sabato 23 novembre 2013

IL PESO DELLE PAROLE


di LUIGI SCARDIGLI

Presentato al Funaro “Parlare Civile” scritto da Federica Dolente e Giorgia Serughetti

PISTOIA. Le parole hanno un peso, spesso enorme. Al Cesvot lo sanno così bene che stamani, il primo appuntamento di una serie di incontri che si concluderà domani pomeriggio, è stato affidato alla presentazione del volume Parlare Civile, scritto a quattro mani da Federica Dolente e Giorgia Serughetti. Con le autrici, ad impreziosire il tavolo dei relatori, Marcello Magrini, Presidente del Cesvot di Pistoia, Barbara Beneforti, del Centro Antidiscriminazione e Daniela Belliti, vicesindaca.

E del peso, spesso discriminatorio, delle parole ci dobbiamo sentire tutti, anche se in misura diversa, responsabili. A cominciare da noi giornalisti, che spesso, per letali e macabre associazioni di idee, finiamo per sbrigare questioni ed avvenimenti che andrebbero invece trattate con i guanti e osservate sotto la lente di ingrandimento. È un vecchio vizio che ci trasciniamo dietro da tempi poco sospettabili e che nemmeno la carta di Roma e le sue legislazioni deontologiche ha ancora del tutto sopito.
Di questo – e di molto altro – si è parlato in mattinata nella sala principale del Funaro, che ospita la manifestazione promossa dal Centro Servizi Volontariato della Toscana, una due giorni ricchissima di appuntamenti a 360 gradi, a testimonianza, qualora ce ne fosse ancora bisogno, come solo attraverso una destrutturazione morale, civica e storica si possono davvero abbattere le barriere della discriminazione.
Che contempla una serie di informazioni che sottostanno, a loro volta, a varie tipologie semantiche: i disabili e i diversamente abili, gli extracomunitari, che spesso diventano confidenzialmente vu cumprà e i migranti, il mondo variopinto dei gay e le continue ghettizzazioni alle quali vengono sottoposti, fino ad arrivare all’argomento delittuosamente principe, il femminicidio. Strutture sintattico-semantiche che non sembrano avere apparentemente responsabilità collaterali, ma che invece, quasi sempre, sono la spinta impulsiva, folle e letale che tenderebbe a giustificare atti giuridicamente da perseguire con estrema durezza.
Non basta certo riformulare il vocabolario del secolare sessismo maschista che condiziona i rapporti: basterebbe forse una legislazione irremovibile e spietata ad inoculare ai soggetti incapaci di vivere e accettare le diversità le condizioni umane della convivenza; sarebbe forse sufficiente che i forti non si sentissero autorizzati a maltrattare i deboli e che al cospetto di incomprensioni non si sentissero autorizzati a scatenare la belva che si annida in ognuno di loro, pena un immediato contrappasso giuridico lungo e duro; basterebbe forse rimodulare i rapporti tra esseri umani, che sono quelli che comprendono le interrelazioni tra uomini e donne, genitori e figli, persone e persone: per questo occorre un duro e faticosissimo lavoro di civilizzazione prima e prevenzione durante, un cammino che si prevede ancora lungo e irto di difficoltà.
Intanto però, è il caso di iniziare, perché se si vuole davvero fare qualcosa, partire è indispensabile. Al Cesvot non si pensa ad altro.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Sabato 23 novembre 2013 | 18:50 - © Quarrata/news]

Nessun commento:

Posta un commento

MODERAZIONE DEI COMMENTI

Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.