mercoledì 17 ottobre 2012

L’ESTREMO SALUTO A GIUSEPPE BIGONI

di Luigi Scardigli

PISTOIA. Se ne è andato, per sempre, con un porcino stretto nella mano sinistra e il calore, incancellabile, di quanti gli hanno voluto un gran bene.
Ma al di là di quello scontato, perché anche chimico, della moglie, delle figlie, dei generi e della più stretta cerchia parentale, fa ancor più effetto quello che gli hanno voluto tributare colleghi e amici oggi pomeriggio, al suo funerale.

Giuseppe Bigoni si è portato nel silenzio della sua tomba il fragore della sua ironia, il buon gusto della sua cattiveria, la tenerezza della sua irriverenza. E così, nella cappella del commiato della Croce Verde, ha voluto ricordarlo qualcuno dei numerosi presenti, che si sono asciugati le lacrime del dispiacere per la sua prematura scomparsa con l’irriverenza della filosofia della sua vita, di uomo medio, che vive mediamente, che l’estate va al mare, ma che per questo non è mediocre. Affatto, occorre aggiungere.
Bettyna, una delle sue costole teatrali, per ricordarlo, in totale sintonia con lo staff del Manzoni, tutto al completo, ha letto la poesia Blues, di Izet Sarajlic e alcuni passi di Report, lo spettacolo di cui è stato coautore; Francesca invece, che ha riscoperto, non tardi, naturalmente, la forza della sua flemma, ha preferito dare in omaggio a chi non ha voluto che mancassero all’addio alcuni suoi aforismi, che sono in definitiva il sunto della sua vita, trascorsa in litigiosa sintonia con il mondo e al riparo dai venti freddi del nord per l’amore, assicuratogli, sempre, dalle sue tre donne.
C’erano anche gli amici sanmarchini, i compagni del circolo I° Maggio e tutti quelli che almeno una volta, nella vita di questa città, hanno avuto a che fare con il Teatro.
C’erano anche dei disegni che gli hanno voluto regalare alcuni bambini ai quali, negli ultimi anni della sua vita, da pensionato felice e per nulla annoiato, ha dedicato parte del suo tempo. Prezioso.

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[Mercoledì 17 ottobre 2012 - © Quarrata/news 2012]

1 commento:

  1. Bello questo ricordo. E bella la figura di Giuseppe. Pistoia è, da oggi, un po' più povera.

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