PISTOIA [e.b.]. Il 6 marzo scorso, Lucia Agati scriveva sulla Nazione:
Il presidente dell’Aias, Antonio
Principato, chiede al presidente della fondazione «Maria Assunta in Cielo»,
monsignor Renato Gargini, di poter partecipare alla prossima riunione di
consiglio.
Principato tende la mano a Bardelli
nell’ennesimo capitolo di questa complessa vicenda, della quale sembra
difficile intravedere la fine. Entrambi sono stati invitati, dalla nostra
redazione, a prendere parte ad un forum nella nostra sede. Bardelli ha
apprezzato, ma ha declinato l’invito, Principato vi avrebbe preso parte
volentieri.
La lettera in questione Principato l’ha
inviata anche al segretario della fondazione, don Diego Pancaldo, al tesoriere,
Angiolo Bianchi, a tutti i consiglieri (Luigi Bardelli, Fabrizio Feraci, Piera
Guardincerri, Renzo Barrocci, Patrizia De Luca ed Edo Biagini) e, per
conoscenza, al vescovo Mansueto Bianchi. Per il momento – ci ha detto
Principato ieri sera – non ha ricevuto risposta. «Ma il mio – ha dichiarato il
presidente dell’Aias – è comunque un gesto di buona volontà».
«Lo Statuto della Fondazione – spiega
Principato nella lettera – enuncia apposite previsioni che dispongono dell’utilizzo
dei beni dello stesso ente in favore dell’Aias, per agevolarla e sostenerla nel
perseguimento dei suoi obiettivi di assistenza alle persone disabili, e impone
il presidente pro tempore della sezione Aias di Pistoia come membro di diritto
della Fondazione. Alla luce di ciò – scrive Principato – in spirito di sincera
volontà di collaborazione al recupero di un clima di civile confronto sui
problemi, nell’esclusivo interesse del servizio, invito il presidente della
Fondazione a comunicarmi con sollecitudine la data della prossima riunione di
consiglio, in modo che possa insediarmi e prendere parte ai relativi lavori,
contribuendo – conclude – ad avviare a soluzioni le difficili problematiche
insorte nei rapporti tra l’associazione e la Fondazione. Tra questi, in primo
luogo, il desolante stato di abbandono del cantiere di quello che avrebbe già
dovuto essere, per gli assistiti e i lavoratori, il nuovo Centro di
Riabilitazione».
Così la collega. Ma io vorrei tornare
per un momento sul testo della lettera che – leggendo Il Tirreno – don Diego
Pancaldo sembra avere spedito solo a quel quotidiano e non anche alla Nazione.
Dice, don Pancaldo, che prima o poi
dovrà essere la magistratura a decidere circa gli addebiti di Principato
riguardo al «se tutto è regolare nella gestione dei soldi nel percorso Aias-antica-di-Bardelli
(precedente all’Apr), Fondazione Maria Assunta in cielo (magari, aggiungiamo
qui, attraverso l’associazione Pax et Justitia, guidata a suo tempo da
Luigi Egidio Bardelli, di cui abbiamo parlato più volte su questo blog) e, poi,
Tvl-Bardelli».
In effetti c’è proprio da auspicare che
chiarezza venga fatta, secondo i desiderata di don Pancaldo, anche alla
luce di fatti incontestabili, che non depongono certo a favore – almeno all’apparenza
– di un’assoluta e inoppugnabile trasparenza all’interno di questa specie di Triangolo
delle Bermude dove tutto sfuma fino a scomparire in una sorta di nebbia entro
la quale (stando alle metafore di Pancaldo) si muovono i lupi della
terra contro gli agnelli del cielo.
Sta di fatto – e lo dobbiamo risottolineare
come accorti cronisti – che la figura stessa di Pancaldo è molto variegata: il
sacerdote che, infatti, scrive al Tirreno, e vagamente minaccia azioni
da parte della magistratura, non rende conto all’opinione pubblica pistoiese
(di quei cittadini, cioè, che pagano, con le loro tasse, quei denari che poi
Scarafuggi fa finire nelle casse dell’Apr/Bardelli), non rende conto all’opinione
pubblica del fatto che proprio lui, don Diego Pancaldo, è, al tempo stesso, e
socio e amministratore sia degli enti danti che degli enti prendenti:
Pancaldo è segretario della Maria Assunta in cielo, ma, di fatto, stanti
le condizioni di salute di don Renato Gargini, plenipotenziario della Fondazione;
Pancaldo è amministratore e socio di Tvl-Bardelli, nonché secondo
azionista, per importanza, dopo Bardelli stesso (si vedano le immagini 1, 2, 3).
Don Pancaldo dovrebbe, dunque, essere
forse più prudente nell’affrontare certi temi, se non altro perché la
molteplicità dei ruoli e delle connessioni annodate all’interno della complessa
architettura di cui parliamo, lo espone – volente o nolente – a rilievi di
palesi e incontestabili incompatibilità e conflitti di interesse.
Per quanto riguarda il passaggio di
denaro, di cui Principato parla esplicitamente nella sua lettera di qualche
giorno fa, si consiglia ai lettori di rivedersi con attenzione questo post: Aias.
Un 1° di aprile ma senza pesce, all’indirizzo http://quarratanews.blogspot.com/2011/04/aias-un-1-di-aprile-ma-senza-pesce.html
e.b. blogger
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Giovedì 8 marzo 2012 - © Quarrata/news
2012]
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