PISTOIA. A questo link
leggiamo:
Questa mattina [18 febbraio – n.d.r.], sul
noto blog d’informazione Quarratanews è stato pubblicato un articolo di Lorenzo Cristofani nel sono
state fatte 11 domande “scomode” ai candidati pistoiesi alle prossime elezioni
politiche. Federico Gorbi ha raccolto la “sfida” lanciata dall’autore ed ha
deciso di rispondere a tali domande:
QN 1: Dopo la sentenza della Corte Costituzionale anche
il Consiglio di Stato ha dichiarato illegittima la nuova tariffazione del
servizio idrico integrato, che intende clamorosamente aggirare l’esito del
referendum del giugno 2011 dove votarono 27 milioni di italiani per sostenere
la ripubblicizzazione del servizio. Quale è la posizione e l’impegno che
intende assumere per affrontare questa fondamentale questione di democrazia,
politica e legalità?
FG: L’Udc non è fra i partiti che si schierano a
priori a favore di una gestione pubblica dei servizi o contro una gestione
privata ma in questo caso la volontà della cittadinanza è palese: non è
possibile che gli Amministratori chiudano gli occhi. Chi si candida a gestire
la cosa pubblica dovrebbe vigilare e garantire i servizi essenziali con
trasparenza e con partecipazione. La questione dell’acqua è vitale e per questo
intendo affrontarla senza piegarmi a giochi di potere o ad interessi di
qualunque natura, nel pieno rispetto della volontà popolare.
QN 2: Cosa pensa della tassazione della prostituzione,
pratica comune in quasi tutti i paesi europei più sviluppati socialmente e
democraticamente? Autorevoli studiosi hanno dimostrato che le regolamentazione
di questa figura professionale, e dei relativi obblighi ed adempimenti sia
fiscali che sanitari, permetterebbe entrate di 30 miliardi annui nelle casse
dello Stato, oltre ovviamente a debellare lo sfruttamento e la schiavitù di
migliaia di donne deboli e sotto ricatto. Le sembra una proposta di progresso e
perché?
FG: Si sente spesso dire che la prostituzione c’è
sempre stata e sempre ci sarà, essendo il mestiere più antico del mondo. Forse
si potrebbe ribaltare questo concetto dicendo che la prostituzione è lo
sfruttamento più antico del mondo. Ma qualunque sia il pensiero su questo
argomento, prima di cedere a logiche di legalizzazione del fenomeno, che
rischiano di spostare il problema dall’aperto delle strade al chiuso di
appartamenti e night, credo sia opportuno combattere veramente questa battaglia
per la dignità della persona, contro il traffico e la riduzione in schiavitù di
molte delle ragazze che oggi si prostituiscono in Italia. Gli eventuali
introiti derivanti dalla tassazione della prostituzione, ammesso poi che le
cifre siano davvero quelle che si dicono e che possano davvero essere
incassate, non giustificherebbero la schiavitù di tante donne.
QN 3: Una classe dirigente che ha studiato
la storia, anche en passant, sa che il Senato della Repubblica è un relitto del
costituzionalismo ottocentesco che, accanto alla rappresentanza eletta dal
popolo aveva posto un organo legislativo nominato dal re per controllare cosa
si decideva nell’altra Camera. I costituenti avevano infatti guardato al
passato, forse alla rappresentanza delle classi – camera dei Lord e dei comuni
– non al futuro quando previdero le due assemblee legislative; si può pertanto
sintetizzare, per dirla alla Umberto Nobile, che “se le due camere sono d’accordo,
la seconda è superflua, se sono in disaccordo la bicameralità è dannosa”. Quale
è in merito la sua eventuale proposta di riforma e l’esame storico-prospettico
che la sorregge?
FG: Sono assolutamente d’accordo a superare il
bicameralismo perfetto che caratterizza il sistema istituzionale italiano. Le
due Camere, perfettamente identiche, sono un doppione non più adeguato al
momento storico e un lusso che non possiamo più permetterci. Propongo invece
che al Senato venga attribuita anzitutto la funzione normativa legata al
territorio. Aggiungo che in Italia abbiamo troppi livelli istituzionali
(Comuni, Province, Regioni e Stato), mentre in altri Paesi (vedi la Francia) i
livelli istituzionali sono solamente tre. Questo comporta frazionamento e conflitto
di interessi tra Enti, con costi diretti ed indiretti insopportabili. L’Udc,
per questo motivo, è stata ed è ancora fortemente convinta della necessità di
abolire tutte le Province.
QN 4: Salviamo il paesaggio, difendiamo i
territori, il forum italiano dei movimenti per la terra, ha sottoposto ai
candidati il proprio manifesto programmatico (vedi qui). Alla luce dell’
emergenza data dal consumo di suolo agricolo in Italia, accompagnato però dalla
presenza di migliaia e migliaia di capannoni industriali e civili abbandonati
ed inutilizzati, cosa ritiene prioritario sottoscrivere e perché del manifesto
qui in oggetto?
