di FELICE DE MATTEIS
La corruzione? La subiscono i
cittadini, ma sta nello Stato e da lì piove nelle Regioni e strangola l’Italia
LO IPOTIZZA la Magistratura e non la facile critica dell’uomo
qualunque: la maggioranza delle Regioni italiane è sotto inchiesta non per
singole e personali ipotesi di reato, ma per indagini collettive su tutti i
gruppi partitici che la nostra galassia ci offre. Associazione a delinquere l’ipotesi: sfruttando i nostri
soldi.
Associazione a delinquere che coinvolge
tutti: dagli “adulatori” del Dio Po, alle guide etiche del Pd, quelle della
superiorità morale, ai vecchi ringalluzziti da una minorenne di anagrafe ma “scafata”
fin dalla nascita, sua, non del Berlusca; per finire ai Casini (Pierferdy) che
difende la famiglia – a parole – e si trastulla con la figlia di
palazzinari romani. Tralasciando i Giuda, che non fanno più storia.
Il 1970 è stato l’anno terribile e
irripetibile per l’Italia: sono state create le Regioni a statuto ordinario, dimostratesi
in varie occasioni come associazioni a delinquere nei loro vertici politici e
non certamente nella incolpevole manovalanza impiegatizia, in buona percentuale
disponibile, però, a fare protocollare pratiche che, come si è visto in
Pistoia, erano fasulle.
Lo prescrive la Costituzione
della Repubblica Italiana, art. 114, senza appello. Così è e così deve essere.
L’art. 114, però, non sancisce che i ladri, i malversatori, gli indegni ed i
profittatori debbano trovare alloggio in galera e non in questi enti.
Da questa fogna che sono le Regioni, per
empatia, il putrido si è espanso in Province e Comuni, con meno capacità
economico/gestionali e quindi economicamente più controllabili.
Domanda: si parla tanto di eliminare le
Province ma nessuno parla di levarsi dalle balle le Regioni, organismi
macrocefali dalle mandibole inesauste che producono mala politica e succhiano
per proprio tornaconto quanto più possibile dalle nostre tasche.
Tutto questo torbido percorso parte
dallo Stato, organismo sempre più estraneo al cittadino, e si riverbera nella
sua più conseguente appendice, la Regione, e giù a scendere.
Non si può criticare l’Abetone ed il
suo Sindaco che, ringraziando il sig. Rossi, si becca €. 330.000 quasi tutti a
fondo perduto per una macchina spalaneve di ultima generazione; e non ci si può
arrabbiare con il Sindaco di Sambuca perché Torri è isolata da una frana o la
frazione Case Alte di Maresca in San Marcello pure e non ci sono soldi per il
ripristino della viabilità in questi borghi.
È chiaro che qualcosa non torna? È
chiaro che l’Ente Regione è un ricettacolo di prebende mal gestite e mal
distribuite secondo criteri di puro opportunismo politico e di chiaro
favoritismo amicale?
Se questo concetto ancora fatica a
prendere corpo nella collettività, allora ben venga il Comunone/Dynamone, palliativo
virginale delle sozzerie di quaranta anni di mala politica in Comunità Montana
e non solo, dei “migliori morali” del Pd, e magari nascerà qualche speaker “foresto”
in quel di Cutigliano alle prossime amministrative, attuale maggioranza consenziente.
Speaker, appunto: uno annunciante
fatti, cose ed eventi di altri, per conto del portafoglio di altri e
inesorabilmente portatore di interessi “altri”.
Appunto perché tutto cambi e perché
nulla cambi…?
[Questo intervento è pubblicato come
espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]
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[Mercoledì 8 gennaio 2014 | 09:43 - © Quarrata/news]
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