I molteplici ruoli e figure rivestiti
da don Pancaldo – 60.363 azioni
lo rendono secondo socio-azionista di Tvl dopo Luigi Egidio Bardelli – Le risultanze delle
visure camerali
PISTOIA. Corre voce che in Curia – che ufficialmente tace – vi siano
malcelati malumori nei confronti di don Diego Pancaldo, per le molteplici parti
in commedia da lui recitate nell’intricato “affaire Fondazione Maria
Assunta in Cielo-Aias/Apr-Tvl/enti vari collegati”.
Parti in commedia che non sempre sembrano
perfettamente appropriate al religioso e che potrebbero anche prestarsi a plausibili
rilievi sul piano di un certo non so che di conflitto di interessi.
Sembra che don Diego Pancaldo abbia assicurato
al Vescovo – che pare glielo avesse espressamente richiesto – di essersi spogliato dei suoi ruoli in Tvl: insomma, di non
essere più azionista e nemmeno consigliere di amministrazione.
Vien da dire, però, che – se l’ha fatto
– l’ha fatto “alla zitta” e forse nemmeno troppo correttamente. E ora vi
diciamo e vi spieghiamo il perché.
Dalla Camera di Commercio, dove certe
faccende devono essere per forza rese note, infatti, nulla risulta di tutta
questa rinuncia ai ruoli pancaldiani: si veda la visura fresca di ieri che
pubblichiamo (documenti 1-2).
Don Pancaldo, ormai noto a tutti come
castigatore di lupi (si vedano certi articoli apparsi sui quotidiani locali lo
scorso anno) ufficialmente è sempre lì: come azionista e come amministratore di
Tvl. Anzi: “secondo azionista” di Tvl, come ama dire Luigi Egidio Bardelli, con
60.363 azioni ordinarie della tv pistoiese.
Forse cessione delle azioni e
dimissioni da Tvl – come gli sarebbero state chieste dal Vescovo – saranno delle ultime ore e le pratiche dei trasferimenti di
proprietà e delle dimissioni non ce l’hanno ancora fatta ad arrivare in Camera
di Commercio e tutto dipenderebbe da questo ‘ritardo’ di trasmissione.
Ma ci sarebbe, anche, la questioncella
della “prelazione”, espressamente prevista dallo statuto sociale di Tvl: infatti,
per alienare la partecipazione azionaria a chi pare a lui, don Diego Pancaldo,
deve comunque prima farne una offerta per trenta giorni agli altri soci della Tvl
S.p.A. (documenti 3-4).
Fra gli altri soci di Tvl, c’è anche,
per l’appunto, la Diocesi di Pistoia. Ne avranno saputo nulla in proposito? La
prelazione, fra l’altro, implica che, a parità di prezzo, siano gli altri soci
restanti a prendersi le azioni di don Diego Pancaldo.
Occorre, quindi, ritenere assolutamente
improbabile che don Diego voglia alienare le proprie azioni a gratis: perché,
altrimenti, tutti gli altri eserciterebbero, giustamente e legittimamente, il
diritto di prelazione – oltretutto «per regalo – dice un vecchio detto pistoiese – anche un clistere...».
E, se don Diego ha venduto o ha
intenzione di vendere le proprie azioni, a che prezzo le avrà vedute (o le venderà),
quelle 60.363 cedoline che possiede di Tvl-Bardelli?
Il grosso del pacchetto di don Pancaldo
– le 55.680 azioni rilevate nel 2006 dai vecchi soci lucchesi
di Tvl (vedi post «Aias/Apr-Bardelli.
Ancora alcune considerazioni sulla risposta di don Diego Pancaldo a Principato») – gli costarono 25.000, quasi 26.000 euro “in contanti”.
O almeno questo dicono le carte; anche
se, ripensandoci, verrebbe da chiedersi se ce li abbia messi tutti di tasca sua
o, in questo ambaradan, magari attraverso una liberal-donazione da parte
di qualche mano benefica (la cosa, volendo, si potrebbe anche appurare alla
svelta, perché somme di tale entità è possibile che possono circolare in un
battibaleno, ma – quanto a lasciare traccia – sono un po’ come delle lentissime
lumachine).
Attendiamo di vedere se le prossime ore
porteranno qualche chiarimento nella – come dichiara don Pancaldo – estrema trasparenza
dell’operato Maria Assunta in cielo/Aias-Apr-Bardelli/Tvl.
Per ora, in base ai documenti
ufficiali, il tutto appare ancora piuttosto opaco.
e.b. blogger
P.S. – A proposito, se don Pancaldo ha
già venduto la sua partecipazione azionaria, a chi l’avrà venduta?
La domanda rileva anch’essa sul piano
della correttezza, posto che la legislazione sulle imprese editoriali come Tvl,
richiede la massima trasparenza sui nominativi dei proprietari (fra l’altro vietando,
se non ricordiamo male, anche l’intestazione fiduciaria a dei ‘prestanome’…).
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Sabato 10 marzo 2012 - © Quarrata/news
2012]
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