di MARCO FERRARI
Volendo sarebbe ancora possibile fare
qualcosa per cambiare i ‘patti territoriali’ che hanno castrato l’Ospedale
Pacini – Guerriglieri all’attacco sgraditi al… sistema?
SAN MARCELLO-MONTAGNA. Nel pomeriggio di ieri i primi cittadini si devono
essere sentiti minacciati da coloro che dovrebbero rappresentare. Non si spiega
diversamente il fatto successo fuori dal Comune, inteso sia come Municipio,
quello di San Marcello, sia come fatto assai poco usuale.
Per capire la strana vicenda è
necessario partire dalla richiesta d’incontro, fatta dall’Associazione Zeno
Colò e dal gruppo Montagna Pistoiese. È qui che voglio vivere, al
Presidente dell’Uncem Toscana Oreste Giurlani.
ITALIA, POLITICA,
STATO E DEMOCRAZIA
NON SO se ve ne state
rendendo conto, ma qui siamo fuori di ogni regola e di ogni grazia di Dio: l’Italia
non esiste e forse non è mai esistita perché nessuno è riuscito a farla (ma
se anche la avessero fatta, le politiche dei governi di sottobanco Dc-Pci la
hanno rifrantumata e ridotta solo in ammassi di centri di potere [Comuni, Province,
Regioni macina-quattrini e basta]); la politica, da quando è venuto di moda
la coglioneria sublime del politically correct di ispirazione
sinistro-capitalistico-finanzista, ha perso la P maiuscola e ha
adottato quella minuscola con cui si scrive anche la parola prostituta
(ricordate Dante: donna di bordello, all’Italia: uguale puttana);
lo stato, anch’esso con la s minuscola, che non c’è mai stato, ora c’è
men che mai (fanno tutto alle Regioni e alle Asl: anche i tagli lineari per
poter assumere sempre più dirigenti a milionate d’euro, e offrire meno
servizi al cittadino-pecora-da-tosa); la democrazia, elemento del
tutto improbabile, è rimasta solo dem(ent)ocrazia e/o in quei democristiani
che si sono, alla fine, mimetizzati nel Pd e sono entrati in politica (come prostituta,
ricordate?) per continuare a fare gli affari propri.
Stiamo
vivendo, insomma, una realtà freudiana (freudiana e non junghiana,
attenzione: perché legata al pene, come vedremo), che continua in ogni caso a
farsi solo i cosiddetti cazzi propri e nient’altro.
E
i cittadini? Che cazzo contano? Niente.
E
gli sta bene, lasciatecelo dire.
Perché
se ogni volta che vanno alle urne, invece di buttarlo sempre nella solita
pentola (o di qua o di là o al centro non fa differenza) provassero ogni
volta a cambiar parrocchia (la Politica con la P maiuscola non è né affezione
né chiesa, ma solo difesa dei propri interessi e beni e conquiste
economico-sociali e di civiltà, cosa diversa da quella con la p
minuscola come prostituta), se invece di buttarlo sempre nella solita
pentola, lo buttassero, meglio, in tasca a chi ha rotto le palle – come ha
detto di recente anche Paolo Del Debbio –, forse anche i politici e i Sindaci
la smetterebbero di aver paura dei propri con-cittadini (o non-cittadini?).
E
al posto della paura inizierebbero ad averne il dovuto e giusto rispetto.
Un
rispetto che parte, se non lo avessero capito, dal fare gli interessi loro
(dei cittadini) e non gli interessi loro (dei Sindaci e delle cosche
politiche che rappresentano).
Edoardo Bianchini
[Questo
intervento è pubblicato come espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]
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La lettera di richiesta venne inviata
per posta certificata il 4 settembre 2013, chiedendo spiegazioni in merito ai
patti territoriali “in modo da approfondire l’argomento con i cittadini
della Montagna Pistoiese”.
L’incontro viene fissato per il 14
ottobre presso le scuole ex-Smi di Campotizzoro e viene contestualmente
caldeggiata la partecipazione anche dei Sindaci, parti in causa nell’approvazione
dei patti territoriali.
In data 7 ottobre la segreteria dell’Uncem
Toscana comunica che l’appuntamento va posticipato al 31 ottobre.
Oltre a spostare la data l’Uncem
comunica che l’incontro non si terrà più presso le scuole ex-Smi di
Campotizzoro ma presso il Comune di San Marcello Pistoiese. Le carte in tavola
vengono ritirate e cambiate e la riunione della Zeno Colò diventa una riunione
istituzionale in cui Zeno Colò e Pettorine sono invitate.
