mercoledì 6 novembre 2013

FONDAZIONE CARIPIT. TANTO PER TORNARE SULLE FUGHE DAL VOTO DEL 21 OTTOBRE SCORSO…


di FELICE DE MATTEIS

Dal consesso si defilarono sia don Carlesi (Curia di Pistoia) sia l’On. Barontini (Istituto Storico della Resistenza e associazioni del volontariato)

PISTOIA. Abbiamo parlato nel precedente post di Ivano Paci, Presidente della Fondazione Caripit, dei dieci milioni di titoli truffa rifilatigli dal M.P.S., tramite Prometeia, e del salvataggio in calcio d’angolo del Professore nell’ultima riunione del Consiglio Generale: otto, di fatto a suo favore, dodici, di fatto, non pervenuti, quattro, uomini liberi, contro. Ventiquattro sono infatti i componenti il Consiglio Generale: e Lui se l’è cavata solo per un terzo e grazie alle défaillances degli altri due terzi (roba da Italietta).

Svariate milionate di euro sono invece il bilancio che la Fondazione distribuisce attraverso il Padre-Padrone per i bisogni del territorio di sua competenza. Una carità Mansueta e padronale. Da cattocomunisti, insomma.
Esiste poi un elenco dei soci dove convivono, e non contano nulla, persone di conclamata ed acclarata e civica onestà, assieme a qualche pregiudicato che non si chiama Silvio B. (e quindi fa ancora comodo), ruffiani di parrocchia e simili: insomma, uno spaccato di vita e di questa Italia/Pistoia.
Abbiamo fatto questa premessa perché mentre si “usano” – a nostro modestissimo parere – personalità civiche di Pistoia, culturalmente di spicco e notoriamente conosciute per il loro sapere e la loro professionalità, si contrabbanda un Consiglio dei Soci composto da “gente” che accetta di comparire solo per “esserci” e magari chiedere qualche elemosina per l’associazione di appartenenza quando si prospetta l’opportunità: gente simile al povero che viene a raccattare le briciole dalla tavola del ‘ricco epulone’ – la metafora evangelica ben s’adatta al Prof., dato che è anche il teorico della necessità, per chi sa e può (e Lui sa e può), di darsi evangelicamente alla politica, com’ebbe a dire a casa di don Firindelli.
Sì: Gao Zu dà. Se vuole.
Per l’archivio storico del Comune di San Marcello (e sì che l’assessore richiedente, l’Alice Sobrero, si presenta anche bene) o per Santa Caterina, nemmeno un tallero.
Dei quattro “contrari” a Papa/Papà etc., dopo la legittima richiesta che si proponesse come eventuale parte offesa contro il M.P.S. per il bidone rifilato alla Fondazione in relazione ai dieci milioni di Fresh mentre Paci Eugenio Settimo (per esteso) regnava in Deputazione M.P.S., abbiamo esaurientemente parlato.
Rinnoviamo il nostro civile apprezzamento: in primis, doverosamente all’avv. Ermanno Bujani, con il quale ho avuto un cortese e civile scambio di opinioni a proposito di certi suoi “conflitti di interesse” con la Fondazione.
Mi rivolgo a lui, per la posizione assunta che travalica il fatto – i titoli Fresh – per fagli notare che, lungi da me il pensare che sia lui uno dei Bruti in attesa della pugnalata a Cesare/Gao/Io/Lui etc., anche per motivi anagrafici, potrebbe adoperarsi per un ‘trapasso’ positivo a favore della comunità pistoiese. Quando ciò dovesse accadere, s’intende. In tal caso non avremmo difficoltà a riconoscergli di essere – o di essere divenuto – civicamente parte di “una sintesi di alto livello…” (basta!).
Perché i milioni di euro che la Fondazione distribuisce annualmente non possono restare vincolati alla discrezionalità di un gruppetto che condiziona una politica (di mero potere) localistica, barbona e questuante.
Né la Fondazione può essere il luogo da cui fuggire quando “ci si deve mettere la faccia” (come nel caso dell’ultima riunione sul bidone dei dieci milioni di Fresh). Si vota: a favore o contro. Il 21 ottobre, invece, tredici uomini l’hanno fatto. Cinque erano assenti e fra questi qualche furbastro/furbastra che Gao Zu avrà certamente individuato come membro “stranamente “ assente. È roba da cattocomunisti, ma sicuramente il Prof. se la sarà legata al dito…
Fra i sei membri che nella votazione del 21 ottobre sono “smammati” (per non votare?), rileviamo, senza assolutamente stupirci, l’allungo (= fuga) di don Carlesi, rappresentante della Curia Pistoiese. Qualcosa significherà, ma dirlo potrebbe costarci qualche querela e con la Magistratura libera che abbiamo…
Ci rammarica nell’allungo (= fuga), quello dell’On. Roberto Barontini che rappresenta nel consiglio dei 24 del Consiglio Generale, le associazioni del volontariato.
Ex deputato del Pri, con un vitalizio mensile da €. 2.037,86, è stato uno stimatissimo medico di famiglia che anticipava le sue visite ambulatoriali per poter seguire i suoi pazienti, esercitare la sua professione e pure seguire la sua passione politica; e che, andato in pensione, ha lasciato di sé un più che gradito ricordo.
Anche lui, “smammato”. Perché? Per avere in futuro una “benevolentia” per l’Istituto Storico della Resistenza? Per raggiungere l’obiettivo di iscrivere tutti i pistoiesi alla Maratona del Partigiano? Per farsi sponsorizzare una targa in San Lorenzo dove dei poveri disgraziati a caccia di vettovaglie, poveracci del popolo, incapparono nella ‘legale sanzione’ prevista in quegli orrendi momenti di guerra?
On. Barontini, immagini la messe di proiettili occorrenti se, vigendo ancora il codice militare di guerra, dovessimo fucilare tutti i ladri di questa repubblica!
La sonnacchiosa Pistoia, dove circolano con il sorriso stampato in faccia personaggi che hanno frequentato le patrie galere con l’accusa – onestamente ancora da definire in ultimo grado di giudizio – di essersi appropriati di pubblici denari e di avere dato e/o preso mazzette, è la classica città disposta a subire tutto e tutto accettare, in cambio di qualche pubblica medaglietta.
Una città proprio – lasciateci dire – degna di Vanni Fucci.

P.S. – Ho “buttato giù” queste noterelle prima dello Scandalo Cancellieri, del figlio che per un paio di anni di servizio si becca una liquidazione da vari milioni di euro e del poco apprezzabile interessamento della ministra a favore di una famiglia di gentleman della finanza e del mattone quali i Ligresti, suoi amici.
Cosa vogliamo mai attenderci da questa repubblica (rigorosamente minuscola)?
La Fondazione, il Paci, i suoi ossequiosi sodali, divengono scolaretti davanti a questi accadimenti.
D’altronde, bisognerà pure cominciare e sperare, sperare, sperare…

[Questo intervento è pubblicato come espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]

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[Mercoledì 6 novembre 2013 | 11:07 - © Quarrata/news]

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