lunedì 3 ottobre 2011

RENZO BERTI E LA GIUNTA CON UN NASTRO ROSSO

di Luigi Scardigli



In Giappone, quando i lavoratori decidono di scioperare, spesso, invece che disertare l’occupazione, si cingono il capo con un nastro rosso. È un segnale conosciuto e riconosciuto da tutti e la popolazione, quando vede un lavoratore con un nastro rosso in testa, capisce perfettamente che occorre informarsi per sapere quali siano le rivendicazioni ed eventualmente, appoggiarle, testimoniando solidarietà attiva.
Ora, nessuno pretende che Renzo Berti e la sua giunta attraversino il centro storico della città con un nastro rosso sulla testa (a qualcuno starebbe anche bene, non foss’altro perché così, di rosso, indosserebbe qualcosa), ma questa protesta contro i tagli criminali di una Finanziaria – utile ribadire, per non dimenticare, votata da una maggioranza che pullula di ‘prescritti’ –, ha davvero poca ragione di esistere, soprattutto se il dazio della querelle siano costretti a pagarlo i soliti.
Mi riferisco all’accensione dell’illuminazione pubblica posticipata di un’ora: in via Borgognoni, tanto per fare un esempio, Pistoia nuova, senza la luce dei lampioni non si vede praticamente nulla e se dovesse succedere l’irreparabile (un bambino investito da una vettura o un anziano che cade per non aver visto una buca) non credo che le assicurazioni potrebbero avvalersi dell’alibi della protesta.
Oscuriamo il centro storico, le bellezze della nostra città: depotenziamo la nostra ricchezza culturale; mandiamo un segnale forte e chiaro al Governo centrale: riduciamoci gli stipendi, ma ai pensionati che vivono in periferia, la luce dei lampioni, accendiamogliela al tramonto, perché se uno di loro, cadendo, si dovesse far male, dovremmo anche poi istruirlo sugli improperi da lanciare.
Governo ladro, è vero e va bene: ma anche il Comune scherza poco!

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 3 ottobre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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