di LUIGI SCARDIGLI
“Ferite a
morte” ieri in scena a Quarrata
QUARRATA. Il problema vero, che è comunque un problema, non è la
violenza sulle donne, ma la violenza. Però, quando si prova a denunciare e
fermare una raccapricciante spirale senza fine come lo è la violenza perpetrata
sulle donne, va bene anche un pizzico di femminismo, quello che recinta la
violenza sulle anime, prima ancora che sui corpi, femminili.
È innegabile – lo dice la cronaca, purtroppo nera,
quotidiana ed è a quella che si è ispirata Serena Dandini, scrivendo un libro e
allestendone uno spettacolo andato in scena ieri sera al Nazionale di Quarrata
sotto la supervisione di Lella Costa, Ferite
a morte, appunto – come troppo spesso sia l’uomo, meglio dire maschio, è
più attinente, ad infierire sulla donna e non viceversa. Come è altrettanto
indiscutibile che la scena macabra del delitto venga troppo spesso ampiamente
anticipata ed annunciata da inequivocabili segnali di intolleranza che
sistematicamente l’(in)Giustizia italiana minimizza, derubrica, condanna con
mitezza.
I brevi ma intensi e toccanti monologhi recitati in
sequenza, senza scenografia, se non un pannello colorato che anticipava la
dichiarazione virtualmente postuma di una donna il giorno dopo il suo
assassinio, sono stati offerti, in una versione tragicamente trasversale di
dialetti, che non ha risparmiato, né crocifisso, nord e sud, da Lella Costa,
Orsetta de Rossi, Giorgia Cardaci e Rita Pelusio. Storie lette distrattamente
sui giornali, ascoltate e macabramente filmate nei telegiornali, sapute perché
capitate a due passi dalla nostra abitazione di maschi che non hanno saputo
fare meglio che eliminare il peso della loro impotenza: le donne alle quali
hanno promesso e giurato amore. Spesso eterno.
Nella sala del Nazionale, gremita in ogni ordine di posti,
molte, moltissime donne e pochi uomini (stavolta, maschi, non conta);
pochissimi i ragazzi, purtroppo, quelli che hanno quell’età nella quale hanno
ancora la possibilità di scegliere se accontentarsi di essere soltanto maschi o
decidere di diventare anche uomini.
Sono loro che sanno amare le donne con le quali hanno
pattuito di fare un viaggio per poi salutarle, ringraziarle e dimenticarle
qualora le strade, un giorno, dovessero dividersi.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Domenica 3 novembre 2013 | 12:53 -
© Quarrata/news]
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