di LORENZO CRISTOFANI
Per fare uscire le politiche culturali
dalla marginalità e staticità in cui da sempre sono relegate
PISTOIA. Alla luce della riorganizzazione dell’offerta e degli spazi
museali che sta intraprendendo il Comune di Pistoia, e visto anche e
soprattutto il salto di qualità che è richiesto, al giorno d’oggi, a tutte le
realtà che intendono concorrere nell’attrarre visitatori e nella qualità dell’accoglienza,
dovrebbe essere questo il momento per alcune scelte strategiche.
Non si sviluppa, ora, un ragionamento
sistematico su come ottimizzare i potenziali settori d’interesse e richiamo, in
relazione alla fruizione dei vari contenitori della città storica: si farà
magari in un secondo momento. Per il momento si offre semplicemente uno stimolo
all’amministrazione comunale per l’eventuale valorizzazione di uno dei tanti
episodi di “arti minori” di Pistoia: le collezioni di armi, cimeli e ricordi dal Risorgimento fino alla
seconda guerra mondiale.
Stiamo parlando del patrimonio che
appartiene ad alcuni collezionisti locali, disposti a collaborare ad un
progetto lungimirante e che potrebbe trovare un’adeguata esposizione, periodica
o permanente, all’interno di un sistema già organizzato per funzionare.
Si dà il caso che in passato ci siano
già state occasioni per certificare l’alto grado di gradimento dei materiali in
questione: ci riferiamo alla mostra sul Risorgimento alla Fortezza Santa
Barbara (vedi qui)
ma non solo.
In definitiva preme ribadire che non si
vuole postulare la riproposizione di un surrogato del museo Stibbert ma
far uscire le politiche culturali dalla marginalità e staticità in cui da
sempre sono relegate, aprendo davvero, in questo caso, le opportunità ad una
tradizione artigianale che dette una certa notorietà a Pistoia: la
fabbricazione delle armi.
Girando per l’Europa e per l’Italia è sempre
più evidente che i catalizzatori d’interesse del futuro non saranno l’arte e la
cultura tradizionalmente intese come esposizioni di quadri o sculture,
quantunque celebri e di pregio, ma un mix di competenze gestionali e contenuti
da mostrare. Contenuti magari legati alla tecnica, alla concretezza di un modo
di vivere radicato in un territorio. Requisiti, insomma, che le armi e i cimeli
dei collezionisti pistoiesi rispettano e che possono servire, con un vivace e
determinato piano di rilancio della città, per creare valore aggiunto e varcare
l’ingresso della modernità.
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Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Nelle foto: pezzi della collezione di
Gianfranco Campanati.
[Venerdì 17 gennaio 2014 | 18:49 - © Quarrata/news]
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