mercoledì 8 gennaio 2014

MORTI NON DI SALUTE, MA DI DEMOCRAZIA


di FELICE DE MATTEIS

La corruzione? La subiscono i cittadini, ma sta nello Stato e da lì piove nelle Regioni e strangola l’Italia

LO IPOTIZZA la Magistratura e non la facile critica dell’uomo qualunque: la maggioranza delle Regioni italiane è sotto inchiesta non per singole e personali ipotesi di reato, ma per indagini collettive su tutti i gruppi partitici che la nostra galassia ci offre. Associazione a delinquere l’ipotesi: sfruttando i nostri soldi.

Associazione a delinquere che coinvolge tutti: dagli “adulatori” del Dio Po, alle guide etiche del Pd, quelle della superiorità morale, ai vecchi ringalluzziti da una minorenne di anagrafe ma “scafata” fin dalla nascita, sua, non del Berlusca; per finire ai Casini (Pierferdy) che difende la famiglia – a parole – e si trastulla con la figlia di palazzinari romani. Tralasciando i Giuda, che non fanno più storia.
Il 1970 è stato l’anno terribile e irripetibile per l’Italia: sono state create le Regioni a statuto ordinario, dimostratesi in varie occasioni come associazioni a delinquere nei loro vertici politici e non certamente nella incolpevole manovalanza impiegatizia, in buona percentuale disponibile, però, a fare protocollare pratiche che, come si è visto in Pistoia, erano fasulle.
Lo prescrive la Costituzione della Repubblica Italiana, art. 114, senza appello. Così è e così deve essere. L’art. 114, però, non sancisce che i ladri, i malversatori, gli indegni ed i profittatori debbano trovare alloggio in galera e non in questi enti.
Da questa fogna che sono le Regioni, per empatia, il putrido si è espanso in Province e Comuni, con meno capacità economico/gestionali e quindi economicamente più controllabili.
Domanda: si parla tanto di eliminare le Province ma nessuno parla di levarsi dalle balle le Regioni, organismi macrocefali dalle mandibole inesauste che producono mala politica e succhiano per proprio tornaconto quanto più possibile dalle nostre tasche.
Tutto questo torbido percorso parte dallo Stato, organismo sempre più estraneo al cittadino, e si riverbera nella sua più conseguente appendice, la Regione, e giù a scendere.
Non si può criticare l’Abetone ed il suo Sindaco che, ringraziando il sig. Rossi, si becca €. 330.000 quasi tutti a fondo perduto per una macchina spalaneve di ultima generazione; e non ci si può arrabbiare con il Sindaco di Sambuca perché Torri è isolata da una frana o la frazione Case Alte di Maresca in San Marcello pure e non ci sono soldi per il ripristino della viabilità in questi borghi.
È chiaro che qualcosa non torna? È chiaro che l’Ente Regione è un ricettacolo di prebende mal gestite e mal distribuite secondo criteri di puro opportunismo politico e di chiaro favoritismo amicale?
Se questo concetto ancora fatica a prendere corpo nella collettività, allora ben venga il Comunone/Dynamone, palliativo virginale delle sozzerie di quaranta anni di mala politica in Comunità Montana e non solo, dei “migliori morali” del Pd, e magari nascerà qualche speaker “foresto” in quel di Cutigliano alle prossime amministrative, attuale maggioranza consenziente.
Speaker, appunto: uno annunciante fatti, cose ed eventi di altri, per conto del portafoglio di altri e inesorabilmente portatore di interessi “altri”.
Appunto perché tutto cambi e perché nulla cambi…?

[Questo intervento è pubblicato come espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]

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[Mercoledì 8 gennaio 2014 | 09:43 - © Quarrata/news]

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