di EDOARDO BIANCHINI
Quasi un milione di euro buttati via
per una vasca al centro di mille polemiche
QUARRATA. Non ha problemi il Sindaco Mazzanti, che ora si è schierato
con Matteo Renzi, per il passaggio dalla raccolta-rifiuti indifferenziata alla
differenziata a Quarrata.
Una mano ai quarratini in difficoltà può
sempre darla, nel periodo di transizione, per gestire bene il passaggio: potrà
sempre consigliare loro di portare tutto ciò che hanno da smaltire e non
possono mettere nel bidoncino giusto, nella fontana di Buren; proprio dentro,
come nella foto.
Qualcuno dei quarratini più perspicaci
sembra averlo bell’e compreso – e si è fatto avanti da sé, in maniera
abbastanza professionale, stando almeno all’immagine.
Qui finisce il «mi pigli culo» di
Crozza che scimmiotta il famoso chef, e inizia il superfamoso «sento odor di diludendo».
Che quest’opera d’arte (scritto
in corsivo perché, con Sgarbi, anche noi crediamo che sia una vera presa di
fondello, una ciofeca) sarebbe diventata una pattumiera, era facilmente
pronosticabile: lì, sul famoso campone della Màgia, esposta all’ingiuria
di tutti, all’aperto. Era facile pensare questo, come facile sarebbe immaginare
che far salire Valeria Marini su un pullman del Copit quando gli studenti vanno
a scuola, vorrebbe dire istigare la fantasia dei ragazzi ad allungare la mano
su un culo da manuale.
Ma per arrivare a questo – cioè a
mettere lì la fontana – ci volevano due elementi in empatica concorrenza: perché
nasca un figlio, infatti, ci vogliono sempre due individui e – malgrado tutto e
perfino le dichiarazioni antiomofobiche del Sindaco Bertinelli – uno maschio e
uno femmina.
Il cielo – che non vuol punto bene ai
quarratini: e si vede da com’è la città – fece sì che si trovassero sulla
stessa lunghezza d’onda un uomo (il Chiar.mo Prof. Ivano Paci e la sua personale
Caripit) e una donna (la dottoressa-Sindaco Sabrina Sergio Gori e il suo
personale Comune).
La parte dello Spirito Santo la fece
una Soprintendenza amorosa che concesse tutti i permessi per piazzare
lì, all’aperto, una serie di sedie a sdraio a strisce colorate da spiaggia
viareggina, scimmiottante, e neanche in maniera troppo allusiva, le pietre di Stonehenge.
Oggi se Quarrata ha la sua discarica a
cielo aperto proprio a fianco della villa-debito del Comune, è colpa di questi
elementi (non si sa bene se astrali o divini, ma forse semplicemente alieni).
Sicché, alla fine, la famosa (?)
fontana, oltre che brutta, come ebbe giustamente a dire Sgarbi, è anche sudicia,
ma più attraente di una carta moschicida per le mosche.
Due piccioni con una fava, insomma: il
brutto e l’eternamente sudicio in fisiologica accoppiata.
Ma va bene così: perché il Paci si
disfece della fontana che non sapeva a chi sbolognare (Montecatini ci sputò
sopra, dicono…); mentre la ex-Sindaca s’è potuta ritirare a far danni in
Montagna, dove finora, però, non ha raccolto nemmeno 20 centesimi di
finanziamenti per il Comune della Cormio – pur se
diceva che questa era la ragione della sua nuova funzione di migrante…
[Questo intervento è pubblicato come
espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]
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[Giovedì 26 settembre 2013 | 18:23 - © Quarrata/news]
Prof. Bianchini, Lei conviene che "per creare una donna non serve una teoria della donna.Per creare l'arte non serve una teoria dell'arte" .Kant, poi, propone una critica senza tentare la creazione di una estetica dell'arte.
RispondiEliminaEvidentemente avevamo bisogno del famoso "sterco di artista" e della fonatana di Buren, soluzione dei problemi quarratini per la nettezza urbana,per cominciare a comprendere il significato di arte. Ogni età ha il suo vate! Comprenda,mi devo fermare a "vate". Cordialmente.
C'è un deus ex-machina dietro tutto questo?
RispondiEliminasenza la -
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