«Mio marito non ha fatto alcuna raccomandazione a
chicchessia, come erroneamente potrebbe pensare qualche lettore poco informato»
PISTOIA. Da Iolanda Roggio Mancini, moglie del luogotenente Sandro
Mancini della polizia giudiziaria, rinviato a giudizio e, ora, all’udienza del
28 gennaio, riceviamo la seguente puntualizzazione:
Gentile direttore, mi sarei astenuta
dall’intervenire ma (in riferimento all’ultimo capoverso del suo intervento per
rispondere alla signora Anna Maria nell’articolo “Spaghetti,
pizza e mandolino…”, ed in riferimento all’articolo a firma Felice De
Matteis sul “Deserto
dei Tartari”) mi preme precisare che mio marito, il luogotenente Sandro
Mancini, non ha fatto alcuna raccomandazione a chicchessia, come erroneamente
potrebbe pensare qualche lettore poco informato.
Si è semplicemente limitato a svolgere
le sue funzioni investigative sulla formazione delle graduatorie di accesso
alle scuole materne di Pistoia, perché una coraggiosa mamma vigilessa di Pistoia
aveva presentato una denuncia esternando i suoi personali sospetti sulla
formazione delle graduatorie, che vedevano ingiustamente esclusa la figlia.
Mio marito viene accusato di aver
ritardato la comunicazione della notizia di reato per sottrarla alla direzione
della locale procura e/o di quella di Genova, visto che tra i presunti favoriti
vi erano un dirigente comunale ed un magistrato di Pistoia.
Tanto dovevo in difesa del mio
congiunto e indirettamente anche mia e dei nostri figli. Tutti rimaniamo
fiduciosi nella correttezza dei giudici chiamati a giudicare; lo siamo meno per
quegli inquirenti del “caso”, ma del resto è stato lo stesso Csm, nella
nota resa pubblica nel TG2 del 12 maggio 2012, a screditare tale ufficio
rimuovendo il Procuratore Capo al quale, già dal 2008, si oppone mio marito.
Allego il capo di imputazione e lascio
a Lei le relative interpretazioni, anzi, gradirei ricevere un suo parere in
merito.
Cordialità,
Iolanda Roggio in Mancini
Gentilissima Signora Iolanda,
l’unico parere che posso darle sul capo
di imputazione – ovviamente tutto da dimostrare nei termini di legge: anche se,
in questo Stato, devo purtroppo riscontrare una sempre minor cura nel sapersi
attenere, ad ogni livello, alla più rigorose linee del rispetto della legalità –
riguarda un dato oggettivo che mi ha un po’ stupito: si parte, infatti, con lo
stabilire che il processo si farà il 23 settembre 2014, alle ore 10, ma poi,
con un asterisco, si chiosa l’anticipazione al 7 gennaio 2014.
Non c’è, almeno all’apparenza, una
ragione per questa sostanziosa inversione. O forse chiedo troppo da quando
leggo – su certe sentenze della Cassazione, organismo di legittimità – «ci sono sufficienti motivi per compensare le spese»: di grazia quali? È una motivazione, questa, degna,
appunto, di un organo che si occupa della legittimità degli atti? O è un modo
per fare alla svelta e basta?
Mi permetta, a questo proposito, di
tornare sui dubbi su cui ragiona anche m.d. (Massimo Donati?) stamattina
sul Tirreno a proposito delle decisioni, sempre del Csm, di inviare a
Pistoia, come Capo della Procura, il dottor Canessa. Provi anche lei a leggere
con attenzione il testo dell’articolo nella foto qui a lato.
Purtroppo abbiamo non un Paese che va
in rovina, ma una rovina di Paese già del tutto rovinato (veda, a questo
proposito, il Governo e gli insegnanti, il Governo e l’Imu, il Governo e la
Mini-Imu: ma anche il Governo e l’industria, l’Ilva, la Breda…).
Un Paese in cui, perfino l’espressione
di un libero giudizio come questo che le sto scrivendo, rischia, purtroppo – e nonostante
la Corte Europea di Diritti! – di finire sotto
inchiesta perché ritenuta lesiva: di cosa, mi chiede? Del crimen lesae
maiestatis, insomma nei confronti di chi esercita il o un qualche
potere.
Insomma, signora, non siamo per niente
messi bene: neppure in certi àmbiti che dovrebbero esserci di garanzia; che
giudicano in nome nostro (del popolo italiano, cioè), ma che, a loro volta,
sono giudicati (legga questo interessante articolo: Corruzione,
giudice fallimentare Roma arrestato: l’inchiesta si allarga) a dir poco “alquanto imperfetti” nella loro teorica
perfezione…
Da persona libera, ancor prima che
aperta e liberale, mi auguro che stavolta le cose vadano bene: per suo marito,
per lei, per i vostri figli. E perciò anche per noi cittadini qualsiasi.
Dato che quel palazzo è sempre e
comunque un motivo di grande sofferenza, angoscia e stress. Specie per chi è buon
cittadino e fedele servitore dello Stato.
Con i più cordiali saluti e auguri di
una veloce soluzione positiva,
Edoardo Bianchini
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[Giovedì 9 gennaio 2014 | 11:35 - © Quarrata/news]
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