sabato 9 novembre 2013

COMUNONE-DYNAMONE, OVVERO LO SCELLERATO INTRECCIO TRA POLITICI CHE SI NASCONDONO E LOBBISTI AFFIANCATI DA QUALCHE SINDACO A FINE MANDATO


di GRILLO PARLANTE

Non si lascia spazio a scelte diverse ma si pretende che sia accolto in toto quanto architettato da lobbisti e politici da riciclare – Progetto trasversale e privato con l’avallo o la regia del Pd?

MONTAGNA. Giorni addietro Quarrata/news, battendo sul tempo la stampa quotidiana, ha dato notizia sui movimenti che il Comitato di gestione del Comune Unico ora legalmente rappresentato da Giuliano Tonarelli noto collezionista di cariche (è presidente della Confraternita della Misericordia di Cutigliano, del Tennis Club Cutigliano, già presidente dell’Apm, socio e past presidente del Lions Club montagna pistoiese) per sollecitare, ancora una volta, il Consiglio Regionale a decidere l’indizione di un referendum che si ripromette la fusione di quattro Comuni (Abetone, Cutigliano, Piteglio e San Marcello).
Il tutto come richiesto da un Comitato di privati, che si è sempre qualificato apolitico, che ha addirittura approntato una proposta di legge poi sottoposta a all’esame del Consiglio regionale dai consiglieri Gambetta Vianna e Lazzeri (gruppo Più Toscana) a maggio 2013.
Alle riunioni – tenute regolarmente all’oscuro della gente di montagna – ha partecipato anche Silvia Cormio, sindaco di San Marcello – Comune che avendo una popolazione superiore ai 5.000 abitanti non è tenuto affatto a fondersi mentre, ancora una volta, si è registrata l’assenza di Giampiero Danti, sindaco di Abetone da sempre del tutto contrario alla proposta di fusione del comune da lui diretto con quello di San Marcello.
Danti che partecipa all’Unione dei Comuni ammette che – se proprio a fusione si deve arrivare – si devono includere soltanto i Comuni di Abetone, Cutigliano e Piteglio, territori assai più omogenei. Ma nonostante la significativa assenza del Comune di Abetone che ha scelto di disertare anche l’ultimo incontro di giovedì 7 novembre scorso, Giuliano Tonarelli & Compagni, trasformatisi in mosche cocchiere, pretendono – beninteso come privati cittadini– che la Regione si dia una mossa e legiferi al più presto anche perché esso Comitato vuole che il referendum avvenga nella prossima primavera.
Questa posizione, assai discussa dalla gente nei punti di aggregazione montana, non sembra raccogliere i maggiori consensi perché pur non facendo affidamento sul “vengo anch’io-no tu no” non lascia spazio a scelte diverse ma pretende che sia accolto in toto quanto voluto da lobbisti che, pur ricoprendo cariche istituzionali, occupano posti di rilievo e figurano come fondatori del Comitato. E che ora sostengono – unico modo di salvarsi la faccia e di andare in barba al conflitto di interesse – di aver preso parte come privati cittadini.
Tesi, questa, in parte accolta dalla Regione in occasione di una riunione indetta per acquisire i pareri dei sindaci e che registrò Ceccarelli a favore, Gaggini favorevole nonostante il dissenso manifestato da alcuni suoi assessori e che lui tamponò ricorrendo al foto favorevole apportato dalla minoranza capeggiata da Valerio Sichi deus ex machina dell’intera operazione. Danti giustificò la sua totale contrarietà, Cormio dichiarò di essere possibilista pro-fusione comunque subordinandola ad un adeguato percorso partecipativo gestito dalle Istituzioni.
Percorso che non c’è stato. Nel contempo si sono verificati episodi significativi: il primo costituito dalle dimissioni di Roberto Orlandini da Presidente del Comitato e ora surrogato da Giuliano Tonarelli, il secondo enunciato da La Pietra, vice coordinatore Pdl e dal diessino Tommaso Braccesi che sembrano non affatto propensi a condividere un referendum che così come attualmente presentato costituisce una forzatura ad ogni regola democratica perché in luogo di consentire la libera espressione degli elettori appartenenti ai Comuni obbligati da una legge dello Stato a unirsi e a fondersi, li costringerebbe a dover “subire” un referendum che già in partenza esclude l’unione dei Comuni e, con la fusione, pretende di mettere l’alta montagna sotto la cappella di altro Ente costituito e – come già detto – non tenuto a questi obblighi.
In più, con decisioni assai scorrette ed orchestrate dal Pd sanmarcellino, si verrebbe ad attivare una del tutto insolita prassi in cui ogni centro maggiore dominato da un partito politico avrebbe assicurata la maggioranza dei consensi e di conseguenza potrebbe liberamente amministrare con propri proconsoli un territorio in cui attualmente esistono larghi strati di cittadini di diverse visioni politiche e che, per dipiù, contestano le scelte improvvide e negative di chi ha portato la montagna allo sfascio in cui ora si trova. Come ampiamente ha dimostrato la disgraziatissima conduzione della Comunità Montana Appennino Pistoiese non ancora del tutto conosciuta o fatta conoscere dall’Autorità Giudiziaria alla gente che ne ha subito e ne sta subendo le gravi conseguenze.
Concludendo: emanare un referendum del genere non va affatto a favore della democrazia e della trasparenza ma null’altro significherebbe se non un cortese salvagente gettato ad alcuni personaggi che tremano e tramano nell’ombra nell’interessata ricerca di non pagare pegno.

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[Sabato 9 novembre 2013 | 08:40 - © Quarrata/news]

2 commenti:

  1. C'era anche un altro Giuliano, ex Carabiniere e presidente a lungo dell'Associazione, che gli associati hanno tenuto in carica anche quando emergevano con prepotenza nebulosi intrallazzi e che, ad ogni scoperta di intrallazzo, corrispondevano nuovi incarichi in associazioni e club con le più disparate finalità, ultimo quello di assessore in comune a Cutigliano. Nulla da dire del Tonarelli Giuliano che fa incetta di incarichi, molti lasciati vacanti dall'altro Giuliano. Ma possibile che non ci sia nessun altro nel comprensorio che sia capace e riesca a farsene carico di alcuni? Diciamoci la verità, se non lo fa e si guarda bene di lasciarne, anche tra quelli meno significativi, un motivo c’è, ci sono altri all’esterno che non figurano, ma gli danno un significativo aiuto purchè tutto rimanga sotto lo stretto controllo dei soliti noti.
    Non sarebbe un bene per tutti che venissero distribuiti tra più persone e possibilmente che tra di essi non ci siano dei legami troppo forti. Non è possibile spaziare tra politica, sanità, cultura, sport, progettazione, energie rinnovabili, turismo ……… si diano incarichi a chi conosce la materia.

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