Lo sport e i suoi innumerevoli controsensi
MENTRE LA TOSCANA del Nord è parzialmente paralizzata dai mondiali di
ciclismo, che fino ad ora hanno dato quasi esclusivamente fastidi e disagi, il
mondo delle due ruote, senza motore ma con tanto doping, ci informa che il
prossimo Giro d’Italia, quello del 2014, non partirà, come al solito, di sabato
(per l’esattezza il 10 maggio), ma il dì precedente, venerdì 9.
E da quale ridente località del nostro
Belpaese ricco di spiagge incantevoli, rilassanti campagne, centri storici
affascinanti, ameni promontori o impenetrabili picchi dolomitici? Da Belfast,
no, ci mancherebbe altro, altrimenti che Giro d’Italia sarebbe?
Un lungo antipasto che si protrarrà per
le prime tre tappe, che si correranno
sull’asfalto irlandese. Il Paese è quello giusto, dei temporali e dei rovesci atlantici
– e noi italiani, con la Merkel al culo, solo questo ci dobbiamo aspettare.
Nient’altro.
Al di là di ogni ragionevole obiezione
che non si può non fare per la scelta psicotica
del prologo della maglia rosa,
propongo, dietro suggerimento del Direttore, al patron del Giro, di trasportare i corridori, dal quarto giorno,
sulla terra ferma d’Europa, su dei megapedalò: ma non come se fosse una
scampagnata o una tappa di avvicinamento, ma come una crono a squadre valida a
tutti gli effetti ai fini della classifica.
P.S. – Informate
gli irlandesi e dite loro che per riasfaltare le strade è bene che pazientino
fino al prossimo aprile!
f & s
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[Mercoledì 25 settembre 2013 | 17:00 - © Quarrata/news]
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