sabato 1 ottobre 2011

«ATTO DI AMORE». È TUTTO DOVUTO





PISTOIA. La lettera di Monica Menchi, pubblicata stamattina sul Tirreno, è un vero emblema della mente e del comportamento di Pistoia: non solo all’Atp (Teatro Manzoni), ma in palazzo, dove la provincia bassoimperiale che si respira è la cifra degli illuminati amministratori locali, ispirati ai più alti princìpi umani e morali del bizantinismo dei tempi della fine.
Rileggiamola stupìti:

La lettera
All’Atp non hanno il senso della dignità del lavoro

Riferisco di un episodio personale al solo scopo di esemplificare il concetto generale. Nei giorni scorsi ho ricevuto una telefonata da Monica dell’Atp (il Manzoni, per capirsi) che mi “proponeva” una lettura nel contesto di “Atto d’amore”. Alla mia domanda se ci fosse un compenso mi sono sentita rispondere: «Ma certo che no!», proprio come se avessi chiesto se il sole spunta di sera.
Svolgo la professione di attrice e regista ormai da anni, ho i titoli per farlo (e spero che non ci sia più bisogno di dirlo!). Mi chiedo: la dignità del lavoro, la dignità della persona, la professionalità e il merito che senso hanno in questi amministratori? Sono gli stessi che si riempiono la bocca di questi vocaboli appena hanno un pubblico davanti, ma dietro le quinte, dimenticano i principi e anche il politically correct e ti ritengono un giullare che, siccome ama il suo lavoro, può farlo gratis. Né dissimulano le loro offensive convinzioni. Coloro che mi hanno cercato per farmi lavorare gratis avrebbero potuto avere il buon gusto di chiamarmi anche quando c’era da guadagnare qualche soldo, così sarebbe stato lecito chiedermi un favore che io non avrei rifiutato. Non sarebbe stata né la prima e nemmeno la seconda volta che facevo un “Atto d’amore” per la mia città. Informo anche, che ogni volta che metto in scena un saggio o uno spettacolo a Pistoia (due o tre volte l’anno al teatro Bolognini) pago all’Atp 950 euro più Iva e molto spesso non ricevo nemmeno i servizi necessari e garantiti dallo statuto. Adesso intendo fare un “Atto d’amore” verso me stessa e la mia professione.
Monica Menchi

Cara Monica Menchi,
a Pistoia tutto è dovuto. E tu, che pistoiese sei di nascita, dovresti saperlo per natura.
A me personalmente è capitato anche qualcosa di peggio e – se vuoi – di ancor più offensivo, per non dire squallido e cafone.
Nel 2005 sono stato chiamato, dall’assessorato alla cultura, a tenere una serata di intrattenimento sui Carmina Burana: «Sabato 16, alla Caffetteria Marini, ore 21.30, si terrà la presentazione del libro “Carmina Burana”, incontro con Edoardo Bianchini» (vedi).
Piaccia o no ai pistoiesi, quel mio lavoro è unico al mondo: è un’edizione di riferimento per tutti gli studiosi della letteratura latina medievale anche in relazione ai rapporti fra medioevo e antichità classica; e trova luogo nelle biblioteche di tutte le università in Italia e all’estero, America compresa.
Non meravigliarti, Monica, per la risposta che ti è stata data.

A me il Comune di Pistoia non ha mandato neppure un biglietto di ringraziamento!

e.b. blogger
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[Sabato 1 ottobre 2011 – © Quarrata/news 2011]

2 commenti:

  1. Cari amici, non posso che condividere. Ed è anche vero purtroppo che ormai non ci si dovrebbe più meravigliare. Io stessa ho saputo di episodi analoghi raccontatimi da conoscenti.
    Che vi devo dire, io continuo a stupirmi, forse perché ancora non mi sono abituata allo "stile" pistoiese, non lo so; ma penso che in fondo, se ci meravigliamo ancora, è un buon segno.
    Daniela Simionato

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  2. Inseriamo noi questa nota che Alessandro Romiti non riesce a postare nei commenti.

    La “dignità del lavoro” è un requisito aleatorio, soggettivamente intrepretato, invocato per la Breda e calpestato per la Monica Menchi. L’importante è la “facciata” delle questioni e non i contenuti che ai più non interessano, distratti dal calcio o dal gossip.
    Andiamo avanti, non mancando un abbraccio (purtroppo solo virtuale) di fattiva solidarietà alla bella attrice pistoiese Monica Menchi.

    Alessandro Romiti

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