giovedì 8 marzo 2012

PISTOIA & BERTINELLI. DOPO IL CONGRESSO DEL PCUS ALLE FORNACI


PISTOIA [e.b.]. Post eventum, cioè dopo che per tutto ieri tutta Pistoia ha chiacchierato intorno all’assemblea del Circolo Arci delle Fornaci, quella – per intenderci – che ha disegnato gli scalini che porteranno al trono del neo-Scià Bertinelli, il giovane libraio-filosofo, amico di Fassina e Bersani, che guiderà la rinnovata vita della città per anni 10, leggo i commenti dei quotidiani ed estrapolo le regole del gioco, che per comodità qui riassumo:

1. Stop alle rielezioni dopo 2 mandati. Ne consegue la non ricandidatura di Salvatore Colombo, Alice Giampaoli, Giuliano Guiducci, David Mariani, Luciano Mazzieri, Giuseppe Venturi (6 su 16).
2. Nessuna ricandidatura automatica dei consiglieri al primo mandato, ma vaglio da parte della segreteria.

3. Per i nomi nuovi, si dovrà tener conto:
a) della parità di genere (uomini/donne o, se preferite, donne/uomini)
b) della rappresentanza delle varie sensibilità presenti nel partito
c) della territorialità
d) del rinnovamento
e) della competenza.
4. Stop a chi, dirigente di partito, ha sostenuto una candidatura estranea al Pd alle primarie: ma sarà la segreteria comunale ad approfondire il tema. Questa regola costerebbe l’esilio epurativo a Nicola Gonfiantini, che ha sostenuto Cecilia Turco. Gonfiantini «amareggiato» rivendica un buon lavoro svolto nella legislatura che sta finendo: ma il Pd se ne frega.
5. Ammissione di bartoliani nella lista, ma sul nome di Bartoli lo stesso segretario comunale, Paolo Bruni, ha espresso un giudizio di «inopportunità».
Per Bruni Bartoli non doveva chiedere quanti posti gli sarebbero spettati in lista: ecco perché Bartoli è «brutto e cattivo», come noi abbiamo scritto ieri. Bartoli, del resto – e anche questo lo avevamo scritto – aveva già paventato una raffica di epurazioni nel e dal partito: e così è stato.
6. Stop ai transfughi da altre posizioni – Francesca Bardelli, ex Pdl, in primis.
«Ora inizierà un giro di consultazioni con anche i segretari di circolo che entro il 27 marzo dovrebbe portare alla stesura della lista. Bertinelli, intanto, oggi alle 17,30 aprirà ufficialmente la sua campagna elettorale nella sede di via degli Orafi 60» (dal Tirreno).

