domenica 5 gennaio 2014

SPAGHETTI, PIZZA E MANDOLINO: «CHIRURGO INDAGATO, LINEA DURA DELL’ASL»


PISTOIA. Una lettrice scrive:

Caro Bianchini,
non le sarà sicuramente sfuggito l’articolo apparso questa mattina sulla cronaca locale de Il Tirreno: “Chirurgo indagato, linea dura dell’Asl. Per la giustizia può operare, ma il direttore generale conferma la sospensione dal servizio per altri 3 mesi a metà stipendio”. Gradirei leggere il suo autorevole commento. Nel frattempo, da comune cittadina quale io sono, faccio la seguente riflessione.
Non comprendo in cosa consista l’illecito del medico che avrebbe prospettato ad una paziente che voleva accelerare i lunghi tempi di attesa dell’intervento la possibilità di eseguirlo in una struttura privata.

È riscontrabile con estrema facilità che se un paziente necessita di una visita specialistica rivolgendosi alla stessa Asl in regime di libera professione riesca ad ottenere un appuntamento in tempi brevissimi, se non addirittura nella stessa giornata com’è successo recentemente a me per una visita ortopedica, rispetto a quella che sarebbe l’attesa prenotandola tramite il S.S.N.
Al di là di ciò, quello che veramente più mi sconcerta è il fatto che ormai a Pistoia (v. A.P.R.) le sentenze o le decisioni dei tribunali vengano disattese soprattutto da coloro (PD) che, perlomeno a parole, hanno sempre espresso massima fiducia e rispetto nell’operato della magistratura.
Se il Tribunale del riesame ha ritenuto che non sussistano pericoli per la reiterazione dell’eventuale reato, per quale reale motivo il Direttore Abati, spendendo soldi pubblici, ritiene veramente conveniente corrispondere al dirigente metà del suo stipendio pur di non fargli svolgere il suo lavoro all’interno della struttura ospedaliera? Dobbiamo proprio credere alla versione per cui pregiudicherebbe la credibilità dell’azienda per il discredito che potrebbe derivargli da parte dei cittadini?
Lo sa il dottor Abati quanti pistoiesi hanno scelto, e scelgono, di farsi curare fuori dalla loro Asl di appartenenza? Non vorrà mica farci credere che ciò dipenda o sia dipeso dall’operato del dottor De Giovanni?
Invito in Direttore Generale a verificare con attenzione le malefatte e gli errori che sono stati compiuti nell’Asl 3 sia a livello medico che amministrativo. Controlli quanti danni l’azienda, ora da lui diretta, ha dovuto pagare per interventi o cure sbagliate per cui alcuni pazienti ci hanno rimesso anche la vita.
Su questi fatti si basa la vera reputazione e affidabilità di una struttura. A questo guarda la gente: tutto il resto è solo sporca politica.
Cordiali saluti.
Anna Maria


