di EDOARDO BIANCHINI
PISTOIA. Nessuna meraviglia che stia finendo così.
Perché non si amministra – e non può
farlo nemmeno un filosofo – prima decidendo e poi mandando a chiamare la gente
e invitandola, con dolci e accomodate parolette, ad accettare uno stato di
fatto. Non è politica nuova è solo centralismo (in)democratico.
Mi limito a un volo radente, affidandomi
a riflessioni immediate sulle notizie uscite oggi sui quotidiani.
Parlo a Samuele Bertinelli, che non vuole
ascoltare, ma al tempo stesso anche a Sarteschi: nessuno dei due ha capito (e
per dei bravi giovini – come direbbe un Joe
Pesci da Mio cugino Vincenzo – la cosa
mi sembra abbastanza grave) che è irrimediabilmente finito il tempo del Pci e
che le decisioni ognuno le prende in piena libertà di coscienza.
La maggioranza non è più di cemento
armato, non si fa più nella sede del Pcus, ma si crea e si distrugge – secondo la
legge di Lavoisier – di volta in volta. Piaccia o non piaccia.
È chiaro, poi, che il calcio nel sedere
faccia male, ma è così.
Non avere capito questo, cari
Bertinelli e Sarteschi, è grave per chi intende amministrare una città che, pur
essendo ’na cacatiell’ ’e
mosc sulla carta geografica (e sto citando
De Sica, non Cinci Frugiataio…), ha sempre il diritto di essere amministrata
con il rispetto che è dovuto al popolo lavoratore non da Berlusca, ma da quel
partito che si fregia dell’appellativo caratterizzante di democratico.
Da questo ulteriore scazzone –
la debole Giunta Bertinelli, finora, ce ne ha fatti vedere a bizzeffe, pur
facendo finta di nulla – discende che:
1. o il Sindaco cambia rotta
2. o la città cambia rotta
3. o ai pistoiesi sta bene di tutto e
di più e perciò non si lamentino.
Scelgano i lettori cosa pensare. Perché
sono convinto che non solo non si può andare avanti così, ma soprattutto non si
deve.
E se Publiambiente non prende in
comodato (retribuito) Billwiller, Bertinelli trovi un’altra più saggia
soluzione anche a questo, fra i mille suoi altri problemi.
S’è fatto eleggere lui Sindaco di Pistoia:
non è che i Pistoiesi glielo abbiano imposto con il manganello!
È chiaro?
•••
IL DOCUMENTO BETTI-LATTARI
CHE HA DETERMINATO IL DEFAULT
La gestione dei rifiuti nella nostra
città sperimenta un ritardo nel raggiungimento degli obiettivi fissati dal
decreto legislativo 152/06 che per il 2012 stabilisce almeno il 65% di
raccolta differenziata in Italia.
La raccolta differenziata porta a
porta responsabilizza i cittadini che sono chiamati a pagare in proporzione
ai rifiuti prodotti. Una direttiva europea impone agli stati membri di
applicare la regola del “chi inquina paga”. La gestione dei rifiuti fa pagare
al consumatore finale una parte del costo di smaltimento, anche se questi
spesso non può scegliere di ridurre la quantità di rifiuti associata ai
prodotti che acquista.
L’attivazione di politiche e
strumenti che stimolino il sistema produttivo a ridurre gli imballaggi è un
passo necessario per attivare un processo che da una parte collochi la nostra
città in un percorso indirizzato al raggiungimento dell’obiettivo “rifiuti
zero” e dall’altra consenta alle famiglie di contenere i costi del servizio
di gestione porta a porta che rischiano di diventare insostenibili.
La riduzione dei rifiuti è un
obiettivo prioritario che consente di preservare il territorio attraverso il
contenimento della domanda di discariche ed impianti di incenerimento,
preservando la qualità della vita degli insediamenti. L’organizzazione del
servizio nella nostra città non può prescindere da questi obiettivi generali.
Le strutture a servizio del modello di raccolta dovranno quindi rappresentare
un’occasione per recuperare aree pubbliche già trasformate urbanisticamente.
Dovranno quindi essere preservate le aree residenziali, selezionate aree
dismesse e/o da riqualificare e/o da riconvertire ecologicamente, di
proprietà pubblica e localizzate in aree artigianali o industriali, in modo
da scongiurare il consumo di nuovo territorio, la cementificazioni di aree
verdi o agricole, preziose per l’equilibrio urbanistico della nostra città. Detto
tutto questo, appare indispensabile che sia implementato il confronto con i
cittadini e i comitati da essi costituiti per una scelta condivisa del luogo
in cui insediare le strutture. In particolare ci sembra opportuno considerare
tra i luoghi eligibili l’area industriale presso i cantieri comunali, che
essendo già nella piena proprietà dell’amministrazione non necessiterebbe di
essere espropriata.
Andrea Betti e Paolo Lattari
|
E IL COMITATO DEI CITTADINI RINGRAZIA
Il Comitato Area ex Pallavicini, in
merito alle notizie apparse tra ieri e oggi, ringrazia pubblicamente i
Consiglieri che hanno manifestato le loro perplessità, sottoscrivendo e
firmando un documento, su un progetto dalle controverse implicazioni, mostrando
sensibilità che dovrebbe sempre accompagnare l’azione politica quando questa
interferisce con delicati equilibri territoriali e con la qualità della vita
delle popolazioni attuali e future.
Ci auguriamo inoltre che sia l’occasione
per riaprire il dibattito e ripensare radicalmente alla scelta di trasformazione
irreversibile del territorio, che i residenti e il Comitato giudicano profondamente sbagliata.
Alessandro Lomis
Presidente Comitato Area ex Pallavicini
[Questo intervento è pubblicato come
espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Mercoledì 20 novembre 2013 | 19:43 - © Quarrata/news]
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