martedì 19 febbraio 2013

REPOWER. E LE ISTITUZIONI SI MISERO DALLA PARTE DEL PADRONE


L’incontro di Bottegone si è chiuso in una generale contestazione dei tecnici e dei politici E don Baronti lascia la sala dicendo di non voler essere preso in giro

BOTTEGONE. Non c’è da dire tanto, perché lo scenario è noto ed essenziale: qualcuno decide (per tutti) che una cosa si farà, e quella cosa si farà. Comunque. Statene certi.
La democrazia dei nostri stivali, e del Pd che imperversa dal dopoguerra, è questa.
E quando le cose sono già fatte – non prima, non per strada, non ricorrendo a democratici sistemi di consultazione della gente che invece deve sorbirsi il sorbetto alle piogge acide; non prevedendo referendum e consultazioni – ecco lo staff politico al completo che si presenta al tavolo dinanzi alla platea e… inizia a raccontare la storia partendo da Adamo e dal peccato originale. In altre parole la prende larga a un punto tale che – dopo aver citato leggi, regolamenti, documenti, sigle, acronimi e capperi vari – la gente schianta. E per lo più si arrende.

«ME NE VADO! NON RESTO
A FARMI PRENDERE IN GIRO!»

Il culmine è stato quando sono entrati i manifestanti con i cartelli.
Mentre il Sindaco Bertinelli con la Presidente Fratoni cercava di far proseguire l’intervento del responsabile V.I.A. della Regione, dalla sala è uscita fuori una voce che ha chiesto: «Dov’è Zita, perché l’avete mandato a casa?».
Zita è stato il dirigente che il Governatore Rossi esonerò, un bel mattino, dal seguire le pratiche del progetto Repower.
La funzionaria delle Regione ha risposto che lei non sapeva rispondere e non lo aveva certo mandato a casa lei quel dirigente noto per la sua profonda attenzione alle esigenze di correttezza delle istanze dei cittadini.
Bertinelli ha sùbito rassicurato che “siamo ancora a metà della procedura”, manca la VAS, i profili paesaggistici, quelli idrogeologici, urbanistici e “quindi state tranquilli”...
I fischi si sono levati e alla presa del microfono da parte della Presidente Fratoni, sono saliti ancora di più.
Il moderatore era davvero al perso nel gestire le proteste della sala.
Poi don Baronti, si è avvicinato al tavolo, ha preso il microfono e ha detto: «Ora basta! Io vado via, non resto qui a farmi prendere in giro!».
Intervento davvero significativo e dirompente per la figura del prete in mezzo al suo popolo.
Ale. Rom.
Bottegone e l’area interessata dal progetto Repower sono palesemente contrari a prendersi in casa un cannone (o due) che sparano di tutto di più.
Sì è visto dai cartelli. E si è anche sentito dopo circa trentacinque minuti di aria fritta uscita dalle bocche dei politici e dei tecnici che volevano convincere la gente a respirare quel che i cannoni Repower spareranno.
E a dare la stura alla diga è stato don Piergiorgio Baronti, che ha preso il microfono e ha accusato – intervento più o meno lampo – tutti i gentili convenuti al tavolo dell’incontro, di ingannare la gente, di prenderla in giro e di tentare di imporle verità che alla gente non piacciono e che potrebbero anche essere estremamente nocive e pericolose.
Così il parroco di Bottegone, a cui l’energia certo non è mai mancata, se n’è andato energicamente sdegnato e rincorso da chi voleva riportarlo in sala.
Dal nostro punto di vista don Baronti ha fatto ciò che la coscienza gli dettava e lo ha fatto con la chiara percezione di essere preso in giro, lui e i suoi parrocchiani e concittadini.
Che dire di questo suo gesto, se non che ha fatto bene? Perciò stavolta gli battiamo le mani.
La democrazia – come ha fatto capire il sacerdote – non è affatto questa di questi politici e di queste decisioni.





Q/n
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Foto di Alessandro Romiti.
[Martedì 19 febbraio 2013 | 19:39 - © Quarrata/news]

3 commenti:

  1. Trovo singolare che su un progetto del genere non si sia pensato, negli anni scorsi, a un procedimento partecipativo in base alla normativa regionale pure esistente.

    Se i cittadini fossero stati informati da amministrazioni pubbliche trasparenti e avessero potuto giudicare in base a tutte le informazioni possibili (e senza nascondimenti), non sarebbe stato meglio?

