di FELICE DE MATTEIS
Le difficoltà dell’oggi e l’ondivaga
arretratezza di un Pd che non riesce a rinnovarsi e procede per diktat bertinelliani
e defenestrazioni (Lombardi)
PISTOIA. Tutti coloro che seguono l’attività quotidiana del proprio
esistere e si chiedono il perché ed il per come di certe situazioni che, prima
o poi, li/ci riguardano, avranno ben compreso che la “cloaca maxima”, quella
che porta più voti e allo stesso tempo è la più costosa è la sanità. La sanità
pubblica, che ci succhia l’80% delle risorse finanziarie elargite dalla Regione
che nella distribuzione di prebende, nomine, favori, enti collaterali, partecipati
e simili, trae il massimo consenso elettorale “controllato” dei voti.
Chiunque neghi questa realtà è un
ignavo.
In Toscana, come nelle tante altri
parti di questo territorio, anche di diversa colorazione partitica, che fra poco
solo Napolitano, non l’ex comandante dei Vigili Urbani di Pistoia, ma il
Presidente della Repubblica Italiana, già fan dei carri armati sovietici in
Ungheria, riconvertito al “migliorismo” (forse perché al peggio della sua
adesione all’ex Patto di Varsavia e ai suoi convincenti metodi niente può esistere)
chiamerà Italia, assistiamo al cavanserraglio di deputati che minacciano di
dimettersi perché il loro capo è a rischio manette.
Solo qui assistiamo ad un Partito Demo (cristiano)cratico che pensa di essere
democratico (e in questo senso lo è!) perché deve ancora decidere se fare prima
un congresso provinciale e poi quello nazionale o se il candidato premier deve
essere anche candidato a Presidente del Consiglio o tutte e due le cose e, fra
le pieghe delle sue profonde elucubrazioni, se difendere con l’arma del
silenzio e la stampa allineata, le ruberie, i nepotismi e il danno
incommensurabile arrecato ai piccoli azionisti del suo Monte dei Paschi, piccolo
rigagnolo di quel miasma nel quale, a partire dal Pci e dai contributi ricevuti
dal “nemico/amico Pcus” di allora, in base ad una superiorità morale che una
prostituta di strada può vantare, ma non il Pci ed i suoi figliastri, si
continua a pretendere di governare una quantità di persone che forzosamente si
debbono chiamare Nazione.
Bene, anzi male, dato che anche a
Pistoia neppure siamo in grado, ai minimi livelli, di garantire una parvenza di
conduzione e regolarizzazione delle istanze civiche attraverso un
Sindaco/Ragazzo (o Ragazzo/Sindaco?),
il Bertinelli, che una ne fa e nessuna ne azzecca e che si aggrappa a
chiacchiere e comunicati stampa di comodo, con una maggioranza e i poteri forti
che lo hanno collocato a fare il Sindaco e che di fatto lo controllano e lo
rendono inefficace. Basti pensare alla defenestrazione dell’Assessore Ginevra
Lombardi.
Dunque, senza ulteriormente scavare ed
approfondire, potremmo cavarcela con un mala tempora currunt, ma ancora
qualcuno coltiva l’utopia, la follia, l’incoscienza di credere che il peggio
debba comunque avere termine e che la ragione, quella del cuore e del cervello,
armonicamente miscelate, possano tornare a produrre benessere e civile consenso
e non fame e disperazione come ora.
Quello che deriva dal merito, dalla
competenza, dalla passione civile e dal naturale approdo al servizio degli
altri. Senza gettoni di presenza e senza pensare che l’immortalità derivi
solamente dal distribuire denaro altrui – leggi Fondazione Caripit o Apr/Bardelli
o altro ancora – per pura e personale vanagloria e profitto.
Siamo ottimisti. Pensiamo che anche lo
sterco dell’ oggi sia utile per poter apprezzare, in un domani che ci auguriamo
prossimo, il fresco profumo di un’alba pulita.
[Questo intervento è pubblicato come
espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]
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[Venerdì 27 settembre 2013 | 09:45 - © Quarrata/news]
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