La sanità in primo luogo e subito dopo la
crisi della floricoltura – I tagli ai piccoli ospedali, San Marcello compreso
PESCIA. Egregio Sig. Presidente, apprendiamo della sua visita in Valdinievole
del prossimo venerdì [22 novembre].
Ne siamo lieti, poiché la Valdinievole,
più di altri territori della Toscana, soffre per la crisi economica in atto e
ha bisogno di forti risposte di governo: investimenti infrastrutturali e una
rinnovata progettualità, per rinvigorire le proprie peculiarità economiche.
Siamo sicuri che i Sindaci ben sapranno
rappresentarle le emergenze della nostra zona e chiederle quindi conto di
progetti da troppo tempo arenati, come il raddoppio del tratto ferroviario e il
potenziamento dell’A11. Noi, visto che nel suo giro farà tappa anche a
Pescia, vorremmo sottoporle invece due questioni prioritarie per la nostra
città.
La prima riguarda il presidio
ospedaliero della Valdinievole; ma potremmo dire anche tutta la sanità
pistoiese.
I dati del 2012 sulle fughe dell’Asl 3
dicono che, su un totale di 41.837 ricoveri di cittadini residenti nella
provincia di Pistoia, 13.820 sono avvenuti al di fuori della nostra azienda
sanitaria: una percentuale elevatissima - pari al 33% - con un saldo negativo
di fine dell’anno di circa 26 milioni di euro, da pagare a compensazione alle
altre Asl che hanno curato i cittadini pistoiesi.
Questi numeri devono farci riflettere
sulla gestione manageriale dell’azienda e sull’opportunità di invertite la
tendenza, potenziando ospedali come quello di Pescia, che noi giudichiamo
strategico per le erogazioni di servizi che offre a presidio di una
completa offerta sanitaria della provincia.
Invece si è deciso in modo miope di
chiudere il reparto di Pediatria, con relativo indebolimento di tutta l’area
materno-infantile (considerata a livello regionale un’assoluta eccellenza); c’è
poi un angiografo non funzionante da settimane e che aspetta di essere riparato
(con una spesa anche abbastanza elevata), quando forse sarebbe stato più utile
portare a Pescia quello nuovo del Ceppo e impiegare i soldi per
adattare i locali di Pescia a ospitarlo (non per riparare il vecchio),
potenziando così tutto il servizio di emodinamica (anch’esso considerato
storicamente eccellente); infine, per rimanere all’attualità, c’è un reparto
nuovo e moderno di Pronto Soccorso, aperto dopo anni di stenti, che non riesce
a funzionare come dovrebbe per carenza di personale.
Diciamo queste cose - e sono poche e
contingenti rispetto a tutti i problemi che ci sono - per affermare ancora una
volta che a nostro avviso l’ospedale della Valdinievole andrebbe potenziato al
fine di offrire servizi integrati da parte di tutta l’azienda sanitaria, perché
così facendo probabilmente miglioreremmo la qualità delle prestazioni
diagnostiche e terapeutiche, infondendo nei cittadini maggiore fiducia
nella bontà della sanità pistoiese e riuscendo a diminuire il fenomeno delle
fughe, che ci costano ogni anno troppo denaro pubblico. Con i soldi
risparmiati dal pagamento delle compensazioni, forse non ci sarebbe bisogno di
continuare a chiudere reparti e tagliare servizi all’ospedale di Pescia e a
quello di San Marcello.
Il secondo problema è la crisi della
floricoltura, tuttora la prima economia della città, e il futuro del Comicent,
ovvero il mercato dei fiori.
Il settore attraversa una crisi decennale, senza
uno sbocco di prospettiva. Ricordiamo che la Regione è titolare della
programmazione floricola, ma in questi anni non sono arrivati indirizzi su come
affrontare e risolvere la crisi; né il distretto interprovinciale floricolo di
Pistoia e Lucca, insediatosi con apposita legge regionale, ha mai partorito
soluzioni percorribili.
Il primo problema da risolvere è quello
di un mercato dei fiori che rivitalizzi la commercializzazione dei nostri
prodotti, che attraverso un’azione di marketing e indirizzamento della
produzione sostenga i floricoltori e li aiuti a migliorare varietà e qualità
dei loro prodotti, magari studiando un apposito marchio DOP per i Fiori
della Toscana. Di questo non si discute in alcuna sede; anzi, abbiamo una
struttura impegnativa come il Comicent abbandonata al degrado, senza
capire quale sia il suo destino (unitamente al destino del mercato dei fiori di
Viareggio). La Regione, che tra l’altro è anche proprietaria del Comicent
stesso, non può pensare di sollevarsi dalle proprie responsabilità favorendo il
passaggio di proprietà del mercato al Comune di Pescia, disinteressandosi
poi del futuro del settore. A nostro avviso dovrebbe prendere decisamente in
mano il tema della floricoltura sul piano degli indirizzi di governo e, insieme
agli enti locali e alle associazioni di categoria, istituire un tavolo urgente
di crisi per delineare le prospettive operative urgenti dei mercati di
Pescia e Viareggio; e, nello stesso contesto, programmare un piano per
rilanciare quello che resta di buono nella produzione locale.
Approfittando di questa visita e del
suo interessamento per il nostro territorio, ci siamo permessi di porre alla
sua attenzione questi due temi centrali di governo locale; che, a ben vedere,
non riguardano nemmeno solo Pescia, ma un’area ben più vasta e significativa.
Con cordialità e i sensi della nostra
stima, La ringrazio e saluto.
Marco Guerri
Pd, Segretario dell’Unione Comunale di Pescia
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[Giovedì 21 novembre 2013 | 11:22 - © Quarrata/news]
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