Nell’e-mail si ricorda anche che quanto
prima verranno inviati i verbali richiesti relativi all’approvazione dei patti
territoriali. I documenti erano stati richiesti verbalmente al Presidente dell’Uncem
Toscana il primo di ottobre durante un incontro avvenuto in Regione a Firenze.
Con comunicazione successiva l’incontro viene ulteriormente posticipato alle
16:30 e i verbali vengono nuovamente promessi. Questi verranno inviati solo il
29 ottobre ad un giorno dall’incontro.
Le due associazioni decidano di
ritrovarsi sotto il comune alle 15.00.
Nell’attesa dell’incontro arrivano due
pattuglie dei carabinieri, il capitano della locale stazione; c’è chi giura di
aver visto passare anche la Digos e un capitano dei Vigili Urbani di guardia
all’entrata del Comune.
Tra una chiacchera e un’altra, un paio
di foto di rito, l’attesa passa veloce e all’ora stabilita le associazioni si
presentano al portone d’ingresso.
Qui comincia la sceneggiata: le
associazioni non vengono fatte entrare. Il Comune è off limits. Ma com’è
possibile? Le associazioni sono state invitate “in modo da approfondire l’argomento
con i cittadini della Montagna Pistoiese” e viene loro impedito di
partecipare?
Viene detto che l’incontro è privato.
Iniziano, le giuste proteste e le richieste di chiarimenti rivolte all’unico
interlocutore disponibile rappresentato dalla guardia comunale.
I carabinieri preoccupati per un
possibile, ma del tutto improbabile problema di ordine pubblico, intervengono e
cercano di capire i motivi delle rimostranze. Vengono quindi mostrati i
documenti comprovanti l’invito rivolto alle associazioni. Qui occorre
domandarsi:
1. chi ha dato l’ordine di non far
entrare?
2. chi è che voleva creare un problema
di ordine pubblico?
È bene evidenziare che sotto il Comune
erano presenti tra le 20 e le 25 persone, senza caschi, senza manganelli ma
indossando solo la terrificante pettorina fucsia, giustappunto una
delegazione dei quasi mille aderenti al gruppo. Un profilo quindi da classici
terroristi (nella foto).
Il vigile di guardia chiede di
aspettare per riferire. Insieme al vigile si presenta anche il Giurlani che da
buon politico media e comunica che sono ammessi alla riunione solo un rappresentante
per associazione.
Le proteste continuano: o tutti e 20 o
nessuno.
Giurlani si fa carico di riferire ai
Sindaci. Torna con una controproposta di tre per associazione. Viene ribadito o
tutti e venti o nessuno.
Nel frattempo viene contattato telefonicamente
da alcuni componenti delle Pettorine il Sindaco di Zeri, l’onorevole Egidio
Pedrini, che conosce bene i nostri amministratori (vedi: Il
Sindaco ospite chiede della Cormio ma la prima cittadina è troppo impegnata e
non può riceverlo neppure per una stretta di mano) e viene messo in
contatto con Giurlani nel difficile compito di mediatore.
A questo punto si presenta all’entrata,
non era infatti ancora arrivato, il Sindaco di Cutigliano, e in maniera pacata
e serena dice «Dov’è il problema? Entrate!».
Dieci e lode per la sportività!
Giurlani a questo punto risale in sala consiliare torna dopo un paio di minuti
e dà finalmente il benestare per far entrare tutti, non prima però di essersi
raccomandato alla massima correttezza.
Noi abbiamo ancora il dubbio se la
raccomandazione fosse riferita ai presenti che volevano entrare o ad altri.
Inizia la riunione, presenti il
presidente Uncem Toscana, il Sindaco di Sambuca Pistoiese, quello di San Marcello,
quello di Piteglio e quello di Cutigliano accompagnato dal consigliere Antonia
Amoroso.
Introduce l’argomento dei patti
territoriali lo stesso Giurlani spiegando cosa sono e il ruolo ricoperto dall’Uncem.
Si avventura però su un terreno impervio, pretendendo che se comunicato stampa
o resoconto scritto verrà redatto questo dovrà essere concordato.
Ci siamo concentrati, abbiamo richiamato
mentalmente le antiche tecniche del pranayama,
abbiamo contato fino a 10 e da bravi scolari, come ci era stato raccomandato, abbiamo
alzato la manina per poter intervenire.
Abbiamo fatto delle semplici
costatazioni del tipo: avete cambiato la data e il luogo dell’incontro, i
verbali richiesti più volte ci sono giunti solo all’ultimo momento, non ci
volevate far entrare nella Casa del Cittadino e ora pretendete pure di metterci
in bocca le parole che meglio vi aggradano? Ognuno, crediamo, sarà libero di
dire e scrivere quello che ritiene più opportuno, assumendosene le
responsabilità.
