di LUIGI SCARDIGLI
Un’altra carambola assurda di ritardi e disservizi
ferroviari
PISTOIA. Ve lo giuriamo: per un attimo abbiamo pensato che si
trattasse di uno scherzo.
E invece, ieri pomeriggio, 8 gennaio, il
treno regionale proveniente da Lucca e diretto a Firenze, in transito e sosta
alla stazione di Pistoia previste alle ore 16:12, ha inanellato, nel giro di
pochi istanti, 15 minuti di ritardo.
Un’attesa tutto sommato sopportabile,
abbiamo pensato tutti noi passeggeri che popolavamo, a quell’ora, il
marciapiede che serve i binari 2 e 3. Ma alle 16:22 in punto, l’altoparlante,
che fino a quel momento aveva ricordato il crescere del ritardo, i treni in
arrivo e partenza per Lucca e Montevarchi, ha annunciato, come se si trattasse
di una prova di abilità e agibilità, che dal binario 5 era in partenza un treno
per Firenze; non veloce come quello
che stavamo aspettando (cinque soste: Montale, Prato Porta al Serraglio, Prato
Centrale, Sesto Fiorentino e Rifredi, prima di Santa Maria Novella), ma uno di
quelli che si ferma in posti francamente sconosciuti e utili chissà a chi
(Prato Borgonuovo, Il Neto, Zambra), soste che dilatano i tempi di percorrenza
al limite della media terzomondista.
«Sorpassarlo, in compenso, non potrà» abbiamo pensato all’unisono e come una popolazione in
esodo, chi con i trolley, chi con i borsoni da viaggio sulle spalle,
addirittura qualche passeggero con carrozzina e bebè al seguito. Dal binario 2
ci siamo catapultati al binario 5. Non abbastanza in tempo, però. Quando il
primo e più rapido dei passeggeri è giunto a destinazione, con il tacito ma
dichiarato proposito che una volta montato in carrozza avrebbe bloccato le
porte e atteso anche l’ultimo dei pendolari mobili, il convoglio si è messo in
marcia.
Ma prima, di questo treno alternativo,
non potevano avvertirci, diamine?
Vabbè, pazienza, abbiamo pensato ancora
una volta tutti insieme.
Nel frattempo, infatti, si era bruciata
l’attesa del treno delle 16:12 in ritardo e al ritorno, stavolta calmi e serafici,
al binario 2, siamo saliti in carrozza. Un convoglio Vivalto, su due piani, con tanto di display luminoso sul quale il
viaggiatore può leggere che ora fosse, a che velocità procedesse il treno, se
il bagno fra quello scompartimento e il successivo fosse libero, occupato o
agibile e addirittura le temperature esterna e interna.
Di quella esterna nessuno ha dubitato,
anche perché a nessuno interessava; su quella interna, invece (21 gradi), un
tepore che avrebbe dovuto consentire di liberarsi, nel tragitto, di piumini e
cappotti, in molti hanno storto il naso: dalle bocchette dell’areazione usciva
un refolo freddissimo.
Ci siamo guardati sconsolati negli
occhi, abbiamo fatto girare le teste a destra e sinistra e ci siamo rinsaccati
nelle spalle.
Coprendoci ben bene.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Giovedì 9 gennaio 2014 | 10:27 - © Quarrata/news]
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