PISTOIA [e.b.]. Post eventum, cioè dopo che per tutto ieri tutta
Pistoia ha chiacchierato intorno all’assemblea del Circolo Arci delle Fornaci,
quella – per intenderci – che ha disegnato gli scalini che porteranno al trono
del neo-Scià Bertinelli, il giovane libraio-filosofo, amico di Fassina e
Bersani, che guiderà la rinnovata vita della città per anni 10, leggo i
commenti dei quotidiani ed estrapolo le regole del gioco, che per comodità qui riassumo:
1. Stop alle rielezioni dopo 2 mandati. Ne consegue la non
ricandidatura di Salvatore Colombo, Alice Giampaoli, Giuliano Guiducci, David
Mariani, Luciano Mazzieri, Giuseppe Venturi (6 su 16).
2. Nessuna ricandidatura automatica dei consiglieri al primo
mandato, ma vaglio da parte della segreteria.
3. Per i nomi nuovi, si dovrà tener conto:
a) della parità di genere (uomini/donne o, se preferite,
donne/uomini)
b) della rappresentanza delle varie sensibilità presenti nel
partito
c) della territorialità
d) del rinnovamento
e) della competenza.
4. Stop a chi, dirigente di partito, ha sostenuto una
candidatura estranea al Pd alle primarie: ma sarà la segreteria comunale ad
approfondire il tema. Questa regola costerebbe l’esilio epurativo a
Nicola Gonfiantini, che ha sostenuto Cecilia Turco. Gonfiantini «amareggiato»
rivendica un buon lavoro svolto nella legislatura che sta finendo: ma il Pd se
ne frega.
5. Ammissione di bartoliani nella lista, ma sul nome di
Bartoli lo stesso segretario comunale, Paolo Bruni, ha espresso un giudizio di
«inopportunità».
Per Bruni Bartoli non doveva chiedere quanti posti gli
sarebbero spettati in lista: ecco perché Bartoli è «brutto e cattivo», come noi
abbiamo scritto ieri. Bartoli, del resto – e anche questo lo avevamo scritto –
aveva già paventato una raffica di epurazioni nel e dal partito:
e così è stato.
6. Stop ai transfughi da altre posizioni – Francesca Bardelli,
ex Pdl, in primis.
«Ora inizierà un giro di consultazioni con anche i segretari
di circolo che entro il 27 marzo dovrebbe portare alla stesura della lista.
Bertinelli, intanto, oggi alle 17,30 aprirà ufficialmente la sua campagna
elettorale nella sede di via degli Orafi 60» (dal Tirreno).
In tutta questa “frenesia da rinnovamento”, mi sembra di
rivedere un copione già noto e stra-abusato nei vecchi congressi del Pcus di
postbellica memoria risalenti agli anni della guerra fredda. Ai più non farà
effetto perché non c’erano: io però sì; e certe cose le rammento ancora con un
certo disagio.
Pensate solo a quanta importanza ha assunto la segreteria
comunale di Bruni – che puzza di comitato centrale di lontano un miglio –
nella decisione di tagliare le gambe a Bartoli solo perché (è la cazzata fresca
del mattino) si è comportato da capocorrente osando chiedere quanti posti gli
sarebbero toccati in lista per il suo 28% di voti presi nelle primarie: i suoi
saranno comunque accolti e – nell’ottica dell’apparentemente mite Paolo Bruni –
alla fine concluderanno con il ringraziare il cielo di essere stati redenti dal
sangue versato dal loro comandante, sacrificato sull’altare della
demo-prolecrazia.
Superbo risultato, non c’è che dire: sembra solo di
assistere a una epurazione gesuitica (cioè dei Gesuiti), di quelle che mozzano
la testa al ribelle, ma che assolvono i suoi seguaci in atto di grande abbraccio
social-proletario di perdono e di remissione dei peccati.
