L’intervento letto durante l’incontro pubblico
“La sanità che vorrei…” organizzato da ‘Adesso!Pistoia’ al Museo Marino Marini
venerdì 15 novembre scorso
PISTOIA. Riteniamo essenziale pubblicare integralmente l’intervento,
maturo e vibrante, di Eva Giuliani, la madre della Valdinievole che ha dovuto
trasportare a Pistoia il figlio di quattro anni perché la Sanità di Rossi e
Marroni ha tagliato Pediatria nell’Ospedale di Pescia.
Eccone il testo:
Buonasera.
Il mio intervento potrebbe apparire uno
sfogo, a prima vista. In realtà è una richiesta di riflessione e soprattutto
una richiesta di moralizzazione nei confronti degli uomini grigi della politica
e una richiesta di autocritica da parte del Pd che ho votato, che da sempre
governa questa Regione e le cui scelte ci hanno portato fin qui.
Mi chiamo Eva Giuliani. Sono stata
protagonista, mio malgrado, della cronaca pistoiese nelle ultime settimane per
aver denunciato al Presidente Enrico Rossi, all’Assessore Luigi Marroni, al
Consiglio Regionale e anche al qui presente consigliere Marco Remaschi, la
mancanza di una seria assistenza pediatrica in Valdinievole dopo lo
smantellamento del reparto di pediatria dell’ospedale di Pescia.
Parto dalla mia esperienza, ma voglio
andare oltre il mio singolo caso. Sin da quando ho scritto la prima volta, io
non ne ho mai fatto una questione privata bensì generale, di sistema e di
rilevanza sociale. Si è invece cercato di distogliere l’attenzione dal
problema, dicendo che mio figlio è stato preso in carico correttamente fra
Pescia e Pistoia, curato bene e quindi non avevo nulla da recriminare. A parte
il fatto, forse, che un bambino di quattro anni e mezzo con la febbre a 40 da
due giorni non può essere trattato come un pacco...
Ma veniamo al tema della serata.
1. La sanità che vorrei è
efficiente, è una sanità che pianifica, prevede, gestisce, organizza.
Si possono costruire quattro nuovi
ospedali in pochi chilometri, forse è la scelta giusta. Alla luce dei risultati
che vedo sono molto perplessa.
Si possono riorganizzare le risorse e
sicuramente ce ne è bisogno.
Si può cambiare mentalità per l’assistenza
sanitaria ordinaria agli adulti.
Ma si possono poi lasciare i territori
periferici o disagiati e montani in balia del caso o dell’improvvisazione? Si
può chiudere un reparto e non avere ancora i servizi alternativi?
Quando si chiude un reparto, il minuto
successivo ci deve essere già, operativo, tutto quello che era stato previsto
per sostituirlo. I patti vanno rispettati, non si può aspettare giocando sulla
salute delle persone e soprattutto dei bambini!
Ci si riempie tanto la bocca di
continuità assistenziale sul territorio e ancora sul territorio non c’è nulla
di quello che dovrebbe esserci. Questo è il modello da paese evoluto di cui
parla l’Assessore Marroni?
2. La sanità che vorrei è
coraggiosa, ma so di chiedere troppo. Se ci si rende conto cioè di aver fatto
un errore di valutazione (magari!), si deve avere il coraggio di ritornare sui
propri passi e l’umiltà di ammettere l’errore. Si guadagnerebbero anche molti
consensi, visto che siamo in clima elettorale.
3. La sanità che vorrei, come la
politica che vorrei (perché purtroppo sanità e politica sono legate a doppio
filo), ha come principio guida lo spirito di servizio per il bene comune.
Niente altro. Non il denaro, le persone.
Entrambe, politica e sanità, devono
farsi carico delle situazioni più disagiate e delle esigenze dei più deboli.
Depotenziare l’ospedale di Pescia, togliere un reparto di Pediatria e
declassare il punto nascita in Valdinievole non va certo in questa direzione.
È notizia di questi giorni che le
richieste di aiuto alla Caritas in Toscana sono in aumento e in pochi anni sono
incrementate le percentuali dal 21% al 33% di italiani senza casa o lavoro,
indebitati che si rivolgono ai centri Caritas. C’è per loro, come per gli altri
abitanti della Valdinievole, un miglioramento dell’accessibilità ai servizi a
prescindere dalla posizione sociale ed economica come recita la delibera 313
del luglio 2013 sul riordino? Per questi cittadini assistere giorno e notte un
figlio malato a 30/40 km. è un miglioramento? Quali mezzi pubblici possono
utilizzare per arrivare al San Jacopo di Pistoia? In quante ore, visto che sono
stati tagliati anche quelli? Saranno soddisfatti i cittadini della Valdinievole
di un taglio dei posti letto o dei giorni di degenza degli anziani che, allo
stesso modo dei bambini, hanno bisogno di assistenza continua?
