di EDOARDO BIANCHINI
«Un giorno di ordinaria follia» di cui
sembrano essere stati protagonisti i vigili urbani
CASALGUIDI-AGLIANA. Ieri è stata una giornata davvero particolare e – si potrebbe
dire – monotematica, interamente dedicata, almeno da questo blog, ai vigili
urbani e a certe loro mirabolanti imprese. Ogni età, ha, del resto, i suoi
eroi: Achille, El Cid, Orlando, Rambo…
Si è cominciato con la denuncia di una
vigilessa di Casalguidi-Serravalle (vedi)
che ha infastidito un cittadino perché la stava riprendendo con il telefonino
mentre appiccicava post-it di multe ad auto dinanzi alle Milleluci di Casale. Si
è finito con le mirabili gesta di un vigile e di una vigilessa di Agliana che,
dinanzi a un cittadino che teneva in mano un cartello che dava indicazioni
lecitissime ai passanti, non hanno saputo fare niente di meglio che irritarlo
al punto tale da poterlo alla fine denunciare per resistenza (come riporta
Piera Salvi su La Nazione).
Il problema è che questi tutori
dell’ordine e della sicurezza tutto hanno in testa fuorché la chiara percezione
sia della norma sia della reale gravità del caso di cui si stanno occupando sul
momento: e sbagliano, per evidente ignorantia legis, l’interpretazione
del dato oggettivo, sopravvalutando o sottovalutando il fatto in sé e per sé.
Il signore di Casale che riprendeva la
vigilessa all’opera delle multe, lo stava facendo in un luogo pubblico (la
pubblica via), durante un servizio pubblico (lo stacco delle multe): e quindi
poteva fare quel che voleva; il commerciante di Agliana non era nudo, non stava
infastidendo nessuno, non stava minacciando nessuno né con un mitra, né con un
machete, e neppure con un temperino.
C’era, dunque, un’emergenza pubblica
tale – sia nel caso di Casale che in quello di Agliana – da imporre
1. al
cineamatore casalino di consegnare il cellulare
2. al
commerciante aglianese col cartello, di farsi identificare per ciò che faceva?
È forse un reato tenere un cartello in
mano? Stava offendendo qualcuno o qualcosa? Stava violando una particolare
norma di legge? Metteva a repentaglio dolosamente la vita e/o l’incolumità di
qualcuno?
E invece non c’era emergenza, non c’era
pericolo, non c’era rischio per l’incolumità altrui, non c’era ingiuria, non
c’era offesa: non c’era niente di nulla. E la cosa più bella – e tragica – è stato quell’inseguimento
aglianese come se quel povero diavolo avesse scippato una vecchina dopo averla
pestata di cazzotti e ridotta in fin di vita.
Perciò l’analisi del quadro è ancor
peggiore di quanto si possa pensare.
In questo bello Stato indefinibile, educato
da mille manifestazioni a sostegno della
legalità, siamo, purtroppo, arrivati a un punto tale che proprio le istituzioni
vestono i panni della negazione della legalità stessa: le istituzioni che
pretendono di non essere sindacate perché, spesso piene di presunzione, si
arrogano il diritto di essere gli arbitri di questa partita di calcio che è
ormai la nostra vita: quegli arbitri assoluti che, come i giudici di Artioli e
della Misericordia, vedono un rigore sì e uno no, e che fanno come credono e
come vogliono “a prescindere”, estemporaneamente.
Ha voglia il buon Nesti – comandante
‘incerto’ della polizia municipale di Agliana – a fare il serio quando dice che
da ora in poi tutti capiranno che in quel tratto di strada non si deve
circolare! Siamo certi che nessuno ci circolerà più, se non altro per la paura
di essere arrestati e ammanettati, che non è tra le cose più piacevoli e ambìte
da nessuno.
Ci spieghi meglio – invece – il
comandante sub judice, quale può essere stata la ragione ineludibile di
dover necessariamente indentificare uno con un cartello in mano con su scritto
«si può passare», e fino al punto di ammanettarlo.
Poi, però, cominci – per quanto gli
compete – a pensare seriamente di mettere sotto inchiesta disciplinare il suo ipersolerte
subordinato.
Perché, più che convinti, siamo certi
che abbia combinato davvero un bell’arrosto.
Di cui risentiremo ancora parlare – e
sicuramente non bene.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 17 febbraio 2013 | 12:02 - © Quarrata/news]
Le leggi talvolta sono stupide e crudeli, ma ancora più stupidi e crudeli sono quelli che con grande orgoglio ed ottusità, abusando frequentemente del loro potere, le fanno osservare alla lettera.
RispondiEliminaCarl William Brown