Bartoli, che pure è intelligente, non ha capito (gli è
rimasto il sogno anni post-68 della grande unità…?) che fra lavoratori del
braccio e lavoratori della mente non c’è compatibilità: non c’era
nemmeno negli anni delle rivoluzioni, ma oggi men che mai. Ma allora,
chiederete, Bertinelli? Non è un intellettuale? Sì, lo è: ma è un intellettuale
organico al sistema: e qui aveva ragione Luigi Scardigli quando – facendo incazzare
molti dei bertinelliani – lo definiva un funzionario di partito. Come di fatto
lo è e lo dimostra.
Con la regola dei due mandati e stop, quante teste cadranno!
Fra tutte mi saltano agli occhi quelle di Mazzieri e della Alice Giampaoli: il
primo che riceve un tal ringraziamento per tutto l’impegno profuso nel
tentativo di fa passare il suo strafamoso «lodo»; l’altra che, sempre disponibile e infuocata passionaria
innamorata del suo augusto partito, si ritrova, in questo momento, una carriera
inaspettatamente troncata, mais… c’est la vie!
La regola delle non ricandidature automatiche, oltre a
esaltare il potere delle segreterie (che a casa mia sono elementi verticali e,
perciò stesso, poco democratici…) e a ricordare da vicino, come già ho detto,
il comitato centrale di sovietica memoria (ovviamente nel piccolo della
piccola Pistoia!), si coordina perfettamente, come principio, con i mille poteri
esprimibili ed espressi dalla regola numero 3, ondeggiante fra maschi/femmine,
sensibilità presenti nell’anima del partito, territorio, rinnovamento e competenza.
In pratica pare di vedere una commissione d’esame per la cooptazione
di un insegnante nella carriera universitaria: le segreterie saranno
plenipotenziarie e insindacabili come le commissioni accademiche, perché, con
le mille regole di cui sopra, potranno dire tutto e il contrario di tutto, senza
tema di smentita e con la garanzia della insindacabilità.
L’anima vera del Pd di Bruni e di Bertinelli (che è poi
quella dei soliti ignoti della consolidata BBP, Banda Bassotti Pistoiese),
è bene espressa dalla regola 4: fuori quelli che non stanno con la maggioranza
delle segreterie e con la loro linea; testimonianza e vittima vivente, Gonfiantini.
Della regola cinque già si è detto abbastanza.
La 6, poi, è formidabile.
Per appoggiare il Pd, bisogna averlo nel Dna da sempre ed
essere di pura razza certificata; non bisogna essere bastardi – e la povera
Bardelli, con il suo mezzosangue berlusconiano, sarebbe come un marchese in un
governo repubblicano della rivoluzione francese.
A volte, analizzando il comportamento del Pd (che,
scusatemi, ma io chiamo ancora comunisti), ho l’impressione di leggere
passi della Bibbia: quel libro in cui – lo ricordate? – si prevede che,
per essere dei sacerdoti, bisogna per forza appartenere alla tribù di Levi.
In fondo, comunque, potrei anche sbagliarmi. Ma ditemi, in
tutta sincerità… Come posso fare a fidarmi di Bertinelli?
Uno che accetta tutto questo percorso a ostacoli pur di fare
il Sindaco, vi sembra che possa avere un’autonomia sufficiente per poter guidare
una città, anche se essa è poco più grande di un campo da tennis?
Edoardo
Bianchini
P.S. – Chiedo umilmente scusa, di nuovo, ai sostenitori di
Samuele, che mi hanno più o meno bacchettato di continuo, durante tutte le
primarie del Pd, per questa mia posizione di estremi scetticismo e riserva nei
confronti del loro leader.
È solo che il loro luminoso Samuele io lo considero un vero
e proprio Sole ingannatore, tanto che consiglio a tutti i suoi fan di
vedersi bene quel film (titolo originale in russo Утомлённые солнцем, Utomlyonnye
solntsem – 1994 , regia di Nikita Mikhalkov) regalatomi, appunto,
appositamente, da un carissimo amico russo, di Rostov sul Don, per farmi capire
cos’è lo stalinismo…
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Giovedì 8 marzo 2012 - © Quarrata/news 2012]
chapeau Edoardo! Potremmo aggiungere che mal voluto non è mai troppo? Si attaglierebbe soprattutto ai pistoiesi plurirecidivi, in buona o in malafede, ma anche ad atri personaggi ed interpreti dei fatti suesposti :)
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