«Chi, come me, crede alle primarie deve però dimostrare di “volergli
bene”»
PISTOIA. Leggo con attenzione la
vostra lettera e volentieri ad essa rispondo, scusandomi fin da subito
perché dovrò ribadire in ultima analisi quanto già tutti conosciamo e quanto ho
affermato più volte in molteplici sedi.
La carta fondamentale del nostro stare
insieme, ovvero il nostro Statuto, prevede che la selezione delle candidature
alle cariche monocratiche avvenga con le primarie di coalizione e “qualora non
si svolgano primarie di coalizione, si procede con le primarie di partito”, a
meno che si utilizzi un diverso metodo concordato con la coalizione (articolo
18 c. 4).
La recente approvazione del regolamento
quadro da parte del livello regionale, sollecitato dalla nostra federazione, dà
un quadro chiaro degli adempimenti formali e costituisce uno strumento
importante per il lavoro delle Unioni Comunali, visto che stiamo discutendo di
elezioni comunali.
L’utilizzo dello strumento delle
primarie è dunque quello ordinario e tutti noi, a maggior ragione il
sottoscritto, ci muoviamo nel solco di quanto prevede il nostro statuto. Non c’è
nessuna novità dunque nel discutere di primarie, a cui siamo tutti ormai
abituati. Nel nostro territorio svolgiamo le primarie ormai dal 2009 e, durante
il mio primo mandato, si sono svolte nel primo e secondo comune della provincia
(Pistoia e Quarrata).
Come ho già avuto l’occasione di dire
nella fase congressuale, l’adozione delle primarie per la scelta delle maggiori
cariche istituzionali rappresentative, che rimangono uno strumento e non certo
un fine in sé (che sono le “cose da fare” per rispondere alle domande ed alle
esigenze dei nostri cittadini), caratterizza fin dall’inizio il nostro partito
e ci ha consentito di aprirci con forza alla società ed alle sue energie.
Chi, come me, crede alle primarie deve
però dimostrare di “volergli bene”.
Il primo modo per dimostrare di credere
nelle primarie è quello di tutelare il fondamento di esse, ovvero che chi le
perde deve impegnarsi lealmente, “senza se e senza ma” (come ha fatto Renzi con
Bersani nel 2012) a sostegno di chi le vince, perché questo non sempre è
successo anche in questa provincia, dove l’aver stracciato questo impegno ha
portato nel 2009 a “regalare” interi comuni al centrodestra.
Credere nelle primarie significa
inoltre che esse non sono un mero adempimento burocratico e formale, ma una
scelta frutto di una discussione politica preliminare. Stiamo parlando di
elezioni comunali ed ognuno dei nostri Comuni ha una propria storia, una
distinta situazione politica, elettorale e amministrativa locale da cui bisogna
partire per ogni tipo di analisi e valutazione. Bisogna dunque iniziare ogni
riflessione, ad esempio, dall’analizzare i risultati effettivamente conseguiti
dove governiamo, dal giudizio dei cittadini sugli stessi e più in generale
dalle potenzialità che abbiamo in ogni comune per vincere in rapporto alla sua
conformazione sociale, economica ed elettorale. Dobbiamo infatti evitare che le
primarie siano una mera conta di posizionamento interno che rimanda a quel
sapore correntizio che il nostro segretario nazionale strenuamente combatte;
esse devono darci uno slancio in avanti ed essere uno strumento che ci permetta
di raggiungere meglio l’obiettivo, ovvero scegliere la persona che meglio
interpreta un progetto, di partito o di coalizione, che sia definito prima
delle primarie nei valori di base e nel profilo politico e programmatico e che
il vincitore dovrà rappresentare ed esplicitare nel successivo programma di
governo.
Come ho detto più volte, infine, le
primarie devono essere “vissute” nel senso che è loro proprio, ovvero come
strumento che sviluppa un confronto serrato e franco ma non degenera mai in uno
scontro fratricida, perché se succede i cittadini non lo capiscono e non lo
accettano.
Così le primarie ci possono permettere
di continuare a vincere, sapendo che vincere è un valore perché ci serve per
cambiare. Da trentenne penso che il cambiamento non è solo un tema
generazionale o di mera sostituzione di classe dirigente ma è una sfida molto
più ampia: quella di dare una risposta alla grande domanda di una politica con
le idee chiare e realmente efficace nella loro realizzazione concreta. Questa è
la sfida difficile e bella che ci attende. Una sfida da vincere insieme.
Vi saluto cordialmente,
Marco Niccolai
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[Sabato 4 gennaio 2014 | 17:36 - © Quarrata/news]
Fa proprio bene il Niccolai a citare Pistoia e Quarrata, ma soprattutto a sorvolare su San Marcello, dove le primarie non sono state fatte nonostante fossero richieste da una parte del PD e da tutti gli alleati di centro-sinistra (con accordo programmatico già firmato e successivamente cestinato per non mettere a repentaglio la "designazione" di Silvia Cormio).
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