L’intervento dei consiglieri comunali
fiorentini Ornella De Zordo e Tommaso Grassi – L’esempio emblematico dell’allontanamento di Ginevra
Lombardi da parte del Sindaco Samuele Bertinelli
PISTOIA. Publiacqua è finita sotto inchiesta a Pistoia per il reato
di “appropriazione indebita”. Tra gli indagati l’amministratore delegato dell’azienda
Alberto Irace, considerato il fatto che il gestore continuava a far pagare in
bolletta la «remunerazione del capitale» cancellata dal Referendum del 2011 e
da diverse sentenze successive.
Non è escluso che la Procura stia
facendo chiarezza sugli investimenti di Publiacqua nel 2012. Si tratta dell’ennesima
società – dell’ennesima grande opera, quale è la gestione dell’acqua nell’ex
Ato 3 – che troppo vicina agli interessi della politica finisce sotto la lente
della magistratura.
Ci chiediamo allora quando terminerà la
cattiva gestione del bene pubblico in Toscana e quando si finirà di allontanare
quei funzionari o quegli amministratori che oltre ad essere onesti vogliono
capire fino in fondo se gli atti che sottoscrivono rispettano la legge o meno.
Come non dimenticare il recente “allontamento”
(parola chiave della politica toscana a quanto pare) da parte del Sindaco di
Pistoia dell’assessore all’ambiente Ginevra Lombardi, colpevole di aver chiesto
chiarimenti al direttore dell’Autorità idrica toscana (Ait) Alessandro Mazzei,
sul perché, sebbene fosse previsto dalla delibera di Ato 3 che Publiacqua
investisse 78 milioni nel 2012, ne risultavano invece rendicontati in bilancio
solo circa 63.
Nessuna risposta è arrivata e anche su
questo la Procura dovrà fare chiarezza.
La domanda vera però è perché – come
nel caso della Tav per Renzi – i Sindaci sembrano non essere protagonisti di
quanto accade con la gestione di terzi, privati, dei beni pubblici.
Continuano ad ignorare sia il
referendum del 2011 che prevedeva la ripubblicizzazione del servizio idrico e
la cancellazione della remunerazione del capitale per i soci.
Ignorano che:
– il Tar della Toscana ha accolto il
ricorso presentato dal Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua: le tariffe
praticate dai gestori dopo il referendum sono illegittime, in quanto
comprendono ancora la “remunerazione del capitale investito” abolita dal
referendum del 12 e 13 giugno 2011;
– il Tar della Toscana dà ragione alle
tesi del Forum, che ha sempre sostenuto l’illegittimità delle bollette post
referendarie. Scrive il Tribunale Amministrativo in un passaggio della sentenza
n° 436 emessa: “il criterio della remunerazione del capitale [...] essendo strettamente
connesso all’oggetto del quesito referendario, viene inevitabilmente travolto
dalla volontà popolare abrogatrice”;
– il 13 settembre scorso l’assemblea
dei sindaci della provincia di Genova, ha deliberato la restituzione delle
somme indebitamente pretese dai gestori del servizio idrico dal 21 luglio al 31
dicembre 2011;
– il giudice di pace di Chiavari, in
Liguria ha disposto la restituzione del 22% della bolletta di una cittadina,
pari alla quota di profitto che i cittadini pagano sulle bollette dell’acqua,
come “remunerazione del capitale”.
Atti e sentenza molto importanti come
può ben capire chiunque non abbia interessi perversi da celare, perché oltre a
ribadire il valore legislativo dell’istituto referendario riconoscono che l’Autorità
per l’Energia Elettrica e il Gas ha un limitato potere amministrativo, comunque
subordinato all’esito referendario.
Perché allora i sindaci dell’ex Ato 3
continuano a far finta di niente di quanto accade a Publiacqua?
Perché a Firenze si paga l’acqua più cara
d’Italia e i ricavi non sono destinati, se non in minima parte, agli
investimenti ma se ne vanno in utili per i soci della Spa?
Perché Renzi e i suoi colleghi non
diventano parte attiva nell’applicazione dell’esito referendario?
Da che parte stanno?
A noi pare chiaro. La Procura di
Pistoia forse aprirà gli occhi anche a chi oggi si ostina a non vedere lo
scandalo.
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[Martedì 24 settembre 2013 | 09:32 - © Quarrata/news]
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