In tutta questa “frenesia da rinnovamento”, mi sembra di rivedere un copione già noto e stra-abusato nei vecchi congressi del Pcus di postbellica memoria risalenti agli anni della guerra fredda. Ai più non farà effetto perché non c’erano: io però sì; e certe cose le rammento ancora con un certo disagio.
Pensate solo a quanta importanza ha assunto la segreteria comunale di Bruni – che puzza di comitato centrale di lontano un miglio – nella decisione di tagliare le gambe a Bartoli solo perché (è la cazzata fresca del mattino) si è comportato da capocorrente osando chiedere quanti posti gli sarebbero toccati in lista per il suo 28% di voti presi nelle primarie: i suoi saranno comunque accolti e – nell’ottica dell’apparentemente mite Paolo Bruni – alla fine concluderanno con il ringraziare il cielo di essere stati redenti dal sangue versato dal loro comandante, sacrificato sull’altare della demo-prolecrazia.
Superbo risultato, non c’è che dire: sembra solo di assistere a una epurazione gesuitica (cioè dei Gesuiti), di quelle che mozzano la testa al ribelle, ma che assolvono i suoi seguaci in atto di grande abbraccio social-proletario di perdono e di remissione dei peccati.
Bartoli, che pure è intelligente, non ha capito (gli è rimasto il sogno anni post-68 della grande unità…?) che fra lavoratori del braccio e lavoratori della mente non c’è compatibilità: non c’era nemmeno negli anni delle rivoluzioni, ma oggi men che mai. Ma allora, chiederete, Bertinelli? Non è un intellettuale? Sì, lo è: ma è un intellettuale organico al sistema: e qui aveva ragione Luigi Scardigli quando – facendo incazzare molti dei bertinelliani – lo definiva un funzionario di partito. Come di fatto lo è e lo dimostra.
Con la regola dei due mandati e stop, quante teste cadranno! Fra tutte mi saltano agli occhi quelle di Mazzieri e della Alice Giampaoli: il primo che riceve un tal ringraziamento per tutto l’impegno profuso nel tentativo di fa passare il suo strafamoso «lodo»; l’altra che, sempre disponibile e infuocata passionaria innamorata del suo augusto partito, si ritrova, in questo momento, una carriera inaspettatamente troncata, mais… c’est la vie!
La regola delle non ricandidature automatiche, oltre a esaltare il potere delle segreterie (che a casa mia sono elementi verticali e, perciò stesso, poco democratici…) e a ricordare da vicino, come già ho detto, il comitato centrale di sovietica memoria (ovviamente nel piccolo della piccola Pistoia!), si coordina perfettamente, come principio, con i mille poteri esprimibili ed espressi dalla regola numero 3, ondeggiante fra maschi/femmine, sensibilità presenti nell’anima del partito, territorio, rinnovamento e competenza.
In pratica pare di vedere una commissione d’esame per la cooptazione di un insegnante nella carriera universitaria: le segreterie saranno plenipotenziarie e insindacabili come le commissioni accademiche, perché, con le mille regole di cui sopra, potranno dire tutto e il contrario di tutto, senza tema di smentita e con la garanzia della insindacabilità.
L’anima vera del Pd di Bruni e di Bertinelli (che è poi quella dei soliti ignoti della consolidata BBP, Banda Bassotti Pistoiese), è bene espressa dalla regola 4: fuori quelli che non stanno con la maggioranza delle segreterie e con la loro linea; testimonianza e vittima vivente, Gonfiantini.
Della regola cinque già si è detto abbastanza.
La 6, poi, è formidabile.
Per appoggiare il Pd, bisogna averlo nel Dna da sempre ed essere di pura razza certificata; non bisogna essere bastardi – e la povera Bardelli, con il suo mezzosangue berlusconiano, sarebbe come un marchese in un governo repubblicano della rivoluzione francese.
A volte, analizzando il comportamento del Pd (che, scusatemi, ma io chiamo ancora comunisti), ho l’impressione di leggere passi della Bibbia: quel libro in cui – lo ricordate? – si prevede che, per essere dei sacerdoti, bisogna per forza appartenere alla tribù di Levi.
In fondo, comunque, potrei anche sbagliarmi. Ma ditemi, in tutta sincerità… Come posso fare a fidarmi di Bertinelli?
Uno che accetta tutto questo percorso a ostacoli pur di fare il Sindaco, vi sembra che possa avere un’autonomia sufficiente per poter guidare una città, anche se essa è poco più grande di un campo da tennis?
Edoardo Bianchini
P.S. – Chiedo umilmente scusa, di nuovo, ai sostenitori di Samuele, che mi hanno più o meno bacchettato di continuo, durante tutte le primarie del Pd, per questa mia posizione di estremi scetticismo e riserva nei confronti del loro leader.
È solo che il loro luminoso Samuele io lo considero un vero e proprio Sole ingannatore, tanto che consiglio a tutti i suoi fan di vedersi bene quel film (titolo originale in russo Утомлённые солнцем, Utomlyonnye solntsem – 1994 , regia di Nikita Mikhalkov) regalatomi, appunto, appositamente, da un carissimo amico russo, di Rostov sul Don, per farmi capire cos’è lo stalinismo…

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Giovedì 8 marzo 2012 - © Quarrata/news 2012]

1 commento:

  1. chapeau Edoardo! Potremmo aggiungere che mal voluto non è mai troppo? Si attaglierebbe soprattutto ai pistoiesi plurirecidivi, in buona o in malafede, ma anche ad atri personaggi ed interpreti dei fatti suesposti :)

    RispondiElimina

MODERAZIONE DEI COMMENTI

Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.