di EDOARDO BIANCHINI
Aa appena una ventina di giorni dall’uscita,
le parole del Sindaco di San Marcello scricchiolano e stridono su ‘patti
territoriali’ e garanzie di Regione e Asl 3
SAN MARCELLO-MONTAGNA. Mi càpita, per caso, fra mano, un inserto del Sole-24
Ore sulla Sanità Toscana (versione Pdf del supplemento al n. 37 anno XVI
del 15-21 ottobre) e, sempre per caso, mi cade l’occhio su un nome noto, quello
di Silvia Maria Cormio, Sindaco di San Marcello Pistoiese.
Leggete cosa scrive il primo cittadino
sanmarcellino verso la metà di ottobre. E fatelo centellinando parola a parola:
è l’unico modo per fare una analisi come quelle che piacciono a me,
filologiche.
È una vera disdetta che esista la
scrittura. Ed è una vera maledizione che esistano i giornali e, dopo i
giornali, gli altri mezzi di informazione – blog compresi, se rompiscatole come
questo. Ma non ci possiamo fare nulla.
Ripassando una ad una le dichiarazioni
del Sindaco, si colgono subito degli stridori fra le parole e la realtà.
Intanto, stando a quello che dice la
Cormio, quando l’estratto del Sole è stato composto, i famigerati patti
territoriali non erano stati ancora firmati: «Per ottenere queste garanzie abbiamo
aderito ai patti territoriali, che firmeremo a breve e che non fanno altro che
confermare le nostre richieste evitando così di trasformare l’Ospedale in una
casa della salute, che oggi è già presente all’interno della struttura»: c’era,
perciò, ampia possibilità di manovra, di ripensarci e di non svendere il Pacini
di San Marcello. Ma non è passato – come dice un personaggio di Eduardo – manco
pa’ ’a capa…
Poi, per dire tutta la verità, è
difficile credere – specie per noi che abbiamo seguito l’intera vicenda – che i
Sindaci della Montagna abbiano davvero «ascoltato le opinioni delle associazioni
del territorio, del mondo del volontariato e degli operatori sanitari in modo
da
capire le esigenze dei cittadini e quindi
le necessità del presidio ospedaliero»: ma anche no, diciamo – e qualcuno provi
a smentirci se lo può fare.
Quanto alle garanzie a cui la Cormio accenna
(«Per questo abbiamo chiesto un pronto soccorso attivo
che mettesse il paziente in sicurezza e che ci fosse, anche per rispondere alla
grande mole di turisti che qui vengono sia per l’attività sciistica che per il
trekking, un’attività ortopedica giornaliera e per tutto l’arco dell’anno») e soprattutto al pronto soccorso, per vederne i
risultati basterà ripensare alla bimba
trasportata col Pegaso al Meyer a Firenze e alla storia della ultranovantenne
che ha fatto il giro d’Italia per finire dopo quasi 12 ore di via crucis al
pronto soccorso di Pescia. Capperi che olive, eh!?
«Attraverso questi patti noi abbiamo
impegnato la Regione a mantenere le promesse che ha fatto e, al di là della grande
confusione che c’è stata sul tema [a che allude la Cormio? Alla verità, forse,
di uno scontento generale senza precedenti…? – n.d.r.],
in realtà i patti territoriali sono semplicemente una garanzia sul mantenimento
dei servizi che abbiamo chiesto. Per questo noi vogliamo che l’impegno sia
mantenuto senza retrocedere di un passo. Insieme all’Asl monitoreremo la
situazione per capire i disservizi e se si manterranno i patti stabiliti»,
scrive il Sindaco.
Con franchezza, tuttavia, ci
meravigliamo che possa, anche solo minimamente, passarle per la testa la
possibilità remota che la gente le creda: la Regione, infatti, aveva anche
definito San Marcello come una vera e propria eccellenza, ma non ha
esitato un istante a pisciarci sopra con un bel piscia-party (non siamo volgari:
stiamo solo citando dalla stessa cultura di sinistra; dal Crozza della famosa
scenetta dello chef, quando dice ai suoi allievi cosa farebbe il suo
cane sui piatti cucinati da loro) che ha mandato tutti a gallina, ospedale in
primis.
Facciamola finita, dunque: non è stata
la necessità di spendig-rivedere di quel salmone affumicato di Monti a
determinare i tagli, no. È stata la gola della Sanità Regionale di costruire 4
ospedali nuovi (con un mucchio di problemi, com’è ormai chiaro e noto a tutti) e
di movimentare tutti quei quattrini, a far decidere per la decapitazione dei
piccoli ospedali e della gente che da essi dipendeva. Ospedali, sottolineiamolo
ancora, mega-inutili, con 13 sale operatorie (!) di cui se ne adoperano,
al massimo, due o tre – e il resto ciccia.
Perché la politica di oggi a una cosa
sola mira: a far ciccia.
[Questo intervento è pubblicato come
espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]
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[Lunedì 4 novembre 2013 | 17:35 - © Quarrata/news]
La parte più difficile di un bugiardo è ricordarsi tutte le bugie per non sbugiardarsi!!!
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