di Luigi
Scardigli
Non so voi, ma tutte le volte che mi sono recato alle urne a
votare, mi sono emozionato, come se ogni volta fosse la prima.
Credo profondamente nella democrazia partecipata e mi
inorgoglisco, fino ad illudermi che il mio voto non sia soltanto la somma
algebrica di tutti quelli che la pensano come me, ma quando voto, è come se
facessi gli auguri e mi congratulassi con il soggetto prediletto, preferito e
dunque votato.
Sostengo da anni, ormai, che questa democrazia, sulla quale
sono stati apposti e applicati marchingegni politici e partitici capaci di
abbrutirla, abbia bisogno di qualche correttivo per tornare ad essere
credibile, prima ancora che entusiasmare.
Uno di questi, a mio presuntuosissimo avviso, scendendo nel
dettaglio di una giunta comunale come quella che rinnoveremo il prossimo maggio
per la città di Pistoia, è la pre-composizione della squadra del sindaco.
Samuele Bertinelli, faccio uno dei tre esempi sui quali
saremo chiamati ad esprimere preferenza – lo stesso dicasi per Anna Maria
Celesti e Alessio Bartolomei, naturalmente –,
dovrebbe, a poco più di due mesi dalle votazioni, uscire allo scoperto e
rendere pubblica la formazione con la quale si appresterà, in caso di vittoria,
nel governo pistoiese nei prossimi cinque anni.
È fondamentale, infatti, sapere – per elaborare un giudizio, comporre una scelta, che
presuppone delle rinunce, tra l’altro: non votare gli altri – chi e quanti
saranno i soggetti ai quali delegherò la mia fiducia e la mia aspettativa fino
al 2017.
Credo che sia fondamentale sapere, e dunque capire, quali
siano le mosse e le strategie del primo cittadino, non i programmi: questi
ultimi, in campagna elettorale, si somigliano sempre maledettamente, l’un con l’altro,
al di là dell’ubicazione ideologica, est od ovest; nessun candidato aspirante a
una poltrona delegata dalla gente ha mai detto, come viatico, che si comporterà
sicuramente male.
Eppure, la storia, giovanissima, di questo Paese ci insegna
che spesso, troppo spesso, la democrazia è incappata in deleghe pessime e che
molti votati hanno poi tradito, vilipeso e disonorato la fiducia riposta in
loro dalla maggioranza degli elettori.
Conoscere sufficientemente prima la composizione umana,
dunque professionale, morale e ideologica, di un amministrazione comunale,
aiuta parecchio nell’analisi. Insomma, la figura del Sindaco, da sola, d’ora in
avanti, non dovrebbe più bastare a garantire una scelta, un voto, una delega,
la fiducia.
Per questo mi auguro che quanto prima, ma prima possibile,
Samuele, Anna Maria e Alessio stampino e affiggano sui muri della città la loro
lista alfanumerica. Anzi, una democrazia corretta, questo particolare, dovrebbe
addirittura imporlo, pena l’esclusione.
Forse nessuno dei tre candidati ha bisogno di essere
sollecitato e tutti, in cuor loro, hanno già pronta la squadra con la quale
affonderanno il lustro a venire. Io, però, che rappresento idealtipicamente un
soggetto democraticamente attivo, non so nulla di quanto detto ora e sono
democraticamente curioso e in diritto di saperlo quanto prima.
Perché, a maggio, voglio emozionarmi ancora a mettere con la
matita un segno su un nome anziché su un altro: lo voglio fare illudendomi,
come mi è sempre successo, di parlare direttamente con il mio candidato e
ricordargli di non tradirmi. Voglio anche sapere chi ci sarà con lui e quanti
saranno: è questione di rinnovamento e discontinuità – parole che hanno girato
liberamente in campagna-primarie.
È questione di democrazia!
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[Giovedì 1° marzo 2012 – © Quarrata/news 2011]
Condivido la tua richiesta di annunciare una squadra prima delle elezioni: tuttavia mi pare oggettivamente un po' presto. Questa è una fase nella quale non sono a punto nemmeno le liste degli aspiranti consiglieri comunali. Comunque, per quanto mi riguarda, annuncero' senza reticenze, la squadra di governo nella eventuale fase di ballottaggio. Prima non è oggettivamente possibile, per via delle alleanze nuove che si potrebbero creare tra il primo ed il secondo turno. A.
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