venerdì 17 gennaio 2014

LE ARMI E I CIMELI DEI COLLEZIONISTI PISTOIESI


di LORENZO CRISTOFANI

Per fare uscire le politiche culturali dalla marginalità e staticità in cui da sempre sono relegate

PISTOIA. Alla luce della riorganizzazione dell’offerta e degli spazi museali che sta intraprendendo il Comune di Pistoia, e visto anche e soprattutto il salto di qualità che è richiesto, al giorno d’oggi, a tutte le realtà che intendono concorrere nell’attrarre visitatori e nella qualità dell’accoglienza, dovrebbe essere questo il momento per alcune scelte strategiche.

Non si sviluppa, ora, un ragionamento sistematico su come ottimizzare i potenziali settori d’interesse e richiamo, in relazione alla fruizione dei vari contenitori della città storica: si farà magari in un secondo momento. Per il momento si offre semplicemente uno stimolo all’amministrazione comunale per l’eventuale valorizzazione di uno dei tanti episodi di “arti minori” di Pistoia: le collezioni di armi, cimeli e ricordi dal Risorgimento fino alla seconda guerra mondiale.
Stiamo parlando del patrimonio che appartiene ad alcuni collezionisti locali, disposti a collaborare ad un progetto lungimirante e che potrebbe trovare un’adeguata esposizione, periodica o permanente, all’interno di un sistema già organizzato per funzionare.
Si dà il caso che in passato ci siano già state occasioni per certificare l’alto grado di gradimento dei materiali in questione: ci riferiamo alla mostra sul Risorgimento alla Fortezza Santa Barbara (vedi qui) ma non solo.
In definitiva preme ribadire che non si vuole postulare la riproposizione di un surrogato del museo Stibbert ma far uscire le politiche culturali dalla marginalità e staticità in cui da sempre sono relegate, aprendo davvero, in questo caso, le opportunità ad una tradizione artigianale che dette una certa notorietà a Pistoia: la fabbricazione delle armi.
Girando per l’Europa e per l’Italia è sempre più evidente che i catalizzatori d’interesse del futuro non saranno l’arte e la cultura tradizionalmente intese come esposizioni di quadri o sculture, quantunque celebri e di pregio, ma un mix di competenze gestionali e contenuti da mostrare. Contenuti magari legati alla tecnica, alla concretezza di un modo di vivere radicato in un territorio. Requisiti, insomma, che le armi e i cimeli dei collezionisti pistoiesi rispettano e che possono servire, con un vivace e determinato piano di rilancio della città, per creare valore aggiunto e varcare l’ingresso della modernità.






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Nelle foto: pezzi della collezione di Gianfranco Campanati.
[Venerdì 17 gennaio 2014 | 18:49 - © Quarrata/news]

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