    Cosa ha impedito, sulla centrale Repower, di attivare quei processi partecipativi che pure formano vanto, teorico, nei tanti convegni sulla partecipazione?

    In una democrazia, la conoscenza è un prerequisito fondamentale.

    Sapere, ad esempio, chi ha materialmente portato a Pistoia, dalla Svizzera, la "Repower" per un progetto da 9o milioni di euro nell'area ex "Radici"; se esistono intermediari; che tipo di rappporti esistevano ed esistono fra "Radici" e "Repower"; perchè CGIL ha accettato una sponsorizzazione proprio da "Repower" (solo "figurata? Dietro compenso economico? Può CGIL esibire le fatture che certifichino l'eventuale importo economico transitato da "Repower" a CGIL?) ... sapere anche questo (compreso il perchè i Comuni non abbiano effettuato i possibili procedimenti partecipativi) non sarebbe male. O no?

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  2. Un abbraccio ricolmo di stima al magico Don Baronti. Ma è bene che si ricordi - alla cittadinanza - che è INUTILE fare i ricorsi al TAR, tanto le formalità, saranno trattate e burocraticamente assolte e il ricorso, respinto. C'è solo una soluzione: smettere di votare lo stesso partito egemone che, per questo, assume atteggiamenti di chiara tracotanza e indemocraticità.
    Solo così si potrà pensare di cambiare qualcosa. Nelle fotografie pubblicate, sono apparse quantità industriali di adeenti al PD, presenti all'assemblea con tutte le proteste del caso: questi oggi, fanno come una volta faceva la DC, "buttava il voto in pentola", non pensando agli effetti. Dunque, questi sono i risultati, e ognuno ha il governo che si merita.
    MDB

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  3. Gentile dottor Bianchini,
    sono un suo lettore molto deluso, da tempo si parla della parzialità delle vostre informazioni ed io sono testimone involontario di letture, che poi ho visto magicamente sparire.
    Un utente, a quanto pare favorevole al progetto repower dava le sue motivazioni, motivazioni che in pochi hanno letto, perché ingiustamente omesse, (dico ingiustamente perché credo sia doveroso ascoltare il fronte del no, ma altrettanto il fronte del si)non le nego che questo ha fatto vacillare non poco il credo verso la democraticità del suo blog, ma l'effettiva sentenza l'ho avuta stamani nel leggere le falsità propagate dal suo collaboratore Romiti, io ero presente a quella riunione e conosco Don Baronti, io ho ascoltato nitidamente quello che ha detto il parroco: HA DETTO CHE SE NE ANDAVA IN SEGNO DI PROTESTA VERSO TUTTI GLI INCIVILI CHE NON PERMETTEVANO LO SVOLGIMENTO DEL DIBATTITO E SI RIFERIVA A TUTTI I SUOI COMPAESANI DEL FRONTE DEL NO! CHE URLAVANO E NON PERMETTEVANO IL DIALOGO CON LE ISTITUZIONI!
    Indi ha fatto bene Don Baronti a cui va la mia stima, ma ha fatto bene per motivi diametralmente opposti a quelli presentati dal vostro collaboratore Romiti, il quale dovrebbe scuse pubbliche al nostro amato parroco, per piacere provveda perché non è giusto inventarsi le cose. Un lettore deluso
    Francesco A.

    Gentile Francesco,
    non so a quali “letture” lei si riferisca, ma se sono “lettere” che lei ci ha spedito, ce le rimandi e provvederemo a pubblicarle, come vede che stiamo facendo anche in questo momento: cosa che è – ce lo riconoscerà – una prova della correttezza di questo blog e della buonafede delle nostre intenzioni.
    Se poi si riferisse a un ‘particolare’ lettore che ha occupato tutti gli spazi possibili e immaginabili, inquinando anche i post che con Repower non avevano niente a che fare (uno del Papa, per esempio), le dirò che costui in poco più di un mese, da metà gennaio fino a metà febbraio, ha spedito circa 60 mail.
    Non crede che gli sia stato dato sufficiente spazio se gliene abbiamo fatte passare una cinquantina?
    Le altre – mi creda – erano un insulto dietro l’altro; una volgarità dietro l’altra; una violenza verbale dietro l’altra; un’arroganza dietro l’altra: inammissibili, quindi, e insopportabili per qualsiasi persona normale.
    Grazie, comunque, per la segnalazione e a presto.

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