sabato 2 novembre 2013

EDILIZIA E BANCHE. GUALTIEROTTI A ANDREINI: «RIPARTIAMO LAVORANDO A UN PROCESSO ARMONICO CHE SIA COERENTE CON L’USO DEL TERRITORIO E NON PER PRODURRE REDDITO CHE DROGHI IL SISTEMA BANCARIO»


di Andrea Gualtierotti [*]

«Occorre mirare a risultati d’inversione della crisi e alla partecipazione su progetti coerenti e innovativi da cui ripartire» – Indispensabile giungere «a una classe imprenditoriale, bancaria e amministrativa efficiente e vincente anche per uscire dai limiti angusti della provincia»

PISTOIA. Mi permetto d’intervenire su quanto affermato dall’amico Riccardo Andreini per informarlo che nei prossimi giorni renderemo pubblici i dati dell’indagine, pubblicandoli sul portale del nostro centro studi e-cultura; lo facciamo per condividere le nostre conoscenze senza paura di confronto perché realizzate con i migliori ricercatori e chiederemmo quanto meno pari onesta scientifica e competenza da chi ritiene di non condividerle.

Dico questo perché il buon Riccardo forse ha tirato ad indovinare sui risultati della ricerca e lui sa bene che un venditore di libri non è necessariamente un letterato o un filosofo, né tantomeno uno scienziato, così spesso un bancario purtroppo non è un banchiere.
Ha citato molti dei punti critici da noi evidenziati, tra gli altri che le banche hanno trovato molto interessante concedere mutui investendo il proprio patrimonio a basso rischio e alta resa (poi hanno scoperto che non è così), convinte che non potesse esserci un crollo dei valori degli immobili.
Andreini conferma che finanziando un intero ciclo produttivo, ben oltre il mero valore degli immobili molte banche non sono state realmente in grado di valutare il patrimonio e l’attività delle imprese edili e non è cosa nuova; fanno continuamente confusione tra immobiliaristi, costruttori e imprese edili.
Non se ne crucci l’Andreini, ben altri economisti esperti internazionali tre anni fa dichiaravano che la crisi dell’edilizia italiana era giunta al culmine e che i valori immobiliari sostanzialmente avevano raggiunto il loro limite minimo.
La nostra analisi e successiva proposta è un po’ più ampia, però nessuno difenda le proprie corbellerie o deficienze: ripartiamo lavorando ad un processo armonico che sia coerente con l’uso del territorio e non per produrre reddito che droghi il sistema bancario o peggio finanzi il sistema pubblico inducendolo a non rivedere le proprie improduttività.
Su questo progetto che può portare anche a risultati d’inversione della crisi e alla partecipazione su progetti coerenti e innovativi possiamo ripartire e forse riusciremo ad avere una classe imprenditoriale, bancaria e amministrativa efficiente e vincente anche per uscire dai limiti angusti della provincia.
Se così non accade, nessun problema, lasciamo alla crisi un settore di 9.000 addetti che rappresenta il 10% del Pil provinciale e le banche investano solo con i vivaisti, e il 50% del patrimonio bancario investito in mutui anche se si svalutasse del 40% che importanza potrà mai avere!
[*] – Presidente Collegio Costruttori Edili-Ance
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[Sabato 2 novembre 2013 | 07:49 - © Quarrata/news]

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