4. La sanità che vorrei, come la
politica che vorrei, è onesta e trasparente come gli occhi chiari dei miei
bambini.
Quindi, nella rassegna stampa della Asl
3 di giovedì 7 novembre (scaricatela
da qui) ci devono essere tutti gli articoli e le notizie rilevanti
pubblicate sulla stampa quel giorno.
Peccato invece che compaiano gli
articoli del Corriere Fiorentino sui tagli ai piccoli ospedali, ma non la mia
lettera sulle stesse pagine indirizzata al Presidente Rossi. Forse una svista.
Che sa tanto di notizia scomoda da censurare però... Tempi bui.
Onesta perché non inghiotte oltre 400
milioni di euro come è accaduto alla Asl di Massa e chissà se solo lì. Soldi
pubblici, le mie tasse, spesi in gioielli, Rolex, cani e cavalli di razza, auto
di lusso, case...
E poi concorsi per amministrativi
(bacini di voti) e al contempo carenza di personale sanitario!
Con quei 400 milioni di euro ci si
potevano costruire tre ospedali, comprare milioni di pannolini e chili di latte
in polvere che non vengono forniti al reparto di Pediatria al San Jacopo,
mantenere posti letto e servizi in tutta la Toscana. Chi non ha vigilato?
5. La sanità e la politica che
vorrei sono coerenti nelle parole e nell’agire. Bisogna potersi fidare. Nel
2011 su Toscana Notizie (agenzia stampa della Giunta Regionale) il
Presidente Rossi affermava: “Né l’Azienda né la Regione intendono depotenziare
l’assistenza sanitaria in Valdinievole” “il nuovo ospedale di Pistoia non
depotenzia né prefigura la scomparsa dell’ospedale di Pescia in quanto questo
presidio è di fondamentale importanza nella rete delle strutture ospedaliere
regionali”.
L’Assessore Marroni lo scorso aprile in
occasione di una visita all’ospedale della Valdinievole, sempre su Toscana
Notizie, assicurava che “Ai cittadini non sarà tolto alcun servizio. Stiamo
riorganizzando il nostro sistema sanitario per farlo sopravvivere, in questa
situazione drammatica che sta attraversando il paese. La nostra sfida è
cambiare molto all’interno del sistema per non cambiare all’esterno, perché ai
cittadini sia garantito lo stesso livello dei servizi” “Non è mai stata messa
in dubbio l’esistenza dell’ospedale di Pescia, né il fatto che i cittadini
riceveranno anche in futuro gli stessi servizi: nessun depotenziamento”.
Poi sono arrivate le “Le linee
attuative della riorganizzazione della Asl3” e il 17 giugno 2013 i Sindaci
della Valdinievole, all’unanimità, le hanno approvate. Che è successo? Non
hanno saputo prevedere le ricadute negative sulla cittadinanza? Si aspettavano
altro? Hanno scelto di abdicare?
Efficienza, organizzazione,
pianificazione, spirito di servizio, bene comune, onestà, trasparenza, coerenza
sono quello che chiedo. Il resto viene da sé.
Voglio concludere con il pensiero di
Guido Calogero, antifascista, filosofo, politico che nel 1944 ne L’Abbiccì
della democrazia scriveva: “La democrazia, e in genere la politica, non è
una cosa che stia per conto proprio, come una stella o come un pezzo di pane.
La democrazia è una maniera di comportarsi, un modo di agire di Caio o di Tizio
o di Sempronio rispetto a Sempronio o a Tizio o a Caio o al loro gruppo
riunito. Non c’è la democrazia o la non-democrazia, c’è l’uomo che agisce più o
meno democraticamente. La domanda «Che cosa è la democrazia?» si risolve perciò
in quest’altra domanda: «Che cosa debbo fare per essere un buon democratico?».
«Tu devi — si risponderà — non rompere
le teste degli altri, ma contarle.» […]
Istintivamente, noi siamo come i
bambini, che devono fare un certo sforzo per capire che non debbono mangiarsi
tutta la torta se ci sono altri bambini che ne desiderano un po’ anche loro. E
tanto più ci allontaniamo dalla barbarie della fanciullezza, tanto più cessiamo
di essere piccoli cuccioli di una specie di animali un po’ più intelligenti
degli altri e diventiamo uomini, uomini civili, quanto più comprendiamo che c’è
un’altrui volontà, quanto più cerchiamo di tenerne conto.
Questo è dunque, intanto, l’atteggiamento
fondamentale dello spirito democratico: il tener conto degli altri. […] Ma come
si tien conto della volontà degli altri? Anzitutto, ascoltandoli. Prima ancora
che nella bocca, la democrazia sta nelle orecchie. La vera democrazia non è il
paese degli oratori, è il paese degli ascoltatori.”
Grazie per l’attenzione.
Eva Giuliani
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 17 novembre 2013 | 18:16 - © Quarrata/news]
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