Cara e gentilissima Anna Maria,
mi permetta, innanzitutto, una rapidissima analisi filologica della sua lettera, che – badi bene – condivido senza riserve.
Il dettato, lo stile, l’informazione rivelano, però, senza ombra di dubbio, che lei non è – come ci dice – una comune cittadina: è bene informata, sa cosa dice, sa come dirlo. Con dovizia di particolari significativi e con la giusta forma.
È un peccato che una Signora (o un Signore) come lei non completi l’opera e venga alla luce del giorno: respirare, alla fine, fa bene come abbaiare fece bene al cane della barzelletta fuggito dall’Urss proprio per poter esercitare liberamente e liberatoriamente le sue qualità canore.
Del resto, però, come negare spazio a un intervento che coglie in pieno la sostanza di quella piccola città maçon-catto-liberal-comunista-filosovietico-fascista-guelfa qual è Pistoia? E dunque avanti pure!
La mia opinione… Si fa presto a dirlo!
La mia opinione, gentilissima, conta – come si dice – quanto il due di briscola. Ma non sarò io a negargliela, anche se molti ritengono che io parli troppo e di troppi argomenti – forse perché più comodo sarebbe che io tacessi, dato che a Pistoia si può parlare solo di benefattori della collettività che vengono gratificati con pergamene del Prefetto in Duomo (com’è successo anche al patron dell’Apr e al grande Ivano della Caripit)…
Quello che lei dice è già, in toto, il dicibile. Che altro aggiungere?
L’Apr succhia da due anni al mecello della mucca (a Arezzo il mecello è il capezzolo della vacca: chiedetelo a Scarpetti che, se non erro, viene dalla Val di Chio e lo sa bene…). Scarafuggi l’ha accreditata con un documento illecito (extra ordinem) firmato dal grande Berti e rifiutato dalla dottoressa Borgogni; Scarafuggi che si è dimesso per gli scandali di Massa (420 milioni rubati quand’era assessore Rossi: che non sapeva nulla, ovviamente, e di nulla si era accorto), ma uno Scarafuggi che, prima di andarsene, da Rossi s’è preso il premio di obiettivo da dirigente dell’Asl di Pistoia, e che è stato rinviato pari pari al suo posto (se non sbaglio a Empoli); tutta Pistoia (civile, militare e magistraturale) sa che il Tribunale di Roma ha inibito, con una ordinanza, Luigi Egidio Bardelli dal succhiare al mecello, ma nessun che Dio faccia respirare, respira fuori ritmo: son tutti d’accordo nel non vedere, nel non dire, nel non turbare il manovratore; tutta Pistoia (civile, militare e magistraturale) sa che già una prima sentenza romana ha statuito che Luigi Egidio Bardelli e i suoi compañeros non erano nessuno quando hanno assalito l’Aias di Roma e il suo commissario/emissario Bagnale, ma nessun che Dio faccia respirare, respira fuori ritmo: son tutti d’accordo nel non vedere, nel non dire, nel non turbare il manovratore.
L’unica a dire qualcosa, giustamente, dopo l’ordinanza di Roma, fu la Cassa di Risparmio che, per chiarimenti, tentò di chiamare allo stesso tavolo l’Aias di Principato e quella cosa che non c’è di Bardelli (l’Apr) per il pagamento dei 550mila euro pubblici al mese dei contributi fatti dei nostri quattrini. Risultato? Bardelli prese banco e chicchi e portò i suoi coccini alla ViBanca di Patrizio Rosi, che ci credo bene che qualche mese fa gli abbia dato ben 10mila euro di contributi per – ritengo – incrementare l’assistenza all’autismo (ma potrei sbagliarmi: e se è così chiedo subito venia, prima di rischiare di prendere un’altra querela, sport prediletto dai pistoiesi).
Ora Bardelli, in costanza di contenzioso civile e cioè in un momento di assoluta proibizione, ha passato il carrettolo alla Maria Assunta in Cielo della Corrieri che – vedi bene – è anche Vicepresidente Apr e quindi legata a quadruplo filo con Luigi Egidio il miracolato sulla via di Damasco (com’è stato detto in televisione dal Vescovo dell’Aquila): ma queste sono quisquilie, caccole e zecche per una città che non ha niente da invidiare a quelle realtà che il tedesco Der Spiegel ci rimprovera pigliandoci giustamente per il culo.
Cosa altro vuole che le dica?
Domani iniziano a processare il luogotenente Mancini. Perché non comincia a seguire le vicende di questo milite della polizia giudiziaria che va sotto per una raccomandazione agli asili nido di Pistoia, mentre nessuno soffia il moccico del naso della fu Comunità Montana con tutti i suoi milioni di euro rubati a tuti noi?
Concludo con una domanda: un cittadino normale, Signora Anna Maria, dovrebbe avere fiducia nello Stato?
Buona Befana – se ci riesce…
Edoardo Bianchini

[Questo intervento è pubblicato come espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]

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[Domenica 5 gennaio 2014 | 10:02 - © Quarrata/news]

2 commenti:

  1. ... 3 mesi di sospensione dal servizio a metà stipendio tradotto significa tre mesi da dedicare alla clinica privata prendendo comunque circa 3000 euro al mese dal SSN, bella punizione davvero.

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  2. Aggiungerei che recentemente un'anziana persona ultraottantenne, che accusava un improvviso problema ad un occhio, si è rivolta al P.S. dell'Ospedale di Pescia ma in assenza di un medico oculista è stata inviata all'Ospedale S. Jacopo i cui sanitari a loro volta sono stati costretti a dirottarla all'Ospedale di Careggi in quanto al presidio di Pistoia non era presente il medico specialista.
    Chiedo pertanto al dottor Abati: a suo avviso il ripetersi di certi episodi provoca pregiudizio e discredito alla credibilità dell'azienda?
    Per quanto si possa apprendere dalla stampa non risulterebbe però che siano stati presi provvedimenti come nel caso del chirurgo.
    Non so prevedere quale sarà l'esito di questa vicenda, certo è che se i fatti che verranno accertati dalla magistratura dovessero porre a favore del dottor De Giovanni non sarebbe da escludere che promuovesse un'adeguata azione legale per la richiesta risarcitoria di tutti i danni subiti. E anche in questa eventualità a pagare sarebbe sempre e comunque 'pantalone'. Quindi, grazie al dottor Abati noi comuni mortali potremmo gioiosamente continuare a sentirci “cornuti e mazziati”.
    Questi amministratori, nominati da quella sporca politica a cui faceva riferimento la signora Anna Maria, devono essere avviati ad altri lavori. Per loro ci tanti terreni da dissodare: stessero tranquilli, non rimarranno sicuramente disoccupati.

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