosce il Confiteor
e la parte nella quale si chiede perdono a Dio per avere molto peccato in “pensieri,
parole, opere ed omissioni”: laica o cattolica questa preghiera dell’umana
debolezza di tutti noi mortali, però, induce a riflettere. Specialmente sulle “omissioni”
di cui la vicenda relativa al casuale impiego presso il San Jacopo della figlia
– unica vittima, sia detto a scanso equivoci – è piena.
Anche questa Signora Nuti, espressione della
sessantennale presupposta “superiorità morale (!)” della sinistra nei confronti
di chi ad essa (sinistra) si contrappone, fa parte della categoria di coloro ai
quali è applicato il concetto del “poteva non sapere”.
A lei sì, a Berlusconi no.
Del resto è sempre stato un ritornello
molto amato a sinistra: «Il Pci è un Paese pulito in un Paese sporco, un Paese onesto
in un Paese disonesto, un Paese colto in un Paese ignorante», diceva ironicamente Pasolini nel 1974.
Lo diceva ironicamente perché aveva
compreso che l’Italia è un pateracchio in cui, dopo aver finto di litigare, ci
si siede tutti a tavola insieme a fare bisboccia.
Una vicenda, quella della signora Nuti,
che, da parte di un’opposizione consiliare – a questo
punto compiacente e moscia –, ci offre l’esatta dimensione del concetto di
maggioranza e opposizione, e ci chiarisce perché Pistoia è una «città di morti viventi» (o «di tutti» [insieme], come
diceva Bertinelli in campagna elettorale) che assorbe tutto ciò che una società
[in]civile senza più regole e imperativi morali, come giustamente sottolinea Paola
Fortunati in un post precedente, è in grado di offrire.
Nella seduta di ieri due Consiglieri di
sinistra (ammesso e non concesso che questo termine abbia ancora un significato
e una categoria di appartenenza), seppur con motivazioni che certamente
forniranno in via ufficiale, hanno deciso di “non stare al gioco”, e se ne sono
andati dall’aula: l’opposizione, stando almeno a quel che si legge e la Fortunati
riferisce, a esclusione di Bartolomei, che ha giustamente chiesto le dimissioni
dell’Assessore, ha “giocato”.
«La questione morale è la pietra miliare su cui si costruisce
questa formazione politica», spiegava Achille
Occhetto nel 1990. «La questione morale, come abbiamo sempre detto, per noi è pregiudiziale», affermava ancora Achille Occhetto nel 1992.
E Walter Veltroni nel 1999: «Lo voglio ribadire: per noi la questione morale è un valore
indiscutibile».
Evidentemente anche il centrodestra, vittima
della sindrome di Stoccolma, accetta e si adegua.
Ci pare di comprendere che l’unica ad
avere dimostrato una certa “moralità” politica – e che l’abbia logicamente
pagata – sia stata la signora Ginevra Lombardi.
Il resto non è noia, come dice Vasco:
il resto è schifezza.
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[Martedì 14 gennaio 2014 | 16:02 - © Quarrata/news]
condivido e ri-sottoscrivo tutto quello che dici, Felice, però io non ho raccontato che Bartolomei ha chiesto le dimissioni dell'Assessore Nuti, perché non l'ha fatto. Bartolomei ha tristemente constatato che in questo paese non si dimette nessuno, né la ministra Cancellieri, né la di Girolamo, e quindi inutile forse pretendere le dimissioni di Tina Nuti. Ha poi parlato della moglie di Cesare invitando l'Assessore a riflettere al buio delle sue stanze :).
RispondiEliminaE' pur vero che in generale, dall'opposizione avremmo voluto sentire parole più chiare.
Questo per la precisione.
Paola
Dire che l'opposizione ha "giocato" sarebbe come dire che, sotto sotto, era d'accordo con l'assessore. Ovviamente non posso parlare per gli altri ma per quello che riguarda il Movimento 5 Stelle posso affermare che noi abbiamo chiaramente chiesto all'assessore Nuti di rimettere la sua delega alla sanità, trovandosi in quello che noi riteniamo essere un conflitto di interessi. Perchè non le dimissioni? Perché, anche se siamo continuamente tacciati di demagogia e populismo, siamo consapevoli che esiste uno stato di diritto e che finchè non è provata l'intromissione dell'assessore nell'assunzione della figlia presso la Ge.Sat. ella è da ritenersi del tutto estranea. Certo, il sospetto nei cittadini rimane e non sarà certo la sua riconferma da parte del Sindaco che lo farà calare. Non è quindi (almeno per ora) un problema di legittimità ma di opportunità: è opportuno che un tale sospetto possa far considerare l'assessore, almeno per quanto riguarda la sanità, al di sopra delle parti? Ecco il perchè dell'invito a lei da noi rivolto a considerare la remissione della delega nelle mani del Sindaco.
RispondiEliminaOvviamente questo non è stato fatto.
Termino precisando che nei nostri due interventi sono state pronunciate parole chiare e precise come siamo abituati a fare senza guardare in faccia nessuno, e come continueremo a fare da qui al termine del mandato che i cittadini ci hanno affidato.
Luca Rossi
Mi sembra di aver compreso che i 5 Stelle hanno chiesto la "remissione" della delega della sanità all'Assessore Nuti. Sinceramente mi sembra che si stia giocando con i termini, tipo legittimità,opportunità , populismo etc. Fate l'opposizione e fatela bene, se posso permettermi. Senza telefonatine amichevoli preventive e quant'altro. Giustamente il barbaro principio del "non poteva non sapere" o si applica a tutti o a nessuno. Siete Cinque stelle? La sesta è: per aspera ad sidera ! Buon lavoro, ma senza tanti distinguo .
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