FG: Nel mio programma elettorale, come candidato
sindaco del Comune di Serravalle Pistoiese, avevo già scritto che sono
assolutamente contrario a nuove edificazioni, quando sia possibile recuperare l’edilizia
esistente in stato di abbandono. Confermo questa mia idea che comporterebbe non
solo un minor uso del suolo ma anche una più razionale riorganizzazione degli
spazi urbani.
QN 5: Tav. Servizi essenziali come il
trasporto pubblico subiscono tagli indiscriminati e spesso non sono efficienti;
i treni dei pendolari sono sempre in ritardo e le tariffe diventano
insostenibili: servono ad esempio 5 euro per fare Pistoia-Prato, 20 km, andata
e ritorno. Alla luce allora della situazione attuale in Valsusa, studi
scientifici di singoli docenti (vedi l’appello a Monti) e di Università
italiane, francesi, americane che dimostrano la non sostenibilità
tecnico-economica dell’opera, la mozione di contrarietà di 24 amministrazioni
comunali della zona, le irregolarità emerse nelle procedure, il fatto che si
sia solo ad un progetto preliminare e che l’UE non abbia ancora promesso un
euro – confermando l’inessenzialità dell’opera! –, cosa ritiene doveroso dire
ai cittadini di un paese gravato da esigenze vere e prioritarie e da 2mila
miliardi di debito pubblico? E ancora, come imposteresti il ragionamento, sulla
necessità di rivedere, per valutare, seriamente quest’operazione che ad oggi è
ancora ad un livello molto preliminare e reversibile?
FG: Son favorevole alla Tav. Governare significa
assumersi la responsabilità di compiere anche scelte impopolari e bloccare la
Tav significherebbe tagliare fuori l’Italia dalle grandi reti infrastrutturali
europee. E’ evidente che le grandi reti devono poi essere supportate dai “rami
minori” del trasporto pubblico locale che, non bisogna mai dimenticarlo, è però
affidato alle Regioni. Ci vogliono maggiori risorse per il trasporto locale ma
è necessario che anche le Regioni comincino a spendere meglio le risorse che
hanno a disposizione.
QN 6: Molti economisti sono
convinti che si debba pensare alla nazionalizzazione di alcune banche per farle
diventare infrastrutture a servizio dell’economia del Paese, come erano in
origine. Le ipotesi, molte anche di autorevoli studiosi, sono diversificate
(eccone una) ma interessanti. Cosa sostiene al riguardo?
FG: Non sono contrario a priori a nessun tipo di
nazionalizzazione. Tutto però deve dipendere dalla strategia di politica industriale
della quale vuole dotarsi il nostro Paese. Purtroppo in Italia da almeno 20
anni non si parla più di politica industriale ma in un Paese serio prima si
individuano i settori strategici e poi si investe in essi, anche attraverso un
efficiente sistema bancario. Lo Stato non deve essere per forza imprenditore ma
non è nemmeno proibito che lo possa fare per sostenere l’economia del Paese.
QN 7: Il territorio pistoiese
è in caduta libera, dalla Montagna alla Piana, tra tagli ai servizi
(ferroviari, postali, sanitari…) ed episodi anomali a danno del denaro pubblico
(scandalo della Comunità Montana, vicenda dell’APR/Aias/Bardelli,
Untouchables…) . Sicuramente anche il bassissimo spessore dei politici degli
ultimi trent’anni ha favorito la chiusura di piccole realtà manifatturiere che,
invece, in altre province toscane sono state mantenute e consolidate. Basti
pensare in proposito che ultimamente i politici locali non sono riusciti a far
fiorire, tutelando così anche l’occupazione, un settore industriale – peraltro
della green economy – in crescita in tutta Italia come il trattamento e riciclo
delle plastiche (LG Plast di Agliana) mentre invece sembra quasi si siano fatti
in quattro per iniziative di utilità e beneficio ancora da dimostrare –
Repower, inceneritore. Quale sarà il tuo impegno per invertire la tendenza?
FG: Per rispondere questa domanda basterebbe dire
che è necessario cambiare la classe politica che dirige le nostre
Amministrazioni Locali. Poiché credo che non possa arrivare un colpo di spugna
complessivo, almeno in tempi brevi, continuerò a fare quello che ho sempre
fatto, parlando con il linguaggio della verità, magari scomoda, ma leale verso
i cittadini. Sono assolutamente contrario alla realizzazione dell’impianto
Repower, che avrebbe ricadute devastanti per la nostra salute e per il vivaismo
pistoiese. Sono invece favorevole da sempre allo sviluppo di quelle imprese che
lavorano nella cosiddetta green economy, settore strategico per lo
sviluppo economico dei prossimi anni.
QN 8: L’industria delle armi a livello
mondiale è considerata un settore strategico e di alta innovazione tecnologica.
