Forte
indignazione dei sostenitori
del progetto ‘Scegliamo Pistoia’
I sostenitori
del progetto Scegliamo Pistoia, ovvero il 30% degli iscritti del Partito
Democratico di Pistoia e moltissimi altri cittadini, non possono che
manifestare un profondo senso di indignazione per la scelta dell’Assemblea
Comunale, guidata dal Segretario Paolo Bruni, di liquidare un progetto di
rinnovamento e sostanziale apertura alla città come “roba vecchia”, “corrente”,
“nulla di nuovo e di positivo rispetto alle vecchie logiche di gruppetti e
accordicchi”.
Scegliamo
Pistoia è un’altra cosa.
È un movimento nuovo, fresco, nato dal basso, aperto a tutti quelli che
vogliono esprimere le proprie idee. Basterebbe venire a uno dei nostri incontri
– aperti a tutti – per capirlo. Scegliamo Pistoia, con la
candidatura di Roberto Bartoli, ha portato 3500 cittadini a votare per il Pd alle
primarie del 29 gennaio.
La legittima
rivendicazione di uno spazio di rappresentanza nelle liste per il consiglio
Comunale, è stata definita una richiesta di posti. A noi pare invece che il Pd abbia
deciso di escludere una forza di rinnovamento per potersi mantenere nelle
solite logiche di potere che non vogliono tra i piedi chi pensa e ha un’altra
mentalità. La candidatura di Bartoli è stata così definita “inopportuna” perché
ha fatto politica e creato consenso? A noi pare che inopportuno sia un Pd che
invece di mostrarsi aperto e democratico si stia rivelando arbitrario e
dispotico. È inaudito che una vera festa della democrazia, come sono state le
primarie di Pistoia rischi di diventare un tentativo di pulizia interna di tipo
stalinista.
Siamo perciò
indignati perché le critiche rivolteci dentro il Pd appaiono del tutto
pretestuose e ingiuste, volte a impedire la candidatura di Roberto Bartoli, l’anima
di questo gruppo nonché consigliere comunale Pd al primo mandato che ha svolto
egregiamente il proprio lavoro.
Il Partito
Democratico, proprio perché “democratico”, vuole e deve essere il partito di
tutti i suoi iscritti e di tutti i suoi sostenitori; come partito nuovo a “vocazione
maggioritaria” deve garantire una effettiva tutela del pluralismo, il diritto
delle minoranze ad essere rappresentate in modo congruo e attraverso quei
candidati che loro stessi, in accordo coi criteri indicati dal partito,
considerano rappresentativi delle proprie sensibilità e posizioni. Se tutto ciò
venisse davvero a mancare si tornerebbe ai riti centralisti e ai veti della
vecchia politica, ovvero a quello che larga parte dell’opinione pubblica
italiana e della dirigenza nazionale del Pd vuole con forza lasciarsi dietro le
spalle.
Ufficio
Stampa
Progetto
Scegliamo Pistoia
[comunicato]
Due parole vanno dette. Per forza e non
per opportunità: anche perché personalmente non ho interessi di sorta in questa
città ‘medievale’.
E le due parole che vanno dette sono: Samuele
Bertinelli.
Per chi non avesse capito i motivi per
cui ho dichiarato che non ho stima di questo plurivotato aspirante primo
cittadino, basti – a far capire il mio pensiero – l’estremo silenzio del
giovane filosofo-libraio democratico che, dinanzi ai brogli del suo seggio
prediletto, tace; che dinanzi alle posizioni vetero di Paolo Bruni ammutisce.
Fidatevi voi di democratici di questa
fatta, razza, stazza, calibro, cabotaggio o che altro volete. Voi tutti che in
Bertinelli vedete comunque il nuovo forse perché non avete la più
pallida idea di cosa sia il vecchio e scambiate per nuovo quei rigurgiti
di dirigismo stalinista che probabilmente avete assunto con il latte materno.
A Pistoia la novità è condensata nel triste
proverbio Non svegliate il can che dorme. E purtroppo si vede ogni
giorno.
Specie nel Pd.
e.b.
blogger
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[Sabato 10 marzo 2012 - © Quarrata/news
2012]
credo non sia corretto dire che Bertinelli tace e Bruni parla: quest'ultimo, infatti, dice quel che il primo gli dice di dire, non una parola di più, non una di meno. ;)
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