giovedì 26 settembre 2013

PISTOIA CHE NON VEDE, NON SENTE E NON DICE


di Fabrizio Geri [*]

Tanto per tornare sull’omertà della ‘città di tutti’ – Valdibrana e il parcheggino del Seminario

PISTOIA. L’omertà costituisce uno dei principali tratti distintivi della nostra Pistoia: tutta una serie di circostanze, dalla montagna alla piana, sembrano suggerire che la vita sia più semplice quando si fa finta di non vedere e di non sentire.
Gli esempi si contano numerosi e si trovano sotto gli occhi di tutti ma io torno sempre a battere su di un punto: il parcheggio di superficie di Valdibrana, avviato ormai da anni e ancora in attesa di completamento. Quando poi i costi effettivi sarebbero poco più che irrisori.

Dovevano essere 70 posti per auto e pullman, metà dei quali a servizio del paese ed il resto di pertinenza di quella specie di residence/foresteria/aula liturgica che la parrocchia intendeva realizzare a fianco del Santuario, con finanziamenti assai discutibili da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, al fine di incrementare il pellegrinaggio e verosimilmente il relativo business.
A lato del parcheggio una piccola area doveva essere attrezzata a verde. Il risultato, ad oggi, è che da una parte le istituzioni continuano ad essere mute come pesci e dall’altra la parrocchia e più in generale la Curia pistoiese con il suo Vescovo, tra una settimana sociale e l’altra, tra le varie esortazioni alla sobrietà e alla concretezza, pare non intendano degnarsi di questo indecoroso terrapieno di sterpaglie che invece li chiama direttamente alla responsabilità. Quando poi capita di osservare che la Curia ha in realtà molta attenzione verso la cura degli spazi liberi per auto o dei parcheggi. Da quello di San Bartolomeo, clamorosamente tentato e saggiamente rispedito al mittente dall’attuale amministrazione, fino al più modesto “cortiletto” che si nota in Via del Seminario. Uno spiazzo, quest’ultimo, attrezzato per la sosta, evidentemente a pagamento e con tanto di cancello automatico, stando al cartello che ho fotografato sul cancello d’ingresso, e su cui sicuramente saranno pagate le tasse esattamente come vale per tutti i gestori privati di garage o per titolari di rimesse che fanno dell’affitto di uno spazio la loro attività economica.
In questi giorni sono venute delle ruspe a Valdibrana: hanno semplicemente disboscato quella specie di foresta amazzonica di robinia e alianto, cresciuti nel tempo in altezza; sono rimasti, più bassi, rovi, erbacce e calcinacci come a conferire al luogo il sapore romantico di uno scavo archeologico sul modello dei fori imperiali. Una sorta di Largo di Torre Argentina nella nostra frazione, quasi da porre sotto la tutela della Soprintendenza e di cui pare che gli abitanti di Valdibrana siano particolarmente orgogliosi, vista la loro annosa assuefazione!
Personalmente continuerò a ricordare loro che non si tratta di un percorso museale cui essere affezionati ma solo di un degradato cantiere che squalifica la qualità dell’abitare: invito perciò i miei compaesani a rompere il muro di omertà sulla sterpaglia incompiuta e a risvegliare la coscienza civica. Se infatti questo disagio non è organizzato ad arte, magari per poter invitare Gabibbo di Striscia La Notizia, cosa altro si deve aspettare che succeda, qui a Valdibrana, per uscire dall’immobilismo?










[*] – Ex consigliere comunale
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[Giovedì 26 settembre 2013 | 17:21 - © Quarrata/news]

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