Qui gli animi degli amministratori si
sono infervorati con un discorso tutto incentrato ancora una volta sulla
correttezza. Quindi, ci raccomandiamo a te, blogger, che sei anche professore:
se come a volte succede, dimentichiamo qualche accento, correggilo, non si sa
mai.
Però... però se si parla di correttezza
non ci sembra che i conti della disciolta Comunità Montata tornassero poi molto
e nessuno ci risulta si sia infervorato perché le somme erano sbagliate. Ma
come sempre si guarda al bruscolo per distogliere l’attenzione dalla trave.
Ritornata la calma abbiamo chiesto,
rivolgendoci al Presidente dell’Uncem Toscana, l’ente che rappresenta i piccoli
Comuni montani, di confermare le affermazioni fatte in precedenti occasioni, su
quanto fatto per l’ospedale di San Marcello.
Giurlani ha confermato che la chiusura
della sala operatoria è stato un errore aggravato dal fatto che niente in
cambio è stato chiesto.
Cosa è quindi possibile fare? I patti,
ha spiegato sempre Giurlani, possono essere rivisti e modificati, dato che
ancora non sono stati ratificati e firmati: ci deve però essere la volontà
politica di ritornare in conferenza dei sindaci per ridiscuterne i contenuti.
Volontà che è assente, essendo i
Sindaci arroccati solo nella difesa di quel poco che è rimasto.
Perché nessuno rompa loro i corbelli.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Venerdì 1° novembre 2013 | 10:16 - © Quarrata/news]
Ma come "i patti non sono stati ratificati e firmati"?
RispondiEliminaMa via, non prendiamoci in giro.
Tutti i sindaci montani (tranne quello di Abetone, che alla Conferenza dei Sindaci in data 17 giugno 2013 era assente) hanno approvato in modo unanime l'intesa con la ASL ...
Adesso ci hanno ripensato? Tutto può essere, ma - ammesso che possano farlo - devono almeno certificarlo in modo formale. Altrimenti è faffa, presa di giro.
Leggete bene (lode a questo blog che pubblica integralmente ciò che dovevano essere i siti istituzionali, partendo da quelli dei Comuni, a pubblicare in modo integrale fin dal 18 giugno scorso), leggete bene il contenuto del "protocollo" e delle "linee di indirizzo". Troverete un sacco di cose interessanti. Compresa (sia pure mascherata da qualche ipocrita parolina di circostanza) la sostanziale certificazione sulla sostanziale fine decretata per l'ospedale di San Marcello.
E troverete anche un piccolo spazio (forse l'unico) in cui incunearsi: la Conferenza dei Sindaci ha impegnato l'ASL a un "costante flusso di informazioni" anche attraverso un crono-programma con un "primo monitoraggio" entro il 31 dicembre 2013. A quella data quasi ci siamo.
PS) - La verità è che con sindaci come questi (davvero debolucci ...) usare il coltello è, per l'ASL, facile come tagliare il burro.
Per non parlare della cronaca su quanto avvenuto sotto il Palazzo Comunale di San Marcello, il 31 ottobre dell'anno di grazia 2013.
Sindaci montani (compreso il Giurlani. Ma lui, almeno, è furbo: gioca una partita importante per il suo futuro e deve stare contemporaneamente su tre o quattro staffe) sindaci che hanno paura dei cittadini, che temono le associazioni, che non vogliono che i presenti raccontino ciò che vedono, che tengono nascosti documenti preziosi come questo, che si fanno difendere dai Carabinieri, che non hanno il coraggio delle proprie azioni, che si incatenano davanti al Consiglio Regionale protestando contro un documento che loro stessi avevano votato ... ma che cacchio di sindaci sono?
Il Dramma è proprio questo, abbiamo politici burattinai e burattini. Non riescono nemmeno lontanamente a pensare ai disastri che combinano e che non è possibile continuare su questa strada. Firmano patti territoriali che sono veri harakiri. Stanno suicidando l' Italia. Non si rendono conto che la pazienza del popolo è al limite. Che la gente non ce la fa più a mangiare e a mantenere la famiglia. Continuano a giocare con la pelle degli altri, non hanno il coraggio delle proprie aziioni e cercano di evitare il confronto con la gente chiamando i guardaspalle "forze dell' Ordine" paventando improbabili attacchi militareschi da parte di gente pacifica che vuol solo conoscere come stanno le cose.
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