I fatti stanno dimostrando
che ogni intervento è in estremo ritardo
che ogni intervento è in estremo ritardo
MONTALE-PIANA. Ben venga la giustizia, anche se arriva a scoppio
ritardato.
Dai fatti del 2007 ad oggi corrono 5
anni: un periodo breve, se si conta il tempo con le clessidre dell’impero
romano, un periodo enormemente lungo se lo si fa con i cronografi atomici del
nostro inglorioso terzo millennio.
Ora tutti esultano: ma su quanto dolore
e preoccupazione e silenzi e non-ascolto si basa questa vittoria che è ancora
tutta da verificare, perché – c’è da aspettarselo – ci sarà tutta la trafila
per l’appello e il dopo-appello?
Le popolazioni della zona, nel frattempo,
hanno dovuto subire e chinare il capo dinanzi alle inefficienze dell’amministrazione
e ai silenzi dei responsabili del Cis e dell’inceneritore.
Ed è qui che nascono i nostri dubbi, le
nostre riserve.
Nell’ambiente politico di Quarrata è
sempre stato detto e sostenuto che, tutto questo silenzio servì solo a non
turbare il ballottaggio Niccolai-Sergio Gori.
Si aspettò a prendere le decisioni
dovute solo dopo che tutto era concluso: e questo, o bene o male, è un dato di
fatto. La politica, dunque, avrebbe prevalso sulla giustizia e sulla sicurezza.
Ma questi aspetti e questi torti, sono
effettivamente risarcibili con una sentenza che arriva a distanza di tanto?
E nonostante tutto il giudice, la
dottoressa Patrizia Martucci, merita un elogio perché, a tamburo battente, è
comunque riuscita a giungere in fondo a un procedimento che, se gestito
altrimenti, poteva finire, come al solito, nel bidone della prescrizione.
Ma il problema, al di là di ogni altra
considerazione, resta un altro: la
scarsa attenzione a certi temi e a certi reali pericoli o quello che il Procuratore
Capo, dottor Dell’Anno, dichiarò a Romiti stesso, portavoce degli
antinceneritoristi, in un incontro che si svolse a Montale nella canonica di
don Firindelli: il mantenimento di un basso profilo da parte della Procura
sugli aspetti e i problemi caldi dell’inceneritore (vedi 1 e 2).
Con tutta la confusione che c’è ancora
oggi sull’inceneritore, con tutte le notizie che si susseguono, si accavallano e
si rincorrono (da una parte si grida agli sforamenti e dall’altra si risponde
che, anche nell’ultimo caso di questi ultimi giorni, le notizie di disastro si
basano solo su un errore di trascrizione delle quantità di carbone sui registri
di carico dei forni: ma è una scusa questa? Può obiettivamente bastare?), con
la presa di posizione dell’Ordine dei Medici di Pistoia circa il nesso
emissioni-salute in relazione al camino dell’inceneritore di Montale,
occorrerebbe più attenzione – ed è davvero un dir poco – sia da parte degli
enti preposti come la Provincia, i Comuni e la Regione, sia da parte della
stessa Procura di Pistoia.
e.b. blogger
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[Giovedì 1° marzo 2012 – ©
Quarrata/news 2011]
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