Anche in Italia le esportazioni sono una voce importante ed irrinunciabile per
il Pil e per l’occupazione. Ovviamente le vittime di conflitti armati aumentano
di continuo nel globo: come parlare di questi argomenti, senza tabù, reticenze
ed ipocrisia con tanti giovani che, seppur pacifisti ed idealisti, avrebbero l’intelligenza
di capire le complessità storiche e geopolitiche del nostro mondo?
FG: Ho sempre avuto una naturale ed istintiva
avversione verso le armi. Al di là dell’aspetto personale però riconosco che la
produzione di armi in Italia è un settore importante che offre molti posti di
lavoro. In passato alcune scelte legislative hanno penalizzato le nostre
industrie nazionali in confronto agli altri competitors. Non sono favorevole
comunque a particolari sostegni a questo tipo di produzione industriale, pur
riconoscendo che purtroppo le guerre nel mondo ci saranno sempre e facendo
comunque salva l’esigenza di difesa nazionale.
QN 9: In Germania un partito, nella sua
proposta di governo (appoggiata dal Deutsches Institut für Wirtschaftsforschung
uno dei più importanti enti tedeschi di ricerca economica), ha inserito il
progetto di proibire alle banche «le transazioni di materie prime ed energia».
Un’idea di ecologismo, visto come pragmatica politica di governo. Condivide una
proposta del genere? Pensa che il suo partito possa appoggiarla?
FG: Non sono particolarmente favorevole. Il settore
energetico e quello delle materie prime hanno bisogno di ingenti investimenti
che non possono che provenire dagli interessi convogliati dal sistema bancario.
E’ comunque indispensabile che lo Stato vigili con attenzione sull’uso delle
risorse, facendo anche importanti investimenti, in particolar modo nel settore
energetico, con un vero e proprio Piano Nazionale che dia occasioni di sviluppo
alla nostra economia.
QN 10: Lavoro e priorità nella destinazione
delle risorse pubbliche. Non è vero che i giovani, gli italiani in generale,
non siano più disposti a svolgere i mestieri di una volta, è assolutamente vero
che non sono disposti a fare quelle cose con gli stipendi da miseria, in un
contesto di sperequazione dei redditi che ha il primato europeo. Come lo
declina questo aspetto? La politica dovrebbe operare una rivalutazione dei beni
utili e disincentivare quelli futili che alla lunga aggravano situazioni già
precarie?
FG: Per anni siamo stati diseducati al consumo.
Siamo stati spinti sempre più verso un consumo dei beni futili. Per invertire
questa tendenza è necessaria una forte azione educativa che però non può essere
attribuita solo allo Stato. In generale, per quanto riguarda i temi del lavoro
e dell’occupazione il mio programma è fatto di tre parole: semplificazione, sperimentazione
e flessibilità. Semplificazione della legislazione del lavoro, sostituendo le
duemila pagine della legislazione in materia con un Codice del lavoro
semplificato di 60 articoli. Superamento del dualismo fra protetti e non
protetti nel mercato del lavoro, consentendo di sperimentare un contratto di
lavoro a tempo indeterminato meno costoso (attraverso la riduzione del cuneo
fiscale e previdenziale) e più flessibile, anche per rendere possibile l’assorbimento
nell’area del lavoro dipendente regolare di collaborazioni irregolari, senza
perdite di occupazione dovute ad aumenti di costi e di rigidità. Due poi i
segmenti da promuovere in maniera particolare: i giovani e le donne. Per i
primi l’UDC punta a un piano straordinario per l’occupazione, attuando le linee
d’azione dell’Unione Europea , perché a ciascun giovane sia offerto un servizio
di orientamento e un’opportunità di lavoro, apprendistato, o formazione. Quanto
alle donne, è prevista la detassazione selettiva e un piano straordinario per i
servizi alla famiglia, che rendano effettiva la libertà di scelta tra lavoro
domestico e lavoro professionale retribuito.
QN 11: Più nel dettaglio e nel concreto,
relativamente a lavoro e Toscana, come giudica il fatto, analizzato anche da
Report e qui accennato, che nelle cave di Carrara il marmo viene tagliato per
essere lavorato nei paesi asiatici dove la manodopera non ha praticamente
costo? Quanto ancora si può fondare la competitività retrocedendo sul piano di
diritti e del costo del lavoro? Come pensa che il “sistema Toscana” debba
impostare la questione del marmo che espatria per esser lavorato e cercare di
favorire una filiera lavorativa integrata locale, con tutti i benefici che
comporterebbe?
FG: Senza flessibilità, senza semplificazione e con
un cuneo fiscale così alto non si può essere competitivi sul piano
internazionale in nessun settore dell’economia Toscana. In più deve essere
rafforzato il sistema della tracciabilità dei prodotti perché quello che viene
interamente prodotto e lavorato in Toscana, una regione conosciuta in ogni
parte del mondo, sia facilmente riconoscibile dal consumatore, che si tratti di
marmo, di vino, di olio o di un prodotto tessile o del calzaturiero.
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[Martedì 19 febbraio 2013 | 11:43 - © Quarrata/news]
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